Buongiorno, nel nostro condominio l’ex amministratore ha venduto un appartamento di proprietà condominiale a seguito di una delibera presa a maggioranza dei presenti, pari a 446,3 millesimi del condominio (assenti e dissenzienti gli altri).
Trascorsi i trenta giorni dall’assemblea l’amministratore ha sottoscritto, e registrato, pur non avendo la specifica procura speciale a farlo, un preliminare di vendita, il cui contenuto non era stato portato a conoscenza dei titolari di diritti reali sul bene, ed ha immesso immediatamente nel possesso dell’alloggio la parte promissaria acquirente (figlia di un condomino e consigliere di condominio), il tutto versando sul conto corrente condominiale la metà del prezzo pattuito a titolo di caparra.
Il nuovo amministratore del condominio ha, per prima cosa effettuato, la ricognizione esatta di tutti i titolari di diritti reali sull’immobile (non solo i condomini in senso stretto, ma anche altri soggetti, ad esempio gli eredi di qualche condomino) al fine di poter ottenere il consenso unanime alla cessione come previsto dagli artt. art. 1118 e ss., 1139 e 1108 del c.c.), cosa che andava fatta prima delle vicende in sintesi descritte.
Ad oggi sono tuttavia trascorsi quasi due anni dal preliminare e dall’occupazione dell’appartamento ed ancora, purtroppo, non siamo riusciti ad arrivare al rogito, e si prevedono tempi lunghi, in quanto manca, per vari motivi, il consenso di alcuni dei comproprietari.
Alla luce di quanto descritto è possibile agire, e come, nei confronti del vecchio amministratore con azione di responsabilità per gli atti posti in essere, senza rappresentanza, in eccesso di potere?
Può il condominio ricorrere al tribunale per fare accertare la nullità della delibera presa a maggioranza e in caso positivo chiedere i danni all’ex amministratore, o devono muoversi i singoli comproprietari ?
Grazie per l’attenzione.
Trascorsi i trenta giorni dall’assemblea l’amministratore ha sottoscritto, e registrato, pur non avendo la specifica procura speciale a farlo, un preliminare di vendita, il cui contenuto non era stato portato a conoscenza dei titolari di diritti reali sul bene, ed ha immesso immediatamente nel possesso dell’alloggio la parte promissaria acquirente (figlia di un condomino e consigliere di condominio), il tutto versando sul conto corrente condominiale la metà del prezzo pattuito a titolo di caparra.
Il nuovo amministratore del condominio ha, per prima cosa effettuato, la ricognizione esatta di tutti i titolari di diritti reali sull’immobile (non solo i condomini in senso stretto, ma anche altri soggetti, ad esempio gli eredi di qualche condomino) al fine di poter ottenere il consenso unanime alla cessione come previsto dagli artt. art. 1118 e ss., 1139 e 1108 del c.c.), cosa che andava fatta prima delle vicende in sintesi descritte.
Ad oggi sono tuttavia trascorsi quasi due anni dal preliminare e dall’occupazione dell’appartamento ed ancora, purtroppo, non siamo riusciti ad arrivare al rogito, e si prevedono tempi lunghi, in quanto manca, per vari motivi, il consenso di alcuni dei comproprietari.
Alla luce di quanto descritto è possibile agire, e come, nei confronti del vecchio amministratore con azione di responsabilità per gli atti posti in essere, senza rappresentanza, in eccesso di potere?
Può il condominio ricorrere al tribunale per fare accertare la nullità della delibera presa a maggioranza e in caso positivo chiedere i danni all’ex amministratore, o devono muoversi i singoli comproprietari ?
Grazie per l’attenzione.