20 dic 2014
Le radici sempre più profonde della mafia al Nord
Il generale Ferla, direttore della Dia, presenta i dati del 2014 e analizza i nuovi terreni della criminalità organizzata
La criminalità è come un virus mutante. Cambia pelle e si adatta alle situazioni: va bloccato con forza. Lottando insieme. Il vaccino è la prevenzione, il rafforzamento dell'attività investigativa sul territorio e una grande battaglia culturale contro la corruzione.
Così ha dichiarato, in una lunga e dettagliata intervista resa all'Adnkronos,
il generale Nunzio Antonio Ferla, direttore della Dia, traccia il punto sulla lotta alla criminalità organizzata. L'occasione è la presentazione dei risultati operativi conseguiti nel 2014 dalla Direzione investigativa antimafia, che nell'anno in corso ha portato ''al sequestro di beni per oltre 2,6 miliardi di euro e a confische per un valore di quasi 530 milioni di euro''.
''La criminalità organizzata -fa notare il numero uno della Dia- sta vivendo una fase di radicale trasformazione, espandendosi in aree di maggiore sviluppo rispetto ai territori di elezione. Un fenomeno che risulta evidente se si prende in considerazione il dato dei provvedimenti interdittivi antimafia. S
i vede infatti che le imprese interdette hanno sede nella quasi totalità dei casi al Nord, e precisamente in Lombardia, Emilia, Piemonte e Veneto. Ma i relativi titolari sono risultati legati, per vincoli parentali o per relazioni di affari, con persone o imprese del Sud''.
La Dia, spiega ancora Ferla, ''sta attualmente coordinando 299 inchieste contro la criminalità organizzata, di cui 55 di iniziativa e 244 su delega dell'autorità giudiziaria. Nel 2014 sono state concluse 85 operazioni che hanno portato a 139 provvedimenti restrittivi''.
Nel corso dell'ultimo anno la Direzione Investigativa Antimafia ha monitorato 1.887 imprese al fine di reprimere fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici. Ha inoltre svolto accertamenti su 16.051 persone fisiche e compiuto 162 ispezioni all'interno di cantieri dove sono state controllate 4.668 persone, 1.165 imprese e 2.892 mezzi.
Prendendo spunto dal motto della Dia, 'l'unione fa la forza', il generale di divisione della Guardia di Finanza, dallo scorso ottobre a capo della Dia, rimarca: ''C'è molta richiesta di Dia sul territorio. Rilanciamo la lotta alla criminalità nel nostro ruolo di tutela del sistema finanziario dai tentativi di corruzione e riciclaggio. Oltre a qualificare la propria attività nelle investigazioni giudiziarie, la Dia è impegnata in attività preventive rivolte al contrasto delle infiltrazioni della criminalità mafiosa nell'economia legale e all'individuazione ed aggressione dei patrimoni mafiosi''.