Però a volte il locatore non può limitarsi a compensare i costi fissi dell'immobile, se il reddito da locazione per lui è importante o addirittura necessario.
Anch'io avevo premesso che molto dipende da quanto il reddito da locazione è necessario per il locatore.
Ma questo aspetto conta fino ad un certo punto.
Quello che volevo intendere, in altre parole potrei riassumerlo così:
1) Se il conduttore non può più pagare si va incontro a dover dichiarare un reddito che di fatto non viene percepito. Le strade sono lo sfratto: che di questi tempi non è immediato, o la riduzione del canone, anche effettuata a posteriori, con cui assorbire la morosità maturata, in modo da non avere pure la beffa di pagare imposte su importi non incassati.
A conti fatti, la riduzione del canone forse salva un po' capra e cavoli.
Di quanto? Gli estremi sono chiari: se lo sconto è misero, non si risolve nulla e il conduttore si riterrà preso in giro (come coi ristori di briciole)
Se lo sconto è troppo elevato, si chiama far beneficienza.
Se partiamo dal principio di con-patire con l'inquilino e condividere i danni economici provocati dalle chiusure varie, il 40% di riduzione sembrerebbe farsene carico circa metà per uno, ipotizzando che il delta del 20% copra comunque le imposte IMU.