sono un giovane avvocato, il quesito è il seguente:
tramite una visura ipotecaria, la mia cliente, che è proprietaria di una quota di un immobile pervenutole in eredità (sono comproprietari il coniuge del de cuius e i 5 figli) ha scoperto che sulla quota spettante ai un suo fratello (pari ad 1/9) del valore del bene, grava un'ipoteca esattoriale iscritta da equitalia per un debito di 45.000 euro (l'ipoteca è iscritta per legge per un importo pari al doppio del debito ovvero per 80.000 circa..).
secondo una stima, in relazione al valore del bene, la quota ipotecata pari ad 1/9 dell'immobile vale 17.000 Euro.l'Immobile è indivisibile.
la mia cliente e gli altri comproprietari hanno trovato un acquirente e hanno interesse ad alienare l'immobile a terzi libero dall'ipoteca. mi sono rivolta ad un notaio per conto della mia cliente che mi ha suggerito che l'unico modo per ottenere da equitalia la cancellazione dell'ipoteca è l'estinzione dell'intero debito del debitore.
questa soluzione non mi convince anche perchè, come insegna il codice civile, l'ipoteca iscritta su una quota di un bene in comunione indiviso,produce effetto limitatamente al valore della quota del bene ipotecato.(2825 c.c)
ho letto in questo forum quesiti analoghi e , come intuivo, per cancellare l'ipoteca occorre offrire una somma pari al valore della quota. in altri termini, gli altri eredi pagherebbero il debito del debitore(nullatenente) estinguendo il suo debito pari al valore della quota. a quel punto equitalia dovrebbe cancellare il debito.
oppure, uno dei condividenti potrebbe acquistare la quota del debitore e intraprendere il procedimento di purgazione dell'ipoteca (in qualità di terzo acquirente del bene ipotecato) ed offrire il valore del prezzo pagato per l'acquisto.
mi chiedo quindi se sia o meno corretto l'orientamento consigliato dal notaio ovvero che i coeredi per ottenere la cancellazione dell'ipoteca dovrebbero pagare l'intero debito del condividente...mi sembra una soluzione poco congrua..
tramite una visura ipotecaria, la mia cliente, che è proprietaria di una quota di un immobile pervenutole in eredità (sono comproprietari il coniuge del de cuius e i 5 figli) ha scoperto che sulla quota spettante ai un suo fratello (pari ad 1/9) del valore del bene, grava un'ipoteca esattoriale iscritta da equitalia per un debito di 45.000 euro (l'ipoteca è iscritta per legge per un importo pari al doppio del debito ovvero per 80.000 circa..).
secondo una stima, in relazione al valore del bene, la quota ipotecata pari ad 1/9 dell'immobile vale 17.000 Euro.l'Immobile è indivisibile.
la mia cliente e gli altri comproprietari hanno trovato un acquirente e hanno interesse ad alienare l'immobile a terzi libero dall'ipoteca. mi sono rivolta ad un notaio per conto della mia cliente che mi ha suggerito che l'unico modo per ottenere da equitalia la cancellazione dell'ipoteca è l'estinzione dell'intero debito del debitore.
questa soluzione non mi convince anche perchè, come insegna il codice civile, l'ipoteca iscritta su una quota di un bene in comunione indiviso,produce effetto limitatamente al valore della quota del bene ipotecato.(2825 c.c)
ho letto in questo forum quesiti analoghi e , come intuivo, per cancellare l'ipoteca occorre offrire una somma pari al valore della quota. in altri termini, gli altri eredi pagherebbero il debito del debitore(nullatenente) estinguendo il suo debito pari al valore della quota. a quel punto equitalia dovrebbe cancellare il debito.
oppure, uno dei condividenti potrebbe acquistare la quota del debitore e intraprendere il procedimento di purgazione dell'ipoteca (in qualità di terzo acquirente del bene ipotecato) ed offrire il valore del prezzo pagato per l'acquisto.
mi chiedo quindi se sia o meno corretto l'orientamento consigliato dal notaio ovvero che i coeredi per ottenere la cancellazione dell'ipoteca dovrebbero pagare l'intero debito del condividente...mi sembra una soluzione poco congrua..