Buongiorno a tutti.
Eccomi con un nuovo quesito in cerca di risposte o soluzioni che vado ad esporre.
Ho acquistato la mia proprietà nel 2006, quota proveniente da una divisione tra coeredi, di recente sono venuto in possesso del primo atto di acquisto, cioè dei nonni dei miei venditori, come dicevo , l’atto di origine, datato 1924 stabilisce una servitù che cito testualmente:
Nel fondo appartenente ai sigg……………. venduto come sopra in parti uguali tra i sigg.………………………..vi sono delle sorgenti sotterranee di acqua , delle quali però i venditori non garantiscono l’esistenza, avendo interessi i compratori a rintracciare e incanalare l’acqua stessa, per i bisogni dell’agricoltura e domestici, fra loro convengono che fatte a spese comuni le opere necessarie, ciascun proprietario, nella cui zona tali opere per necessità di cose dovranno essere fatte, dovrà permettere l’accesso all’altro, suoi eredi e successori e possessori precari, in questo caso vi sarebbero l’imposizione della servitù di passaggio e quella di attingere acqua restando in comunione la sorgente e le opere fatte a spese comuni, per tutto il resto si rimettono alle norme stabilito in materia delle acque del codice civile.
Il terreno sottratto alla coltivazione per essere adibito a vasca, canali ecc. sarà reintegrato all’altro proprietario che avrà come si è detto il diritto alla comunione e alle servitù mediante cessione di zona equivalente in senso materiale e dinnanzi il valore sarà determinato dall’effettiva occupazione del terreno per le opere da costruire, senza dover tenere conto della imposizione della servitù.
Facendo un giro di ricognizione, nelle particelle agricole limitrofe con le mie, tutte provenienti dalla stessa partita acquistata nel 1924, vi sono vari pozzi, varie fontane ed un a vasca, ho saputo con certezza che uno dei pozzi era in uso esclusivo dei miei venditori, inoltre facendo una ricerca storica in catasto, tutte le particelle confinanti provengono dalla partita originaria citata, visto che detta servitù non è stata mai abolita e né tantomeno menzionata nell’atto di divisione tra coeredi, avvenuto tre mesi prima del mio.
Nel mio atto di acquisto, le precisazioni recitano: Le vendite, che avvengono a corpo e non a misura, comprendono i connessi diritti, accessori, accessioni, pertinenze e servitù attive e passive. Posso io usufruire di tale servitù?, un grazie anticipatamente a tutti coloro che hanno delle risposte.
Eccomi con un nuovo quesito in cerca di risposte o soluzioni che vado ad esporre.
Ho acquistato la mia proprietà nel 2006, quota proveniente da una divisione tra coeredi, di recente sono venuto in possesso del primo atto di acquisto, cioè dei nonni dei miei venditori, come dicevo , l’atto di origine, datato 1924 stabilisce una servitù che cito testualmente:
Nel fondo appartenente ai sigg……………. venduto come sopra in parti uguali tra i sigg.………………………..vi sono delle sorgenti sotterranee di acqua , delle quali però i venditori non garantiscono l’esistenza, avendo interessi i compratori a rintracciare e incanalare l’acqua stessa, per i bisogni dell’agricoltura e domestici, fra loro convengono che fatte a spese comuni le opere necessarie, ciascun proprietario, nella cui zona tali opere per necessità di cose dovranno essere fatte, dovrà permettere l’accesso all’altro, suoi eredi e successori e possessori precari, in questo caso vi sarebbero l’imposizione della servitù di passaggio e quella di attingere acqua restando in comunione la sorgente e le opere fatte a spese comuni, per tutto il resto si rimettono alle norme stabilito in materia delle acque del codice civile.
Il terreno sottratto alla coltivazione per essere adibito a vasca, canali ecc. sarà reintegrato all’altro proprietario che avrà come si è detto il diritto alla comunione e alle servitù mediante cessione di zona equivalente in senso materiale e dinnanzi il valore sarà determinato dall’effettiva occupazione del terreno per le opere da costruire, senza dover tenere conto della imposizione della servitù.
Facendo un giro di ricognizione, nelle particelle agricole limitrofe con le mie, tutte provenienti dalla stessa partita acquistata nel 1924, vi sono vari pozzi, varie fontane ed un a vasca, ho saputo con certezza che uno dei pozzi era in uso esclusivo dei miei venditori, inoltre facendo una ricerca storica in catasto, tutte le particelle confinanti provengono dalla partita originaria citata, visto che detta servitù non è stata mai abolita e né tantomeno menzionata nell’atto di divisione tra coeredi, avvenuto tre mesi prima del mio.
Nel mio atto di acquisto, le precisazioni recitano: Le vendite, che avvengono a corpo e non a misura, comprendono i connessi diritti, accessori, accessioni, pertinenze e servitù attive e passive. Posso io usufruire di tale servitù?, un grazie anticipatamente a tutti coloro che hanno delle risposte.