Personalmente distinguerei ciò che è legale da ciò che è d'uso.
Se nella proposta, che mi pare configurarsi a tutti gli effetti come un contratto privato, c'è scritto qualcosa riguardo alla mediazione, allora quella pattuizione fa testo. Altrimenti ci si può riferire agli usi locali.
Ma il centro del problema mi pare risiedere nel fatto che il compenso al Mediatore è dovuto se (e in quanto) garantisce per quanto di sua competenza il buon esito di una corretta vendita.
Ne consegue che il saldo al rogito assicura che questa condizione sia completamente verificata.
Se il Mediatore ha eseguito preliminarmente tutte le verifiche necessarie relativamente alla regolarità urbanistica e amministrativa nonché controllato la provenienza, si può comunque considerare completato il suo compito già alla formulazione della proposta di acquisto; quindi nel momento in cui questa viene accettata non ci sono ostacoli etici al saldo delle sue competenze.
Una garanzia un po' maggiore si avrebbe comunque al compromesso, ma non posso nascondere di aver riscontrato personalmente casi in cui l'Agenzia si era "dimenticata" di verificare condoni e accatastamenti anche dopo la registrazione di un compromesso...
In conclusione, se il Mediatore svolge tempestivamente e completamente il proprio lavoro, non gli si può certamente imputare l'eventuale inadempienza di una delle parti quando questa non completi la transazione con il rogito: dunque si può effettivamente considerare finito il lavoro di mediazione all'accettazione della proposta di acquisto. Le prestazioni successive si possono considerare accessorie.
Esigere il pagamento prima o dopo è dunque una questione di "eleganza"
Ma questo è un semplice parere personale, la cui lunghezza non deve impressionare: mi interesseranno le considerazioni di chi ne sa di più.
Leonardo Gualandi