Salve a tutti,
Vi sottopongo un problema relativo alla vendita di un ex cespite C/2 trasformato in A/2. Il preliminare di vendita è stato siglato, il notaio ritiene che la documentazione sia in regola ma si è impuntato sulla legittimità dell'agibilità acquisita per silenzio assenso.
Per ció che concerne l'agibilità abbiamo consegnato allo studio notarile la richiesta protocollata dall’ufficio tecnico (comune di Roma) e dichiarato che, poiché tale ufficio non è intervenuto né ha mosso qualsivoglia obiezione (l’abbiamo presentata alcuni anni fa), l’agibilità si ritiene acquisita per silenzio assenso.
Qui accade qualcosa che (in quasi vent’anni di compravendite) non ci era mai capitata: il notaio ritiene che il "silenzio assenso" non sia sufficiente e chiede che sia presentata una “richiesta di silenzio assenso in forma esplicita” a cui l’ufficio tecnico dovrà replicare asseverando che il cespite è effettivamente dotato del certificato di agibilità.
Ora, poiché al comune di Roma cominciano a cavillare anche per una virgola, chiedo:
Posto che l’art. 20, comma 1, legge 241/90 , modificata dalla legge n. 15/2005 e succ. dalla legge n. 80/2005 e art. 25 comma 4 D.P.R.380/2000 statuisce che se l’ufficio tecnico a cui è presentata una richiesta di agibilità non interviene/obietta entro 90 giorni essa si ritiene acquisita per silenzio assenso, è davvero mio obbligo presentare una richiesta “in forma esplicita”?
Grazie a chi vorrà rispondere.
Vi sottopongo un problema relativo alla vendita di un ex cespite C/2 trasformato in A/2. Il preliminare di vendita è stato siglato, il notaio ritiene che la documentazione sia in regola ma si è impuntato sulla legittimità dell'agibilità acquisita per silenzio assenso.
Per ció che concerne l'agibilità abbiamo consegnato allo studio notarile la richiesta protocollata dall’ufficio tecnico (comune di Roma) e dichiarato che, poiché tale ufficio non è intervenuto né ha mosso qualsivoglia obiezione (l’abbiamo presentata alcuni anni fa), l’agibilità si ritiene acquisita per silenzio assenso.
Qui accade qualcosa che (in quasi vent’anni di compravendite) non ci era mai capitata: il notaio ritiene che il "silenzio assenso" non sia sufficiente e chiede che sia presentata una “richiesta di silenzio assenso in forma esplicita” a cui l’ufficio tecnico dovrà replicare asseverando che il cespite è effettivamente dotato del certificato di agibilità.
Ora, poiché al comune di Roma cominciano a cavillare anche per una virgola, chiedo:
Posto che l’art. 20, comma 1, legge 241/90 , modificata dalla legge n. 15/2005 e succ. dalla legge n. 80/2005 e art. 25 comma 4 D.P.R.380/2000 statuisce che se l’ufficio tecnico a cui è presentata una richiesta di agibilità non interviene/obietta entro 90 giorni essa si ritiene acquisita per silenzio assenso, è davvero mio obbligo presentare una richiesta “in forma esplicita”?
Grazie a chi vorrà rispondere.