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pingo. Come al solito mancano i particolari. Li ipotizzo io e nel caso mi correggerai.
1) Sei tu, non il tuo de cuius, che ha una pendenza con la belva???
La pendenza è reale o è contestabile??? Sei un imprenditore???
Chi è il tuo vero creditore??? Se il de cuius fosse ancora in vita
nulla potrebbe fargli la belva...salvo sue garanzie...Ed è questo
che mi fa stare dalla tua parte, non in tutta, perchè quei risparmi di famiglia dovrebbero essere considerati come una polizza sulla vita che fino a ieri (dell'oggi non ho certezze) non era pignorabile:
ai propisti puristi che mi pesteranno di improperi dico che sul lato morale si può accettare la forzatura di equiparare il liquido ad una copertura assicurativa virtuale??? Mi sono cacciato in un ginepraio
ma mi appello agli "umanisti"...
2) Se la tua quota è fatta solo di liquido (senza immobili) il custode
(banca...posta...eccc...) esperite tutte le formalità (anche 6 mesi) dovrà giocoforza saldare il dovuto a ciascuno degli eredi o con un assegno o con un bonifico. Necessariamente devi avere un conto...
3) Una volta sul conto ritiri tutto e lo chiudi o meno...
4) Il denaro lo andrai a nascondere da qualche parte o a persona di assoluta fiducia (quasi introvabile), escludendo il fratello (è pericoloso) o altri parenti e affini. Un bel materasso nel dentro della sua imbottitura è forse l'unica soluzione più a portata di mano.
5) Tutto questo prima che la belva se ne accorga..e per evitare ti converrebbe andare nella sua tana per chiedere una nuova riformulazione del debito accompagnata da un anticipo congruo e credibile...
Se poi vi è un propista che nelle tue condizioni vada a denunciare alla belva che è in procinto di ereditare...ebbene mi vado a chiudere in un convento di puri FradJACOni e a scavare l'orto a mani nude.
Anche il fisco come tanti deve rassegnarsi a crediti inesigibili...
Resta la curiosità espressa all'inizio di come si sia formato
il debito. Auguri. QPQ.