Luigi Barbero

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Al di là di tutte le discrepanze sintatto-linguisto-grammaticali sorte fra Gianco e Jaco=, per tornare al tema posto, credo che di soldi ai bisognosi ne vadano pochini. Quando non c'è la vera e propria truffa come successo tempo addietro con attore strappalacrime che si è "fregato" i piccioli destinati ai bambini in Africa (striscia la notizia copyright) tra spese di organizzazione compensi ai partecipanti, ai promotori ed ai testimonial so che se ne parte oltre la metà della cifra donata. E credo (ma non ne sono sicuro) che i gestori della telefonia ci lucrano anch'essi sui vari SMS con i quali si donano i famosi 2 euro.
Questo mi riporta (non c'entra nulla con la beneficenza) ai concorsi mediante i quali il conduttore della trasmissione X pone una domanda la cui risposta è offensiva per l'intelligenza normale. E dato che la stessa è così facile, si fa conto di ricevere molti SMS recanti la risposta giusta. Poniamo ad esempio una trasmissione con un ascolto medio di 3-4milioni di spettatori. Alla domanda risponde il 5% (mi piacerebbe sperare che fossero di meno....purtroppo, so per certo che sono molti di più) degli spettatori. Fa 15-20000 SMS che al costo di 1 euro cad. fa un introito di 150-200000 euro. Dedotti i costi del SMS che vanno al gestore della telefonia.....ecco che le spese della trasmissione, sia essa RAI o Mediaset o chitipare, sono belle pagate! Ed al vincitore dell'estrazione gli mandano, magari, un buono spesa per un migliaio di euro. Ben trombazzato come specchietto per le allodole!
E ci stupiamo se i tipi alla Vanna Marchi hanno diritto di cittadinanza in questo paese?
 

jac0

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Infatti non bisogna confondere la cassa del supermercato con il bancomat, al limite torniamo al negozio sotto casa, al chilometro zero: ci guadagniamo anche quattro chiacchiere con il negoziante. E, se potete, siate vegetariani come me: viva la soia, oltre che i buchi neri e i relativi big bang di Stephen Hawking, di cui sono pieni i muri a Roma.
 

Luigi Criscuolo

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torniamo al negozio sotto casa, al chilometro zero:
caro @jac0 non ti ricordi quando circa 25-30 anni fa i piccoli commercianti si lamentavano della spietata concorrenza dei primi ipermercati? Quello che loro sostenevano, che a quei tempi come difese di interesi corporativi, oggi sono diventae realtà. Nel mio quartiere i negozi degli artigiani sono scomparsi come quelli dei dettaglianti alimentari; sono rimasti aperti bel 4 negozi in franchising di intimo, 3 negozi in franchising di abbigliamento, tre banche, un fiorista ed un supermercato. Una eccezione un panificio che vende pane, pizza, dolci e cibi cotti (tutta roba fatta da loro) con il numeretto. Ieri ho trovato al mercato comunale vicino a casa mia delle patate fresche provenienti dalla Siria. Va bene la globalizzazione ma a tutto ci deve essere un limite. Nel mio quartiere si chiudono e si riaprono negozzi che durano al massimo 18 mesi. Oggi va di moda andare a "Porte di Roma" o "Roma est" o"Roma sud" la gente fa dei chilometri ma quando arriva trova il posto per parcheggiare gratuito senza correre il rischio di prendere multe e ha molte possibilità di scelta (di cose simili). Il mondo va così. In questo clima, la gente si inventa lavori, si giutifica una retribuzione perché si offre di reperire fondi (sempre richiesti) ad enti ed organizzazioni che operano nel sociale.
 

Daniele 78

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Credo che ovviamente le spese di organizzazione di un evento o di un servizio vadano riconosciute, tuttavia è importante che ciò che deve arrivare arrivi, e non faccia la fine della missione Arcobaleno di qualche anno fa. Purtroppo non vedo sistemi migliori per aiutare qualcuno a distanza salvo recarsi sul posto di persona a consegnare i soldi, sempre che poi non vengano utilizzati per comprare armi, come succede in molti paesi del'Africa. Di fatto il donare è un modo per il mondo industrializzato per poter dire di aver fatto la sua parte.
 

