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https://propit.it/threads/una-buona-notizia-dallomi-mercato-immobiliare-italia
Scusate se riprendo questa discussione (che c'entra parecchio con il Catasto) in quanto l'aumento o la diminuzione delle imposte ha sempre condizionato il mercato.
Detto questo per chi volesse saperne di più sulla Riforma del Catasto (o almeno la proposta dei Consiglio Nazionale dei Geometri sulla Riforma del Catasto) c'è un appuntamento importantissimo l'11 dicembre a Roma che verte proprio su ciò.
Ovviamente si parla di rendite e di come dovranno essere ricalcolate... . Un saluto a tutti.

scusami
non ho avuto modo di seguire,
che cosa è emerso in merito all'appuntamento dell' 11 dicembre per quanto riguardano i criteri di calcolo delle rivalutazioni rendite catastali?
Grazie
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
scusami
non ho avuto modo di seguire,
che cosa è emerso in merito all'appuntamento dell' 11 dicembre per quanto riguardano i criteri di calcolo delle rivalutazioni rendite catastali?
Grazie
Io non sono andato a Roma, ma il 28 novembre sono stato a Vercelli ad un convegno (anche se minore) riguardante proprio il tema "Dal Catasto al Fisco" abbiamo ripercorso un po' tutta la normativa esistente ed iniziato a comprendere i "nodi dolenti dell'esistente", (già in parte li conosciamo anche noi più giovani Professionisti) ma anche con il contributo di relatori (colleghi anziani) siamo entrati anche su altri aspetti.
Il problema di qualunque riforma nasce dal fatto che spesso il legislatore (anche con la più grande buona volontà del mondo) si approccia a tematiche che non conosce affatto e pretende di risolverle.
Ora, prima di partire e di innovare qualcosa (possibilmente migliorare) devi avere un solido aggancio con l'esistente, comprenderlo a fondo, e solo dopo puoi proporre un qualcosa che da un'aiuto concreto.
I nostri collegi comunque ci informeranno a breve sulla sostanza del dibattito ed appena saprò qualcosa di certo, sarò il primo a postartelo qua.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Ho letto l'articolo @Ennio Alessandro Rossi , diciamo che le categorie catastali potrebbero essere quelle delle microfono catastali già introdotte con l'ultimo aggiornamento di riforma del 98, dove la redditività dell'immobile si otteneva da saggi di rendimento rilevabili dal mercato edilizio per unità immobiliari analoghe (art 5 del DPR 23 marzo 98 n.136).
Ora per correttezza sia l'introduzione delle microzone con le nuove classi catastali non sono mai effettivamente entrate in funzione (almeno non in modo omogeneo sul territorio nazionale) inoltre la redditività non è ancora stata calcolata con il saggio di fruttuosità e men che meno anno per anno.
Di recente ho partececipato ad un Convegno vicino a Vercelli su: "Dal Catasto al Fisco" fatto con l'associazione legata alla nostra categoria AGEFIS.

Quello che né è venuto fuori:
1) Le zone censuarie che per definizione sono:
La zona censuaria rappresenta una porzione omogenea di territorio provinciale, che può comprendere un solo comune o una porzione del medesimo, ovvero gruppi di comuni, caratterizzati da similari caratteristiche ambientali e socio-economiche
Non sono più aggiornate dagli anni 40, per cui di fatto vi è uno scollamento con la realtà del territorio.
Di solito si partiva dal centro con la zona 1 per andare via via sui margini esterni con 2,3,4. Le grandi città come Roma, Torino, Milano hanno più zone censuarie...Biella ad esempio ne ha 2.

Ora le prime zone avevano valore più basso (anche perché il centro ai tempi era diroccato o comunque era quello più messo male) mentre le periferie erano quelle più recenti.
Dagli 80 c'è stato un processo di forte recupero dei centri storici (ristrutturandoli) ed fatto (essendo palazzi anche di pregio artistico) si è andato ad aumentarne notevolmente il valore a fronte però di un norme rimaste all'epoca del Duce.
Poi c'è il discorso dei mq come unità di riferimento piuttosto che i vani (parlo sempre di unità immobiliari del Gruppo A = ossia tutti gli immobili privati a destinazione residenziale tranne l'A/10 che sono gli uffici.

Oggi come oggi (per la verità sono almeno 13/14 anni che funziona così o per romeno che lo vedo nei catasti) ossia almeno viene ripreso sul frontespizio del Docfa e anche sulla denuncia di avvenuta variazione (o nuova fabbricato urbano se si tratta di una nuova costruzione) dove oltre ai vani vengono calcolati dal DOCFA i mq catastali.

Dal seguente Convegno (non lo sapevo) è venuto fuori che già all'85 (non esercitavo ero un bimbo) che abbiamo consegnato a catasto come Geometri anche i mq catastali, con la differenza che un tempo vi erano tanti moduli separati (modulo 51, modulo 1N (per la descrizione del fabbricato) e 2N (per la descrizione dell'unità immobiliare) separati l'uno dall'altro e le vecchie piantine originali su carta millimetrata lucida.
Io quando facevo praticantato l'ho fatto nell'ultimo periodo dell'utilizzo delle carte millimetrate lucide (e svariati elaborati planimetrici che era il DOCFA 2) e l'inizio del DOCFA 3 che ha portano delle vere e proprie rivoluzioni (sinceramente ha semplificato un pochino tutta la procedura).

Quindi l'Agenzia delle Entrate (se non si è persa i vecchi catasti, cosa per altro possibile) è in grado di risalire ai mq catastali di tutte le unità censite da oggi e a ritroso fino all'85.

Detto questo c'è un aggiunta sulla nuova riforma che comporta un Catasto con rendite "variabili" ossia di anno in anno grazie anche alle commissioni censuarie, si dovrà valutare la redditività dell'immobile tramite un effettivo valore di mercato (lo si desume dall'OMI e da una perizia sullo stato dell'immobile).
Quello che aspettiamo anche noi come Professionisti incaricati (oltre ai decreti attuativi del governo) previsti per il prossimo anno anche l'aggiornamento che dovrà subire per forza di cose il programma DOCFA con cui vengono redatti i catasti.

In attesa di sviluppi, staremo a vedere l'evolvere della materia.
 

Allegati

  • dpr_138_1998.pdf
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  • Determinazione+del+16+febbraio+2005_Agenzia+Territorio.pdf
    29 KB · Visite: 32

griz

Membro Storico
Professionista
Vero quanto scrive daniele sulla dichiarazione dei mq tramite i mod 1N cartacei che sono stati in vigore fino all'avvento del DOCFA ma pensare di andare oggi a leggere questi dati e riportarli nei dati censuari non lo farà nessuno. Credo che per le unità nelle quali i mq non sono dichiarati si dovrà ricorere ad una stima riferita al vano, deducendo in mq da lì fino a che non vi sarà una variazione che perfezioni il dato, che comunque non varierà poi molto
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Vero quanto scrive daniele sulla dichiarazione dei mq tramite i mod 1N cartacei che sono stati in vigore fino all'avvento del DOCFA ma pensare di andare oggi a leggere questi dati e riportarli nei dati censuari non lo farà nessuno. Credo che per le unità nelle quali i mq non sono dichiarati si dovrà ricorere ad una stima riferita al vano, deducendo in mq da lì fino a che non vi sarà una variazione che perfezioni il dato, che comunque non varierà poi molto
Eppure se si passa al mq catastale non hai molte alternative, anzi una si, fare dei nuovi DOCFA.
Staremo a vedere cosa impongono.
 

griz

Membro Storico
Professionista
ragionando da tecnici: il vano è un sistema per stimare la consistenza che oggi non ha più senso ma è comunque basato su un criterio che può essere trasformato in mq in modo un po' press'a poco ma attendibile, suscettibile di rettifica ma non credo che differenze anche del 10% delle rendite portino a sperequazioni sull'imposizione fiscale. Quindi l'ipotesi che mi sento di fere è che si convertano i vani in mq adottando un coefficiente di conversione e poi chi crederà di rilevare errori nella stima del proprio immobile potrà rettificare la consistenza tramite una pratica DOCFA di rettifica
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Purtroppo il vano è molto troppo farraginoso e non semplicissimo il calcolo, e non capisco neanche perchè già solo tra i gruppi A, B, C usi tre unità di misura differenti, mentre ora credo che tutte verranno uniformate eccetto le D.
Detto questo l'aspetto più complicato della Riforma non sta nel mq catastale al posto del vano, sta nella "variazione continua" delle rendite in seguito a perizia o dati OMI, o entrambi.
Cioè fin'ora noi avevamo dei catasti con rendite "fisse" che una volta consegnate al catasto (noi o perlomeno io lo faccio) una copia dello stesso e lascio la documentazione (anche in caso di controlli fiscali) in archivio.
Ora con la variazione continua delle rendite tutto questo verrà meno, nel senso che tu si proponi un classamento di partenza (e ti fai una copia consegnandola al tuo cliente), ma dopo di fatto potrebbe anche sensibilmente cambiare e non rispecchiare più il tuo lavoro.
Ed in caso di contestazione (sia dell'ente o anche del cliente) ti manca "il supporto del documento" per ragionare.
Secondo me, almeno all'inizio, questa "rendita variabile" creerà non pochi problemi.

Se pensi che già con le rendite fisse, trovi (anche se oggi molto molto molto meno) ancora fabbricati censiti all'epoca del Duce o prima oppure non trovi planimetrie legate alla visura catastale (per i motivi più svariati), oppure catasti palesemente falsati (per i motivi più svariati), capisci che già è complicato così gestire + di 60.000.000 di unità immobiliari.

Ora prendi ognuna delle 60.000.000 e crea una più variabili continue e capisci dove si va a finire.
Detto questo nulla in contrario alla Riforma in sè, voglio solo capirci meglio su questo aspetto (che mi preoccupa non poco) per la sua completa ed ottima attuazione.
 

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