Credo che si stia navigando fuori le acque territoriali, mancano dei dati fondamentali, e si stanno trattando dei dati che non hanno nulla a che vedere con la situazione attuale.
il 11% dei due fratelli è una quota che appartiene a loro, risultato di una quota ereditaria che il padre ha lasciato a loro, quindi questa percentuale è fuori da ogni discussione.
Ora in ballo c'è la parte ereditaria della madre, quest'ultima ha destinato la figlia come erede universale, è altrettanto vero che la figlia ritiene di dover entrare in possesso del 100% della quota ereditaria, ma le domande che ho fatto non hanno ancora una risposta,
1° i fratelli hanno avuto notizia del testamento?
2° l'erede universale ha provveduto a "raggruppare" il patrimonio ereditario e a farne un inventario?
3° Nel caso avesse comunicato ai fratelli il testamento ha richiesto agli stessi di liberare i beni della "collazione"? (magazzini, prestiti, e qualsiasi altro bene in possesso degli stessi di proprietà della madre).
Tacendo e aspettando non risolverà i problemi ma li può solo rendere più difficili da risolvere poi.
Non sarebbe il primo caso che due o più eredi saltino in ballo a pochi giorni dalla prescrizione, e alla domanda (attraverso un giudice) di vedere l'intero patrimonio che risposta darà la signora Tifany?
O la signora racconta tutto e non a spizzichi e smozzichi, e allora si cerca una soluzione altrimenti deve accettare anche le nostre idee e contestazioni.
Essere erede universale da dei privilegi ma anche dei doveri.