Ielax, hai concesso per tre anni l'uso d'una parte di casa tua ai due disperati, che inizialmente hai inteso dire gratuito, per misericordia; poi son saltati fuori i 400 euro mensili che per me rappresentano (concordo con Uva) di fatto un canone locativo.
Questo però non significa nulla giacché senza un regolare contratto non sono 'sfrattabili'.
Però da quanto hai fatto poi presente deduco che il tuo avvocato ben sappia comunque
come regolarsi per risolvere il tuo caso. E te lo spiego in base a queste considerazioni.
L'unica strada percorribile è quella di agire in tribunale per "restituzione" dell'immobile a motivo della sua "occupazione senza titolo". Dove si tratterà di dimostrare soltanto che i disperati si trovano ad abitare in casa tua (prova elementare visto che, come hai scritto, vi hanno la residenza). Né costoro potrebbero addurre il versamento periodico d'una qualsiasi somma a sostegno della tesi contraria (esistenza cioè del rapporto locativo) poiché se la vedrebbero di certo respinta in assenza del relativo contratto (per quanto detto sopra).
Su questi presupposti la situazione appare meno tragica del prevedibile, come penso abbia ritenuto il tuo legale. Invero l'azione di rilascio, pur dovendosi proporre sempre in Tribunale
non presenta i templi biblici delle cause 'ordinarie' poiché vi va introdotta con il rito di quelle del 'lavoro' che, come tali, hanno una tempistica decisamente molto più ridotta.
In pratica si tratta di presentare un ricorso (non una citazione) dietro cui il giudice fissa a
breve (per legge entro cinque giorni) l'udienza alla quale le parti dovranno personalmente comparire e se in tal sede non sorgono necessità di qualche differimento del giudizio per esigenze d' "istruttoria" (cioè d'acquisizione d'altri elementi di prova in merito) può già venire emessa la sentenza costituente titolo per eseguire lo sloggio. Ovviamente poi i tempi successivi dell'esecuzione possono poi dilatarsi in analogia a quello dello sfratto; e per i quali è sempre opportuno sacrificare a Giove almeno un pollastro. In bocca al lupo.