ivan71

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Salve,

con riferimento ad una Cooperativa edilizia vorrei sapere, se nel fissare il prezzo di vendita al mq degli alloggi da assegnare ai soci a titolo di proprietà (una volta terminata la costruzione), esiste un prezzo-parametro oltre il quale verrebbe meno lo scopo mutualistico. In altri termini, vorrei sapere quando lo scopo mutualistico di una cooperativa è riconducibile a quello di lucro (con il quale ovviamente è inconciliabile), carattere questo proprio dell’imprenditore commerciale, per cui un socio di una cooperativa edilizia può contestare il prezzo di vendita dell’immobile in costruendo, essendo lo stesso assimilabile a quello che un imprenditore farebbe sul libero mercato.
 

Dimaraz

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Contraddizione in termini.
In una cooperativa mutualistica non dovrebbe esistere lo scopo di lucro...il prezzo di vendita è il risultato del recupero dei soli costi senza obbiettivo di "utili".

Ammesso e non concesso che per qualche strana ragione ne risultassero andrebbero ripartiti fra tutti.
 

Gianco

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Bisogna tener presente che nel momento in cui una cooperativa deve realizzare i fabbricati, si deve necessariamente rivolgere ad un'impresa edile con la quale tratterà il prezzo. Ed evidentemente quest'ultima eseguirà l'opera con una prevedibile quota di lucro. Il costo, determinato con il prezzo/mc di fabbricato servirà per ottenere il mutuo. Poi la contrattazione avverrà sulla base degli accordo con l'impresa e delle caratteristiche e rifiniture dei fabbricati.
 

Dimaraz

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Forse Ivan lamenta il fatto che il prezzo risultante è identco a quanto reperibile sul mercato.
Con la compressione dei prezzi determinata dalla crisi la cosa è perfettamente spiegabile...senza sottovalutare che è sempre difficile confrontare i "livelli qualitativi" di costruttori diversi.
 
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Gianco

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Quando commissioni ad un'impresa un lavoro per 50 unità abitative, spunti un prezzo decisamente migliore se fossero 5. Credo ne convenga.
 

ivan71

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Il mio quesito parte dalla considerazione che di fronte ad una edilizia convenzionata-sovvenzionata (si intende in questa fattispecie concreta che il suolo è stato ceduto dal Comune dopo un apposito bando al quale hanno partecipato più soggetti ma senza contributi in conto capitale o interesse ), la cooperativa deve avere "necessariamente" come riferimento un prezzo minimo stabilito da appositi regolamenti, atti o convenzioni ??? (Settore 04 edilizia pubblica abitativa - 04 Settore edilizia pubblica abitativa - Nuovo portale della Regione Campania --- vedasi competenze denominate "determinazione dei limiti massimi di costo per l' edilizia sovvenzionata, agevolata - convenzionata, acquisto alloggi")
 

Gianco

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Si da il caso che io nel 1972 abbia fatto parte di una cooperativa edilizia che ha ottenuto le aree in un piano di zona di edilizia economica popolare. Come cooperativa abbiamo realizzato tutto il complesso appaltando tutte le opere ad un costo estremamente basso, se non ricordo male a £ 42.000.000/unità immobiliare per mc 320/ab. Evidentemente le migliorie rispetto al capitolato, ciascuno se le è dovute pagare a parte. L'impresa che ha eseguito i lavori era una cooperativa d'imprese edili facenti parte anch'esse della lega delle cooperative. Sebbene i lavori non fossero eccellenti abbiamo ottenuto un trattamento di tutto favore. Vero è che poi il costo delle aree è lievitato quando la causa promossa dai vecchi proprietari ha ottenuto il riconoscimento di un prezzo superiore a quello agricolo di base.
 

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