L'ufficiale giudiziario non possiede alcun 'libero arbitrio' nel dilazionare sine die i tempi d'uno sfratto, specie quando è determinato dalla persistente morosità del conduttore.
Non dubito che ciò corrisponda a verità.
Ma purtroppo mi è già capitato (a Torino, città in stato di emergenza abitativa) che gli ufficiali giudiziari si attribuiscano questo "libero arbitrio".
Durante il primo accesso non tentano neppure di eseguire lo sfratto, si limitano a lasciare un avviso nella cassetta delle lettere dell'inquilino moroso (che se ne frega, ben sapendo di poter rinviare il rilascio per molti mesi…).
Negli accessi successivi può accadere di tutto, e un "buon" motivo per non eseguire lo sfratto gli u.g. lo trovano: i morosi sono quasi sempre in difficoltà, malati, disoccupati, con figli e parenti vari a carico, assenti, non rintracciabili, con animali che devono essere tutelati, ecc, ecc.
Se poi "entrano in scena" gli assistenti sociali, i tempi si allungano ulteriormente.
Se occorre la presenza dei Carabinieri / Polizia non è detto che la Forza Pubblica sia prontamente disponibile, anche perché purtroppo non mancano episodi molto più gravi di uno sfratto di cui occuparsi.
Quindi spesso non è colpa degli avvocati che non partecipano o non insistono sufficientemente per velocizzare la procedura, è proprio tutto il "sistema" che non funziona!