esclusa comunque ogni possibilità di periodiche capitalizzazioni.
Premesso che condivido le sentenze della Cassazione contro le capitalizzazioni degli interessi passivi dei debiti nei rapporti tra banca/finanziaria e debitore, ho qualche dubbio sull'ammontare degli interessi calcolati sulle somme che vengono consegnate a titolo di cauzione nei contratti d'affitto. Queste, secondo un assodato principio generano interessi, almeno legali; chi ha la titolarità di questi interessi? Sembra, senza ombra di dubbio, che la titolarità spetti a chi ha dato la cauzione. Ora, ogni 12 mesi, chi detiene la somma deve versare a chi ha dato la medesima somma gli interessi legali che detta somma ha maturato. Si tratta di interessi semplici in quanto si riferiscono ad una annualità di deposito. Se questi interessi non vengono prelevati rimangono nella disponibilità del detentore. Gli interessi della annualità successiva non sarà calcolata sulla originale giacenza ma sulla giacenza corrispondente alla giacenza originaria aumentata degli interessi non prelevati. Si genera così un interesse composto.
Faccio un esempio: se il capitale iniziale è di 1000 € , con un interesse del 3% annuo dopo 5 anni se faccio il calcolo come interesse semplice avrò 1.150 € ma se faccio il calcolo con l'interesse composto avrò 1.159,27 €.
Ora ti pongo una domanda: al di là della cifra modesta dell'esempio, la differenza di 9,27 € è giusto che li trattenga chi ha ricevuto la somma iniziale a titolo di cauzione?
Nel caso specifico del postante qui si parla di interessi ultratrentennali.
Diverso è il discorso da applicare alle banche/finanziarie le quali non si vedono rientrare una rata della somma prestata. E' giusto fare pagare gli interessi sulla rata non versata, ma il debito è sempre la rata non versata più gli interessi che questa rata non pagata genera ogni annualità e non far pagare la nelle annualità successive alla prima gli interessi su una somma corrispondente alla rata non pagata aumentata degli interessi = anastocismo.