Salve a tutti, ho voluto titolare questo mio intervento con cognizione di causa...ma andiamo ai fatti:
Nel mese di giugno u.s. un condomino, autonomamente, decide di cambiare la serratura della porta dalla quale si accede nel terrazzo di copertura (ove, sopra la gabbia scala, dal 1954 si trovano tre serbatoi per l'acqua potabile e inoltre ci sono due stanzini). Comunque il "condomino decisionista", forte del fatto che è proprietario dell'aria sovrastante il suo appartamento, sostituisce il tamburo della chiave. Ne consegna una ad un condomino ma rifiuta categoricamente di consegnare una copia allo scrivente. Dopo varie richieste formali prontamente ignorate mi rivolgo ad un avvocato professionista di comprovata affidabilità e serietà il quale, dopo una ricerca all'archivio notarile storico, mi comunica che il proprietario di uno dei due stanzini sono io. Non solo, ma risulta agli atti che ho pure il diritto di stendere e sciorinare la biancheria. Avendo tutta questa documentazione procediamo a richiedere un'ordinanaza d'urgenza per riavere quantomeno la chiave della porta condominiale: tutto semplice, no? E invece, dopo la prima richiesta di denaro pari a € 1.850,00 necessari per la celerità dell'ordinanza, viene fissata una prima udienza il 30 agosto 2012. Durante la predetta udienza, il Giudice richiama il "condomino decisionista" poichè, a prescindere dal risultato dell'incontro, con la sua azione illeggittima aveva compiuto un abuso. Sentendo queste frasi ero sicuro di avere Giustizia, ma la brutale realtà era dietro l'angolo: infatti il Giudice di quell'udienza stava sostituendo la titolare, che da li a poco avremmo conosciuto a nostre spese. Dopo vari rinvii, e aver sentito i testi, il giudice titolare se ne esce rigettando la nostra richiesta per non avere adeguatamente comprovato l'utilizzo dello stendere e sciorinare la biancheria. Di quest'ordinanza ne siamo rimasti veramente amareggiati, poichè la nostra richiesta era esclusivamente basata sul riavere la chiave della porta d'ingresso...ma il giudice, evidentemente "distratto" da altre incombenze ha improvvisato questa sua personalistica ed estrosa decisione che, in ultima analisi, elude le nostre richieste non affrontando minimamente -e legalmente- il punto della questione. Ciò nonostante il loro avvocato, con solerte celerità, il giorno succesivo all'emanazione dell'ordinanza ci fa notificare un precetto di richiesta saldo della sua parcella pari a € 1.600,00 + varie spese aggiuntive per un totale di € 2.142,00 da consegnare allo scadere del decimo giorno dalla data di notifica, pena il recupero coattivo del dovuto. Tutto questo grazie ad un giudice che senza aver letto una sola pagina di quelle 96 depositate, tutte rilasciate dall'archivio notarile. Adesso non so come andra il seguito di questa storia, però so di certo che tutte le norme legislative e codici vari sono lasciati all'insindacabilità di un giudice, nel mio sfortunato caso distratto evidentemente da altri "fattori". Dettaglio da non sottovalutare, per depositare gli stessi atti notarili a un organo superiore occorono altri soldi per ottenere la speranza di una sentenza perlomeno coerente alle richieste del sottoscritto. Lascio a Voi le considerazioni del caso.
Un caloroso saluto a chi mi legge, e a chi mi voglia raccontare alcune esperienze o darmi consigli in merito. Grazie per la cortese attenzione.
Nel mese di giugno u.s. un condomino, autonomamente, decide di cambiare la serratura della porta dalla quale si accede nel terrazzo di copertura (ove, sopra la gabbia scala, dal 1954 si trovano tre serbatoi per l'acqua potabile e inoltre ci sono due stanzini). Comunque il "condomino decisionista", forte del fatto che è proprietario dell'aria sovrastante il suo appartamento, sostituisce il tamburo della chiave. Ne consegna una ad un condomino ma rifiuta categoricamente di consegnare una copia allo scrivente. Dopo varie richieste formali prontamente ignorate mi rivolgo ad un avvocato professionista di comprovata affidabilità e serietà il quale, dopo una ricerca all'archivio notarile storico, mi comunica che il proprietario di uno dei due stanzini sono io. Non solo, ma risulta agli atti che ho pure il diritto di stendere e sciorinare la biancheria. Avendo tutta questa documentazione procediamo a richiedere un'ordinanaza d'urgenza per riavere quantomeno la chiave della porta condominiale: tutto semplice, no? E invece, dopo la prima richiesta di denaro pari a € 1.850,00 necessari per la celerità dell'ordinanza, viene fissata una prima udienza il 30 agosto 2012. Durante la predetta udienza, il Giudice richiama il "condomino decisionista" poichè, a prescindere dal risultato dell'incontro, con la sua azione illeggittima aveva compiuto un abuso. Sentendo queste frasi ero sicuro di avere Giustizia, ma la brutale realtà era dietro l'angolo: infatti il Giudice di quell'udienza stava sostituendo la titolare, che da li a poco avremmo conosciuto a nostre spese. Dopo vari rinvii, e aver sentito i testi, il giudice titolare se ne esce rigettando la nostra richiesta per non avere adeguatamente comprovato l'utilizzo dello stendere e sciorinare la biancheria. Di quest'ordinanza ne siamo rimasti veramente amareggiati, poichè la nostra richiesta era esclusivamente basata sul riavere la chiave della porta d'ingresso...ma il giudice, evidentemente "distratto" da altre incombenze ha improvvisato questa sua personalistica ed estrosa decisione che, in ultima analisi, elude le nostre richieste non affrontando minimamente -e legalmente- il punto della questione. Ciò nonostante il loro avvocato, con solerte celerità, il giorno succesivo all'emanazione dell'ordinanza ci fa notificare un precetto di richiesta saldo della sua parcella pari a € 1.600,00 + varie spese aggiuntive per un totale di € 2.142,00 da consegnare allo scadere del decimo giorno dalla data di notifica, pena il recupero coattivo del dovuto. Tutto questo grazie ad un giudice che senza aver letto una sola pagina di quelle 96 depositate, tutte rilasciate dall'archivio notarile. Adesso non so come andra il seguito di questa storia, però so di certo che tutte le norme legislative e codici vari sono lasciati all'insindacabilità di un giudice, nel mio sfortunato caso distratto evidentemente da altri "fattori". Dettaglio da non sottovalutare, per depositare gli stessi atti notarili a un organo superiore occorono altri soldi per ottenere la speranza di una sentenza perlomeno coerente alle richieste del sottoscritto. Lascio a Voi le considerazioni del caso.
Un caloroso saluto a chi mi legge, e a chi mi voglia raccontare alcune esperienze o darmi consigli in merito. Grazie per la cortese attenzione.