Eccomi.
Premetto che ritengo di aver avuto risposta alla mia domanda e ringrazio.
Quanto alla discussione accademica, se a qualcuno può interessare, mi sono fatta questa idea:
La risposta all'interpello del professionista si riferisce a quel caso specifico. Sull'eventuale corrispettivo pattuito ci pagherà l'IRPEF e caricherà il 22% di IVA perché quella è l'aliquota delle sue prestazioni.
"Risposta n. 243/2022
Con riferimento al quesito in esame, nel condividere la soluzione prospettata dall'lstante, si ritiene che rientri tra i compensi connessi alla prestazione professionale, e come tale assoggettato a tassazione ai sensi del medesimo articolo 54 del TUIR, anche l'eventuale corrispettivo pattuito con il cliente per "l'attualizzazione del credito ricevuto". Ai fini IVA, anche tale corrispettivo concorrerà, quindi, a formare la base imponibile e, come tale, assoggettato ad imposta con aliquota ordinaria."
La successiva circ. 23/E (23 giugno 2022) inserisce pari pari il caso alla voce "Applicazione dello sconto da parte del professionista che rilascia il visto di conformità"
La nostra situazione è diversa. Si parla di lavori edili che qualcuno potrebbe anche decidere di non fare se non gli viene concesso lo sconto in fattura. La ditta può accordarsi per riaddebitare al committente le spese che avrà per la cessione del credito alla Banca. La situazione è: c'è una prestazione principale (lavori edili), e una prestazione accessoria (lo sconto in fattura con gli oneri finanziari richiesti). Prestazione "accessoria" perché rende possibile la realizzazione della principale: senza di lei la principale non verrebbe eseguita. Ma allora si è nel caso dell'art. 12 del DPR 633/1972 e la prestazione accessoria è ricaricata della stessa aliquota della principale, che per i lavori è il 10%.
Nel nostro caso avremmo fatto i lavori ugualmente: allora lo sconto in fattura diventa prestazione "autonoma", si cade nell'art. 10 del DPR 633/72 (comma 1, n 1): esenzione da IVA.
Questa interpretazione mi si è andata formando anche e soprattutto da schede del Sole 24 Ore, di Confedilizia e altri autorevoli. Sbagliano? Ho capito male io?
Premetto che ritengo di aver avuto risposta alla mia domanda e ringrazio.
Quanto alla discussione accademica, se a qualcuno può interessare, mi sono fatta questa idea:
La risposta all'interpello del professionista si riferisce a quel caso specifico. Sull'eventuale corrispettivo pattuito ci pagherà l'IRPEF e caricherà il 22% di IVA perché quella è l'aliquota delle sue prestazioni.
"Risposta n. 243/2022
Con riferimento al quesito in esame, nel condividere la soluzione prospettata dall'lstante, si ritiene che rientri tra i compensi connessi alla prestazione professionale, e come tale assoggettato a tassazione ai sensi del medesimo articolo 54 del TUIR, anche l'eventuale corrispettivo pattuito con il cliente per "l'attualizzazione del credito ricevuto". Ai fini IVA, anche tale corrispettivo concorrerà, quindi, a formare la base imponibile e, come tale, assoggettato ad imposta con aliquota ordinaria."
La successiva circ. 23/E (23 giugno 2022) inserisce pari pari il caso alla voce "Applicazione dello sconto da parte del professionista che rilascia il visto di conformità"
La nostra situazione è diversa. Si parla di lavori edili che qualcuno potrebbe anche decidere di non fare se non gli viene concesso lo sconto in fattura. La ditta può accordarsi per riaddebitare al committente le spese che avrà per la cessione del credito alla Banca. La situazione è: c'è una prestazione principale (lavori edili), e una prestazione accessoria (lo sconto in fattura con gli oneri finanziari richiesti). Prestazione "accessoria" perché rende possibile la realizzazione della principale: senza di lei la principale non verrebbe eseguita. Ma allora si è nel caso dell'art. 12 del DPR 633/1972 e la prestazione accessoria è ricaricata della stessa aliquota della principale, che per i lavori è il 10%.
Nel nostro caso avremmo fatto i lavori ugualmente: allora lo sconto in fattura diventa prestazione "autonoma", si cade nell'art. 10 del DPR 633/72 (comma 1, n 1): esenzione da IVA.
Questa interpretazione mi si è andata formando anche e soprattutto da schede del Sole 24 Ore, di Confedilizia e altri autorevoli. Sbagliano? Ho capito male io?