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Normale
che sia io ad interpretare male ho qualche dubbio.Su una cosa siamo d'accordo: che le misurazioni dei caloriferi su cui sono montati i contabilizzatori servono per suddividere la parte di consumo di carburante per quanto concerne il prelievo volontario di calore.Ora a me sembra che la situazione spiegata da [USER=45846]@moralista[/USER] sia questa: prima della installazione dei contabilizzatori il totale delle spese per il riscaldamento (composto da consumo gas, manutenzione ordinaria caldaia, ecc...ecc...) veniva suddivisa secondo una ripartizione millesimale. Il proprietario di un locale, essendogli stato installato un impianto di riscaldamento sottodimensionato, ha avuto, secondo il RdC contrattuale, una riduzione del 60% dell'importo che gli sarebbe aspettato secondo i mm di riscaldamento a lui attribuiti. Non è stato spiegato con quale criterio è stata redatta la tabella mm del riscaldamento: a questo punto è ipotizzabile che sia stato impiegato il calcolo dei volumi da riscaldare. Comunque poco importa stabilire il criterio con il quale è stata fatta la tabella millesimale in questo frangente, è importante capire che tutti i costi imputabili alla partita riscaldamento venivano suddivisi tra i proprietari secondo la tabella millesimale in vigore e che sulla quota a lui spettante il il proprietario del locale aveva il 60% di sconto. In questa fase nella quale usavano le vecchie tabelle millesimali non si è mai parlato di quote fisse o di consumi involontari, inseriti nel dettaglio del rendiconto della gestione del riscaldamento.A mio avviso è sbagliato chiedere l'abbattimento del 60% sulla parte fissa che rappresenta i consumi involontari (dispersioni dell'impianto, consumo per il riscaldamento di locali condominiali ecc... ecc...) principalmente perché questa parte fissa è calcolata in base alle caratteristiche costruttive dell'edificio e del fabbisogno energetico dei singoli appartamenti e quindi non c'è alcuna attinenza con il sottodimensionamento dell'impianto di riscaldamento.
che sia io ad interpretare male ho qualche dubbio.
Su una cosa siamo d'accordo: che le misurazioni dei caloriferi su cui sono montati i contabilizzatori servono per suddividere la parte di consumo di carburante per quanto concerne il prelievo volontario di calore.
Ora a me sembra che la situazione spiegata da [USER=45846]@moralista[/USER] sia questa: prima della installazione dei contabilizzatori il totale delle spese per il riscaldamento (composto da consumo gas, manutenzione ordinaria caldaia, ecc...ecc...) veniva suddivisa secondo una ripartizione millesimale. Il proprietario di un locale, essendogli stato installato un impianto di riscaldamento sottodimensionato, ha avuto, secondo il RdC contrattuale, una riduzione del 60% dell'importo che gli sarebbe aspettato secondo i mm di riscaldamento a lui attribuiti. Non è stato spiegato con quale criterio è stata redatta la tabella mm del riscaldamento: a questo punto è ipotizzabile che sia stato impiegato il calcolo dei volumi da riscaldare. Comunque poco importa stabilire il criterio con il quale è stata fatta la tabella millesimale in questo frangente, è importante capire che tutti i costi imputabili alla partita riscaldamento venivano suddivisi tra i proprietari secondo la tabella millesimale in vigore e che sulla quota a lui spettante il il proprietario del locale aveva il 60% di sconto. In questa fase nella quale usavano le vecchie tabelle millesimali non si è mai parlato di quote fisse o di consumi involontari, inseriti nel dettaglio del rendiconto della gestione del riscaldamento.
A mio avviso è sbagliato chiedere l'abbattimento del 60% sulla parte fissa che rappresenta i consumi involontari (dispersioni dell'impianto, consumo per il riscaldamento di locali condominiali ecc... ecc...) principalmente perché questa parte fissa è calcolata in base alle caratteristiche costruttive dell'edificio e del fabbisogno energetico dei singoli appartamenti e quindi non c'è alcuna attinenza con il sottodimensionamento dell'impianto di riscaldamento.
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