Poichè ho potuto notare che le risposte nel forum sono precise e puntuali, mi sono iscritto per poter a mia volta entrare in discussione.
Vi vorrei porre un quesito e delle assicurazioni su quanto di seguito esposto.
Sono in possesso di una casa acquistata prima del matrimonio. Dopo 7 anni mi sono sposato in regime di separazione dei beni (dichiarata in chiesa ma comunque con valore legale a tutti gli effetti) e siamo andati a vivere in questa casa. Ora dopo ulteriori 15 anni vorrei acquistare una 2° casa in località di villeggiatura e comunque distante solo di 25 km. Mia moglie lavora nel comune dove attualmente abbiamo la residenza.
Ora poichè a mia moglie spetta l'agevolazione della 1° casa poichè non solo non la mai avuta, ma non gode di nessun diritto reale di proprietà, uso, abitazione su tutto il territorio nazionale(se non abitare normalmente nella mia abitazione ma cio dovrebbe essere definito non un diritto reale ma normale coabitazione con il marito ed i figli dovuta al matrimonio).
Quindi Lei acquisterebbe la casa con l'agevolazione di 1° casa e trasferirebbe la propria residenza entro 18 mesi oppure importante entro 12 se si desidera recuperare gli interessi passivi dall'IRPEF al 19% (bisogna vedere se possibile poichè le rate del mutuo le pago io).
Preciso che Lei stipulerà il mutuo, però mi risulta che così facendo la base l'imponibile per il calcolo dell'imposta principale quella di Registro(I. Registro 3%, in luogo del 7% e due fisse:imp.catastale 168€, imp. ipotecaria 168€, in luogo del 2% e 1 %) NoN potrà essere determinata purtroppo dal Valore Catastale che (determinato moltiplicando 115,50 sulla rendita catastale aggiornata per la 1° casa e relative pertinenze, garage C6) nonostante il notevole incremento subito negli ultimi anni é comunque inferiore di 2/3 al prezzo efffettivo pattuito e corrispondente al mutuo 100% da richiedere. Per quest'ultima parte non credo vi possano essere problemi ai fini fiscali anche se il prezzo concordato dovesse essere superiore al mutuo, in quanto è necessario ai fini dell'agevolazione dichiararlo nell'atto e non comporta alcun incremento di imposte. Certo serve al Fisco poichè qualora venissero meno i requisiti potrebbero scattare una serie di sanzioni legate al prezzo dichiarato.
Ora non è chiaro (confermatemi questo) che anche il marito dovrebbe trasferire la residenza nel comune dove è collocata la casa e comunque meglio nella stessa poichè non si pagherebbe neanche l'ICI. Tutto ciò comunque non oltre 3 anni dal momento della scadenza dei 18 mesi necessari per stabilire la nuova residenza e permettere alle autorità competente di eseguire eventualmente le verifiche del caso. Successivamente si potrebbe ritornare a trasferire la residenza presso la 1° abitazione del marito.Aldilà di tutto ciò, esiste un altro problema per lo scrivente, cioè il mutuo lo farei accendere a mia moglie, ma le rate, particolarmente elevate, le pagherei io. Non credo ciò possa comportare problemi, poichè verrebbe inserito nell'atto per una migliore trasparenza, (mia moglie con un mutuo di soli 8 anni non potrebbe avere la capacità redittuale, ma anch'io, se non ricorrendo alle mie rendite di risparmio particolareggiate che verebbero messe a garanzia attraverso una fedeussione bancaria, che il mio Istituto accetterebbe anche se provenienti da un'altra banca). Allungare molto il mutuo non mi converrebbe, perchè verrebbero pagati troppi interessi e la spesa totale sarebbe esagerata ( es. 30 anni).
Ho un dubbio sulla possibilità da parte di mia moglie di detrarre o meno gli interessi passivi dal suo stipendio, poichè anche se il mutuo è suo le quote sono da me regolarizzate.
Desidero precisare che non si vuole evadere nulla, ma è corretto da parte del contribuente studiare tutte le fasi della legge in materia, per valutare se esiste la possibilità di risparmiare. In fondo il fisco a sua volta cerca in tutti i modi di assoggettare ad imposta il meglio che può, colpendo duramente gli evasori. Ma se ciò diventa soffocante, l'economia si spegne, perchè invece di incentivare le compra-vendite le blocca, deteminando così la crisi. Si sa che l'edilizia è il motore principale dell'economia.
Un'altra idea che mi è venuta sarebbe quella di richiedere io il mutuo, in modo che l'acquirente della casa risulta non aver ricorso ad un finanziamento, bensi accettato una donazione in denaro dal marito che versa le rate. Questo sarebbe utile a mio avviso per avere un ulteriore abbattimento delle imposte determinate sul valore catastale e non quelle del mutuo o valore del costo della casa. La donazione in denaro, non dovrebbe essere colpita per i parenti in linea diretta compresa la moglie (separata ma non divorziata) se non oltre un milioni di euro.
Certo che così facendo io non avrei un mutuo dalla banca favorevole, perchè non soggetto acquirente della prima casa. In questa ultima parte bisogna vedere quello che è più conveniente fare.
Diversamente non so se possibile, donare l'mmobile ai figli minorenni ed acquistare io l'abitazione riacquistando i benefici di 1° casa, perchè in tal modo, io che non ho un lavoro da dipendente sarei più facilitato a trasferire la residenza, mentre mia moglie salvo 2 volte alla settimana vivrebbe con i figli nell'abitazione a loro donata.
Certo che in tal caso ci sono ulteriori imposte che credo solo al 3% sul valore catastale e le due fisse da tenere conto.
