Nel condominio dove abita un mio cugino sono arrivati a questa situazione: il condomino del piano attico, che occupa l'intero piano, avendo fatto lavori di coibentazione termica sui muri perimetrali esterni e sul suo tetto, ha comunicato all'amministratore di volersi distaccare dall' impianto di riscaldamento centralizzato e a tale riguardo le ha mandato una perizia di un Perito Termotecnico il quale, dopo aver giocato con i dati a disposizione (potenza della caldaia, cubatura da riscaldare ecc... ecc... ) ha sostenuto che il distacco non comporterà alcun aggravio di costi per gli altri condomini se si riduce proporzionalmente al volume dell'appartamento distaccato, la potenza della caldaia. Il condomino non intende montare alcun impianto di riscaldamente se non sfruttare, quando dovesse servire, la pompa di calore del condizionatore, in quanto ha sostenuto di tenere attualmente i termosifoni spenti e di avere comunque in casa una temperatura secondo la legge (20+10%).
Siccome il condomino, da solo, ha quasi il 19 % del valore millesimale della tabella riscaldamento un altro condomino ha trovato un professionista che ha fatto una propria relazione nella quale sostiene che se si riduce la potenza della caldaia la temperatura degli ambienti ne risentirà e che creerà disagio agli altri condomini ed ha puntato il dito sul fatto che, siccome l'impianto è fatto con colonne montanti che attraversano anche il piano attico, il condomino di questo piano risente sempre dei benefici del funzionamento dell'impianto di riscaldamento.
L'amministratore, una giovane signora non sa cosa fare, perché dice che la legge non affronta il caso, anche perché i condomini non vogliono andare per le vie legali.
Mio cugino si è rivolto a me pensando di trovare risposta.
Secondo voi in questo caso l'amministratore deve continuare ad emettere le bollette secondo il bilancio preventivo anche al condomino che formalmente si è distaccato?
Siccome il condomino, da solo, ha quasi il 19 % del valore millesimale della tabella riscaldamento un altro condomino ha trovato un professionista che ha fatto una propria relazione nella quale sostiene che se si riduce la potenza della caldaia la temperatura degli ambienti ne risentirà e che creerà disagio agli altri condomini ed ha puntato il dito sul fatto che, siccome l'impianto è fatto con colonne montanti che attraversano anche il piano attico, il condomino di questo piano risente sempre dei benefici del funzionamento dell'impianto di riscaldamento.
L'amministratore, una giovane signora non sa cosa fare, perché dice che la legge non affronta il caso, anche perché i condomini non vogliono andare per le vie legali.
Mio cugino si è rivolto a me pensando di trovare risposta.
Secondo voi in questo caso l'amministratore deve continuare ad emettere le bollette secondo il bilancio preventivo anche al condomino che formalmente si è distaccato?