Recapito postale e telefonico con disdetta

[uva]

non basta di certo questo per contestare un uso promiscuo.

Sì.
Ma nel mio post precedente ho aggiunto che l'uso promiscuo si può dedurre dal fatto che, oltre alla targhetta sulla cassetta della posta, dal certificato di iscrizione alla Camera di Commercio (non mi ricordo se si chiama REA) risulta la sede legale o una sede secondaria della ditta.
O se @pepepepe1 abbia intenzione di registrarla.
Questo andrebbe chiarito.

 

[Gianco]

Il fatto di avere il recapito non vuol dire che ci svolga l'attività.

 

[Dimaraz]

dal certificato di iscrizione alla Camera di Commercio (

Non mi risulta che @pepepepe1 abbia scritto che anche l'iscrizione al Registro CCIAA/REA riporti il suo indirizzo.
Se poi tale indirizzo risulta come residenza/domicilio del titolare o AD della ditta ancora non significa che la stessa sia sede della ditta o vi eserciti attività.

 

[Luigi Barbero]

Mi hai fatto ricordare un tizio che abitava vicino a casa mia quando ancora abitavo a Torino.
C'era un operaio che ogni mattina andava al lavoro, faceva l'elettricista alle dipendenze di una piccola azienda, e verso le 17,30/18,00 con ancora la tuta da lavoro, rientrava e casa, faceva la doccia, si rivestiva con abiti civili, pulito. pettinato e profumato, si recava in un vicino negozietto di alimentari a far la spesa .Un bel giorno venne assunto dall' Enel e improvvisamente cambiarono anche le sue abitudini di acquisto: al rientro dal lavoro, invece di andare a casa a far la doccia e rivestirsi, iniziò ad andare direttamente al negozio vestito ancora in tuta da lavoro ma con una bella etichetta ENEL sul taschino pettorale.
Mi scuso per l'intervento poco appropriato.

Alle volte anche io facevo come quell'operaio. Ma non era ostentazione. Era necessita'. Dato che la maggior parte di noi, operai di Enel, eravamo "reperibili" fino alle 22. Poi, toccava a quelli che avrebbero preso servizio il mattino dopo.....

 

[uva]

Non mi risulta

Non risulta neppure a me!
Infatti nei miei post n. #9 e n. #11 ho scritto che questo particolare andrebbe chiarito.

Mi riferisco ad un eventuale indirizzo della ditta: non sappiamo se si tratta di una società, oppure di una ditta individuale la cui sede potrebbe (come avviene spesso per le piccole ditte individuali) coincidere con l'abitazione dove risiede il titolare.

 

[uva]

Il fatto di avere il recapito non vuol dire che ci svolga l'attività.

Occorre controllare cosa risulta alla Camera di Commercio / REA.
Anche se la sede della ditta è altrove, l'apertura di una "unità locale" nell'abitazione dove risiede @pepepe1 può impedire alla proprietaria l'opzione per la cedolare secca.

 

[alberto bianchi]

Alle volte anche io facevo come quell'operaio. Ma non era ostentazione. Era necessita'. Dato che la maggior parte di noi, operai di Enel, eravamo "reperibili" fino alle 22. Poi, toccava a quelli che avrebbero preso servizio il mattino dopo.....

I soliti fortunati delle vecchie aziende parastatali

 

[Dimaraz]

Anche fosse un recapito postale di "appoggio" presso un proprio "rappresentante/socio/dipendente" non significa che la ditta abbia stabilito una "sede/filiale".

Direi che si sta sconfinando nella fantasia e nelle illazioni...e l'interessato si sia pure eclissato.

 

[Luigi Barbero]

I soliti fortunati delle vecchie aziende parastatali

Sai che divertimento! Dopo 8 ore di lavoro (non ridere, per piacere! Perche' si lavorava davvero) aspettare altre 5ore per essere libero e non correre il rischio di dover intervenire per qualche guasto, magari alle 21,30 e lavorare anche la notte. Ovvio che il giorno dopo avresti saltato il lavoro se l'intervento si fosse protratto fino oltre le 24. Ma a quel punto, anche tornare a casa verso l'una o le due diventava faticoso. Anche perche', normalmente I guasti seri avvenivano sempre in inverno. E a Torino o a Superga, Cavoretto, ecc. ecc. sai che divertimento....

 

[alberto bianchi]

Non ho mai pensato che lo stato di reperibilità sia un divertimento, specialmente negli anni in cui l'inverno durava 5 mesi e con temperature ben più rigide di quelle attuali, mi riferivo al trattamento economico e previdenziale rispetto a quello del settore privato.