La professoressa di italiano diceva: è meglio accentuare dò voce del verbo dare, per non confonderlo con do nota musicale, chiedo gentilmente parere
Le grammatiche prescrivono di limitare l'accento alla sola terza persona singolare maschile dell'indicativo presente:
egli dà. Invece poi, nell'uso, incontriamo accentate anche la prima e la seconda persona singolare,
io dò, tu dài, e la terza persona plurale,
essi dànno. Un accento in più non guasta. Guardate che seminìo d'accenti fanno i Francesi e gli Spagnoli. Gli stessi nostri scrittori vanno a loro gusto: "La tessera / al secco taglio dài de la guardia" (Carducci); "Questo danno ci dài, questo scorno / ci dài" (D'Annunzio); "I Malatesti non dànno quartiere" (D'Annunzio); "Se gli dài i bigliettoni da mille (Moravia); "Si dànno al fuoco i casotti del dazio" (Carlo Levi).
Regole fisse, dunque, non ce ne sono; ma se dovessi dare un consiglio direi: accentate più che potete, non fa male all'occhio, ed evita qualche errore. D'Annunzio accentò perfino il passato remoto
désti: "Fiori tu désti alla città natale", certo per avvertire subito l'occhio della giusta pronuncia chiusa della vocale
e.