Sempre su Benigni, per stimolare la discussione, un parere non positivo :
Il vecchio trucco d’avanspettacolo
Caro Direttore Blondet,
La prego di non dirmi che non ha visto la puntata di Sanremo in cui Roberto Benigni ha fatto la parte del leone. La prego di non dirmi che non l’ha vista perchè ho bisogno dell’aiuto di qualcuno, come Lei, che mi ispira fiducia. Ho bisogno di essere confortato, sostenuto nei miei dubbi e perplessità perchè mi sento solo, navigo al buio. Benigni ha fatto l’esegesi dell’Inno nazionale ed ha detto un sacco di cose che la stampa, il giorno dopo, ha magnificato in maniera incredibile e spudorata. Tutti i commentatori, dal più infimo al più grasso, hanno tessuto le lodi del Benigni che nel corso di una sola serata ci ha aperto gli occhi, ci ha spiegato l’Unità d’Italia, ci ha fatto sentire fieri di essere italiani, ci ha fatto commuovere per i caduti del Risorgimento, i vari Manara, Pisacane, Mameli; ci ha illustrato la grandezza di Garibaldi, di Vittorio Emanuele II, di Cavour; di Mazzini e via dicendo; ci ha insegnato che i Borboni erano dei criminali; che, infine, e chiudo qui perchè l'elenco delle demenzialità dette dal pratese sarebbe infinito, il Risorgimento è stato un movimento di popolo e non di elite. A me che ho studiato un po’ di storia risulta il contrario, ossia che i movimenti carbonari erano di ispirazione massonica, come la Giovane Italia, che i Savoia non erano granchè, forse peggio dei Borboni, che Garibaldi era un massone anticattolico e anticlericale incredibile, che era un pasticcione in politica, che Cavour era un cinico calcolatore che si è trovato in mano le carte giuste grazie all’appoggio di inglesi e franzosi che volevano bastonare l’Austria, che nell’Inno di mameli c’è un chiaro, e ormai anacronistico, anatema contro gli Austriaci, come se questi fossero stati la causa e non la conseguenza dei nostri atavici mali italiani. Mi fermo qui, Lei ha capito. E spero che abbia visto la puntata sanremese e possa dirmi qualcosa.
Con stima.
Luciano
Forse lei è troppo giovane per sapere che cos’era l’avanspettacolo, quella forma di intrattenimento popolare e scollacciato tutto italiano che precedeva la proiezione dei film in certi cinematografi molto frequentati da soldatini di leva. Accadeva anche troppo spesso, ahimè, che la compagnia di giro fosse di bassa qualità, le ballerine troppo grasse, i lustrini troppo appannati, le battute del capocomico stantie e ammuffite, e la diva che scendeva la scalinata cantando e ancheggiando, spennacchiata come il suo fastigio di piume di struzzo. Il pubblico cominciava a rumoreggiare, poi a lanciare battutacce orribili, poi spesso anche torsoli e pomodori. Ma c’era un vecchio trucco, noto ai capocomici, per salvare dal naufragio totale lo spettacolino: far entrare la prima ballerina (la più alta o formosa) con le forme procaci avvolte nel tricolore, la testa turrita a rappresentare l’Italia, ad intonare Fratelli d’Italia, o Giarabub o anche O’ surdato ‘nnammurato. Inevitabilmente, i fischi e i cachinnni si tramutavano in applausi, il pubblico si alzava in piedi (anche perchè i carabinieri presenti controllavano chi non lo facesse). Vedo che Benigni e i suoi impresari conoscono questo vecchio trucco e lo applicano ancora. E che il pubblico, ancora oggi, ci casca.
Maurizio Blondet
EFFEDIEFFE.com 21 Febbraio 2011
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post 31 di :
http://www.propit.it/f63/17-marzo-2011-celebra-lavorando-oppure-no-8792/index3.html
:daccordo: