quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
No. Caso mai, resta l'iscrizione anagrafica.
Ma se l'iscrizione anagrafica non corrisponde (più) al luogo di effettiva dimora abituale (la residenza), l'ufficiale di anagrafe adotterà i necessari provvedimenti per adeguare le sue risultanze alla reale situazione di fatto. Anche d'ufficio.
Questo è il punto!!! Come fa l'ufficiale ad accertarlo e come a fissarne l'inizio temporale??? In assenza della mancata comunicazione al nuovo "indirizzo"...L'esempio di Dimarraz non è peregrino e rientra nelle aspirazioni più comuni dei cittadini contro
l'asfissia delle leggi. Mantengo la "residenza" pur viaggiando o spostandomi in lungo e in largo per un qualsivoglia territorio in assoluta riservatezza e per tempi lunghissimi.
Le probabilità di farla franca con l'anagrafe primaria sono corpose. Anche a fronte di segnalazioni anonime. E che la differenza fra prima e seconda casa vada a farsi fot....e
e vada di traverso al maialone che l'ha ideata. Da un sempre indignato quiproquo.
 
Ultima modifica:

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Nessun reato...perchè altrimenti allo "stato" andrebbe contestato lo stesso "giro di piroette" enunciato dal tigrone.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Scusate! non vi sembra di commettere "istigazione a delinquere"? :shock:
L' atto porcaiolo è del legislatore che non ha mitigato il "livore" come pur si poteva della differenza fra prima e seconda casa.
Nel caso che abbiamo già dibattuto il cittadino costretto al trasferimento e alla messa in locazione della sua prima casa,
e a sua volta inquilino nella nuova città, non riceve nessuna agevolazione fiscale in compensazione che la sua prima casa diventa seconda ai fini IMU e l'IRPEF sul canone che percepisce,
ammesso che lo percepisca... e il canone che lui paga come inquilino...Mi ricordo che chiusi con: Cornuto e mmazziato...!!!
Questa è la dura e cruda realtà. quiproquo.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Ora ti stai avvitando come una trottola.
Nessun avvitamento.
Comprendo che non sei uso dire "ho sbagliato" ma quantomeno evita i giri di parole.
Non ho sbagliato e non ho usato giri di parole. Al contrario, ho cercato di far comprendere perché moltissimi sbagliano, confondendo residenza (situazione di fatto) con iscrizione anagrafica (registrazione amministrativa, conseguente alla situazione di fatto). Tra coloro che sbagliano, purtroppo v'è anche il legislatore (un esempio: l'art. 5 del D.L. n. 47/2014, scritto "da cani").
1-Avendo la proprietà di un edificio in un determinato Comune e ivi spostando la propria dimora ...la "residenza" va richiesta all' anagrafe (e ottenuta) o va semplicemente "dichiarata"?
Va dichiarata la residenza.
Non richiesta, dato che la residenza è una situazione di fatto, e quindi non si può richiedere. Se io sono un maschio (situazione di fatto), posso dichiarare di essere un maschio, non chiedere di esserlo.
Oltre a dichiarare la residenza, va richiesta l'iscrizione nell'anagrafe del Comune di dimora abituale. Questa sì, è una registrazione amministrativa (e non un mero dato fattuale), e dunque si può, anzi, si deve, richiedere.
2-Una volta "registrata" (e accertata) la residenza al suddetto indirizzo, se per motivi di lavoro sono assente dallo stesso 5 giorni su 7, esiste qualche motivo per cui la stessa venga "modificate/convertita" classificando la proprietà di tale edificio come seconda casa?
Esisterebbe se e solo se fosse accertato che quella non è più la tua dimora abituale.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Quindi convieni che non è la distanza o la saltuarietà di dimora che rendono contestabile una" residenza anagrafica".

E quale sarebbe, per l' esempio fatto, la discriminante che non si tratta più di dimora abituale?
Potrebbero importi una "modifica" se tu lavori infrassettimanalmente in altra/e località e "dimori" solo nei weekend in quella che hai "dichiarato" tua residenza?
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Potrebbero importi una "modifica" se tu lavori infrassettimanalmente in altra/e località e "dimori" solo nei weekend in quella che hai "dichiarato" tua residenza?
Bisognerebbe accertare la situazione nei particolari.
Se conoscessi la definizione normativa di "dimora abituale" (ma per trovarla, non dovresti ricercarla negli atti normativi della Repubblica italiana), non è escluso che ciò possa avvenire.
Il legislatore ha normato (con l'art. 5 della legge anagrafica: D.P.R. n. 1228/1954 e con l'art. 15 del suo Regolamento: D.P.R. n. 223/1989) l'intervento d'ufficio dell'Ufficiale di anagrafe, qualora egli appuri, a seguito degli accertamenti disposti ex art. 4 della citata legge anagrafica, che una persona abbia omesso di rendere la dichiarazione di trasferimento (da altro comune o dall'estero).
L'art. 15 del citato Regolamento prevede di eseguire un obbligatorio accertamento sulla posizione anagrafica facendo prevalere la "res facti" (elemento oggettivo) relativa alla dimora abituale, preservando la funzione dell'anagrafe (ex art. 1 del Regolamento, la raccolta sistematica dell'insieme delle posizioni relative alle singole persone, alle famiglie e alle convivenze che hanno fissato nel comune la residenza...) su ogni interpretazione di fatti e volontà individuali.
Restano ovviamente salvi i rimedi giurisdizionali, nel caso si ritenga che la decisione d'ufficio leda il diritto soggettivo ad avere l'iscrizione anagrafica dove deve essere.
In ogni caso, ai fini IMU (che è quello per cui è cominciata la discussione), e come era stato già scritto, l'abitazione principale è quella in cui non solo il proprietario o titolare di un altro diritto reale sull'immobile:
- vi ha la dimora abituale (vi risiede);
e (ulteriore requisito)
- vi ha l'iscrizione anagrafica (corrispondente alla residenza),
ma questi due requisiti devono essere posseduti anche dal suo nucleo familiare.
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Discussioni simili a questa...

Le Ultime Discussioni

Alto