il problema è complesso perchè da un'unica unità immobiliare se ne sono create due, con diverse destinazioni d'uso e due diverse propietà.
Considerando la descrizione del rogito ’84 agli atti sembrerebbe che tra il 1967 e il 1984 non si sia fatto nessun aumento di cubatura , infatti in quel anno parrebbe essere stato rogitato un fabbricato di vecchia costruzione così descritto: due vani, cucina e bagno al p.t e due vani, bagno e terrazza al p.1.
Tale descrizione non corrisponde a quella di costruzione, potrebbe essere utile una visura catastale storica per capire da quando risulta variazione al P.I … ma ricordiamo che all’epoca non era ancora in vigore la Legge 28/02/1985 n. 47 che ha dettato nuove norme sugli abusi edilizi, quindi possiamo presumere che il tetto a 4 falde sia stato trasformato in terrazzo prima del settembre 1967 e non ci deve riguardare.
I pasticci sono iniziati nell’86 quando sono stati autorizzati il cambio di destinazione d’uso e modifiche edilizie, da abitazione a laboratorio artigianale, riferendosi solo al P.T senza - far menzione di frazionamento in due unità.
Contestualmente parrebbe che sia stato ristrutturato internamente il piano primo creando un disimpegno e uno spazio cottura, cosicchè si è creato un laboratorio al P.T. e l’unità abitativa è stata trasferita al P.I, senza richiedere la necessaria variante per integrare i lavori che si andavano a fare, Si è provveduto al nuovo accatastamento dimenticandosi di regolarizzare le cose in comune.
Fino al luglio 91 P.T e P.I risultano essere ancora di unica proprietà, a breve i due piani vengono venduti separatamente sulla base dei soli dati catastali. I proprietari seguenti hanno acquistato anche eventuali irregolarità e l’onere di doverli sistemare. Bisognerebbe accertare se sono stati chiusi i lavori al P.T. e concessa la nuova agibilità.Va da se che dovrebbe, per correttezza, essere informato anche il proprietario del P.T, essendoci il rischio che si scopra qualche irregolarità nel frazionamento e di conseguenza…
A mio avviso al ns amico non resta che chiedere al comune un accertamento di conformità per il P.I. e lasciare che sia il comune a proporre il da farsi.