Potete confermarmi quanto espresso.
grazie molte per l'interessamento.
Vi vorrei porre un quesito e delle assicurazioni su quanto di seguito esposto.
Sono in possesso di una casa acquistata prima del matrimonio. Dopo 7 anni mi sono sposato in regime di separazione dei beni (dichiarata in chiesa ma comunque con valore legale a tutti gli effetti) e siamo andati a vivere in questa casa. Ora dopo ulteriori 15 anni vorrei acquistare una 2° casa in località di villeggiatura e comunque distante solo di 25 km. Mia moglie lavora nel comune dove attualmente abbiamo la residenza.
Ora poichè a mia moglie spetta l'agevolazione della 1° casa poichè non solo non la mai avuta, ma non gode di nessun diritto reale di proprietà, uso, abitazione su tutto il territorio nazionale(se non abitare normalmente nella mia abitazione ma cio dovrebbe essere definito non un diritto reale ma normale coabitazione con il marito ed i figli dovuta al matrimonio).
Quindi Lei acquisterebbe la casa con l'agevolazione di 1° casa e trasferirebbe la propria residenza entro 18 mesi oppure importante entro 12 se si desidera recuperare gli interessi passivi dall'IRPEF al 19% (bisogna vedere se possibile poichè le rate del mutuo le pago io).
Preciso che Lei stipulerà il mutuo, però mi risulta che così facendo la base l'imponibile per il calcolo dell'imposta principale quella di Registro(I. Registro 3%, in luogo del 7% e due fisse:imp.catastale 168€, imp. ipotecaria 168€, in luogo del 2% e 1 %) NoN potrà essere determinata purtroppo dal Valore Catastale che (determinato moltiplicando 115,50 sulla rendita catastale aggiornata per la 1° casa e relative pertinenze, garage C6) nonostante il notevole incremento subito negli ultimi anni é comunque inferiore di 2/3 al prezzo efffettivo pattuito e corrispondente al mutuo 100% da richiedere. Per quest'ultima parte non credo vi possano essere problemi ai fini fiscali anche se il prezzo concordato dovesse essere superiore al mutuo, in quanto è necessario ai fini dell'agevolazione dichiararlo nell'atto e non comporta alcun incremento di imposte. Certo serve al Fisco poichè qualora venissero meno i requisiti potrebbero scattare una serie di sanzioni legate al prezzo dichiarato.
Ora non è chiaro (confermatemi questo) che anche il marito dovrebbe trasferire la residenza nel comune dove è collocata la casa e comunque meglio nella stessa poichè non si pagherebbe neanche l'ICI. Tutto ciò comunque non oltre 3 anni dal momento della scadenza dei 18 mesi necessari per stabilire la nuova residenza e permettere alle autorità competente di eseguire eventualmente le verifiche del caso. Successivamente si potrebbe ritornare a trasferire la residenza presso la 1° abitazione del marito.Aldilà di tutto ciò, esiste un altro problema per lo scrivente, cioè il mutuo lo farei accendere a mia moglie, ma le rate, particolarmente elevate, le pagherei io. Non credo ciò possa comportare problemi, poichè verrebbe inserito nell'atto per una migliore trasparenza, (mia moglie con un mutuo di soli 8 anni non potrebbe avere la capacità redittuale, ma anch'io, se non ricorrendo alle mie rendite di risparmio particolareggiate che verebbero messe a garanzia attraverso una fedeussione bancaria, che il mio Istituto accetterebbe anche se provenienti da un'altra banca). Allungare molto il mutuo non mi converrebbe, perchè verrebbero pagati troppi interessi e la spesa totale sarebbe esagerata ( es. 30 anni).
Ho un dubbio sulla possibilità da parte di mia moglie di detrarre o meno gli interessi passivi dal suo stipendio, poichè anche se il mutuo è suo le quote sono da me regolarizzate.
Desidero precisare che non si vuole evadere nulla, ma è corretto da parte del contribuente studiare tutte le fasi della legge in materia, per valutare se esiste la possibilità di risparmiare. In fondo il fisco a sua volta cerca in tutti i modi di assoggettare ad imposta il meglio che può, colpendo duramente gli evasori. Ma se ciò diventa soffocante, l'economia si spegne, perchè invece di incentivare le compra-vendite le blocca, deteminando così la crisi. Si sa che l'edilizia è il motore principale dell'economia.
Un'altra idea che mi è venuta sarebbe quella di richiedere io il mutuo, in modo che l'acquirente della casa risulta non aver ricorso ad un finanziamento, bensi accettato una donazione in denaro dal marito che versa le rate. Questo sarebbe utile a mio avviso per avere un ulteriore abbattimento delle imposte determinate sul valore catastale e non quelle del mutuo o valore del costo della casa. La donazione in denaro, non dovrebbe essere colpita per i parenti in linea diretta compresa la moglie (separata ma non divorziata) se non oltre un milioni di euro.
Certo che così facendo io non avrei un mutuo dalla banca favorevole, perchè non soggetto acquirente della prima casa. In questa ultima parte bisogna vedere quello che è più conveniente fare.
Diversamente non so se possibile, donare l'mmobile ai figli minorenni ed acquistare io l'abitazione riacquistando i benefici di 1° casa, perchè in tal modo, io che non ho un lavoro da dipendente sarei più facilitato a trasferire la residenza, mentre mia moglie salvo 2 volte alla settimana vivrebbe con i figli nell'abitazione a loro donata.
Certo che in tal caso ci sono ulteriori imposte che credo solo al 3% sul valore catastale e le due fisse da tenere conto.
Potete confermarmi quanto espresso.
grazie molte per l'interessamento.