Luigi Barbero

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Credo che ovviamente le spese di organizzazione di un evento o di un servizio vadano riconosciute, tuttavia è importante che ciò che deve arrivare arrivi, e non faccia la fine della missione Arcobaleno di qualche anno fa. Purtroppo non vedo sistemi migliori per aiutare qualcuno a distanza salvo recarsi sul posto di persona a consegnare i soldi, sempre che poi non vengano utilizzati per comprare armi, come succede in molti paesi del'Africa. Di fatto il donare è un modo per il mondo industrializzato per poter dire di aver fatto la sua parte.
....e soprattutto per tacitare la propria coscienza.
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
Purtroppo non vedo sistemi migliori per aiutare qualcuno a distanza salvo recarsi sul posto di persona a consegnare i soldi, s
però vedi qui il problema è se chi decide di aiutare chi ha bisogno è lui che chiede è una cosa; invece è una faccenda diversa se io decido di aiutare una associazione e mi metto a cercare gli aiuti e nel frattempo mi trattengo i soldi di uno stipendio più o meno ragguardevole. Oggi lavorare nel sociale sta diventando oggetto di lucro. E' questo che volevo far emergere nei miei interventi precedenti. Oggi vedi giovani che, in mezzo alla strada, oppure ti vengono a bussare alla porta, con la scusa di parlarti di Unicef o di UNHCR poi alla fine ti chiedono di aiutare fattivamente queste associazioni e ti chiedono soldi. Che rapporti abbiano le società che mandano in giro questi giovani "dialogatori" con Unicef o UNHCR non è ben chiaro. Però una cosa è certa se io do a loro 1 euro penso che quell'euro vada ai bambini che rischiano di morire e quindi mi girano le "pelotas" se anziché 1 euro gliene arrivano la metà perché ci sono i "costi" cioe gli stipendi di coloro che si adoperano per trovare fondi. Perché allora mi metto anche io, in proprio, a cercare fondi e mi trattengo uno stipendio.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Oggi lavorare nel sociale sta diventando oggetto di lucro. E' questo che volevo far emergere nei miei interventi precedenti
Capisco ciò che dici, è lecito, però se consideri che anche le persone che lavorano nel sociale hanno diritto al pagamento per il lavoro che fanno, che sia una parte dell'offerta o che siano dei contributi dello Stato poco cambia.

Oggi vedi giovani che, in mezzo alla strada, oppure ti vengono a bussare alla porta, con la scusa di parlarti di Unicef o di UNHCR poi alla fine ti chiedono di aiutare fattivamente queste associazioni e ti chiedono soldi
Questo è vero, infatti ne vedo anch'io tanti fuori da cliniche o ospedali che ti chiedono di firmare e dare un contributo per...in effetti anch'io non ci credo, e sono poco convinto anche perché quelle persone (per come si pongono) non mi ispirano fiducia, ergo non darei mai dei soldi.
Preferisco invece , e lo facciamo in famiglia, dare l'8 per mille alla ricerca, o ad associazioni tipo Caritas o Croce Rossa. Dai un contributo a chi lavora nel settore e non lo trovo sbagliato.
 

Gagarin

Membro Assiduo
Professionista
Di soldi agli enti finali ne arrivano molto, ma moooolto pochi: io non do più nulla a queste organizzazioni (tra cui la FAO), preferendo la contribuzione diretta ogni volta che ne ho l'occasione.
 

Luigi Barbero

Membro Senior
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Se poi aggiungiamo che lo Stato, di suo, ci mette tanta poca buona volontà il gioco è semplice.
Ad esempio, tu firmi per dare l'8 per mille alla Chiesa. Tu firmi, io no. Però, per una strana convenzione, anche se io non firmo il mio 8 va lo stesso alla Chiesa. Come mai? E dopo vengo a sapere che il Card. Bagnasco sta ristrutturandosi l'appartamento che diventerà un "due camere e cucina" da poco più o meno di 400 mq. E quell'altro personaggio (ora mi sfugge il nome) idem. Papa Francesco voleva mandarlo in un altro paese per le sue malefatte. Invece la lobby vaticana (ogni Stato ha la sua Casta) gli sta consentendo di rimanere in Vaticano, al limite dell'extraterritorialita, ristrutturandosi anch'egli un due camere e cucina a altri 400 mq. Ed il mio 8 per mille viene speso da questi soggetti? Oltre tutto io non ho nemmeno firmato per darglielo!
Invece alle Onlus (quelle con la O maiuscola) tipo Amref -vedi alla voce: Giobbe Covatta- o all'organizzazione di Gino Strada, o a MSF (Mèdecin sans frontières) i soldi delle donazioni del 5 per mille arrivano -se arrivano interi- a distanza di 3 o 4 anni ed a "tozzi e bocconi". Come la mettiamo?
Personalmente, se Giobbe Covatta o la moglie di Gino Strada aprissero un gazebo, andrei a portarglieli personalmente i miei contributi. Almeno vedrei in faccia a chi li dò e, nel caso, saprei con chi prendermela se un domani scoprissi di aver preso la sòla (fregatura romanesca. n.d.r.)
 

jac0

Membro Senior
Proprietario Casa
1. La faccenda di Bagnasco e dell'anonimo sono documentate oppure sono solo voci di corridoio?
2. Forse Covatta e Strada sono degli avatar, insomma dei prestanome, magari in buona fede, non dico di no, come Arbore per la lega del filo d'oro.
Molti sono i battezzati, pochi i cattolici.
 

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