Luigi Criscuolo

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magia2002

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Proprietario Casa
In sede penale ad oggi non sono riusciti a trovare i colpevoli per insufficenza di prove .
Diverso e' il discorso in sede civile , giustamente la struttura ospedaliera e lo Stato devono indennizzare i parenti perche' appunto non sono stati capaci ad educare e a tenere sotto controllo medici e secondini . I sorprusi e gli abusi che effettua lo Stato sul singolo cittadino sono la norma , ben venga che un caso su un milione paghi qualcosa . Quello che esce fuori come notizia sui giornali e' sempre la punta dell' iceberg ( 1 su un milione ) .
saluti Giuseppe
 

Gianco

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Professionista
Io ho sentito che i familiari sono già stati risarciti con € 1.200.000. Come al solito stiamo a discutere dell'affidabilità della nostra giustizia. C'è da rammaricarcene.
 

pippopeppe

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Impresa
in tutta questa vicenda è da mettere in evidenza il vero elemento scatenante la rabbia di tutti anche mia contro l'atteggiamento degli agenti coinvolti.
questi signori andrebbero cacciati solo per gli atteggiamenti negativi che hanno assunto durante lo svolgimento del processo, tipo gestacci e male parole contro la famiglia cucchi. costoro gettano discredito su tutti quegli operatori di giustizia seri e molto professionali (e ne conosco tanti) che si sacrificano per poche centinaia di euro al mese e nonostante tutto sono sempre pronti a darci una mano.
per me questi signori con il loro comportamento negativo hanno avvalorato la loro colpevolezza e favorito le pretese dei cucchi.
 

Luigi Criscuolo

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in tutta questa faccenda è auspicabile che la Cassazione rimandi il giudizio allaCorte di Appello in modo che con un nuovo processo si possano stabilire le responsabilità di ogni persona coinvolta: dai poliziotti che l' hanno fermato, ai secondini che l'hanno avuto in custodia, ai medici dove è stato portato.
Certo è che ci sono persone che una volta fermate, per il loro atteggiamento che assumono nei confronti dei tutori, indispongono quest'ultimi; e questo anche nei confronti dei medici.
Ora, il livello culturale di queste persone, in senso generico, non è alla altezza di saper gestire questi individui, non credo che glielo insegnino nei corsi, ammesso che questi corsi siano frequentati con profitto prima che il personale diventi operativo.
L'opinione degli addetti ai lavori è che il carcere deve essere sopratutto luogo per la riabilitazione della persona e non di espiazione della pena: opinione che non è pienamente condivisa da una larga schiera di cittadini italiani. Perché questo pensiero diventa una utopia nella applicazione pratica quotidiana sia per il carattere e l'atteggiamento dei reclusi, sia per l'incapacità di gestire queste persone da parte degli agenti di custodia.
Poi basta pensare anche alla recente condanna europea per l'insufficienza di spazio minimo per i reclusi.
 

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