Da noi nella zona attorno a Cagliari, anticamente, i limiti fra le proprietà, se seminativi, erano individuati dall'asfodelo, in lingua madre: "su cardilloni", che vegetava sempre nel solito posto o in alternativa sui vertici del perimetro, venivano posizionati termini lapidei, infissi profondamente sul terreno. Rispondendo a Daniele 78, è evidente che nei terreni a pascolo o a seminativi i confini sono soggetti all'aratura, evidentemente condizionata dall'operatore sul mezzo. La dividente, in assenza di termini certi, nel tempo si sposta. Pertanto è necessario procedere al suo ripristino con un rilievo topografico appoggiato o a punti trigonometrici o in alternativa a punti stabili presenti sulla stessa mappa dall'impianto: vecchi fabbricati rurali, termini lapidei, riconoscibili da una "T", vecchi ponti in muratura. Ricordo che i rilievi per la formazione delle mappe catastali sono stati eseguiti all'inizio del secolo scorso. Va da se che le introduzioni in mappa successive, non hanno la stessa valenza. Passando alle strade "interpoderali" è necessario fare una distinzione fra strade comunali, provinciali, statali e strade vicinali, interpoderali, rappresentate in mappa con un lato o entrambi tratteggiati o addirittura semplicemente servitù di passaggio consolidate. Nel caso delle strade di proprietà pubblica non possono essere usucapite ed il loro percorso deve essere ripristinato dagli stessi enti a fronte di una richiesta in bollo con allegato il risultato con relativa dichiarazione tecnica che attesti la traslazione. Negli altri casi, così come si usucapisce il diritto a passare, lo si può perdere, se si utilizza o non si transita per vent'anni consecutivi, senza saltare un anno. La sua posizione, se risulta traslata da oltre vent'anni, se qualche avente diritto si oppone, non potrà essere variata.