Non lasciarti ingannare, Pasifae. Niente comode scusanti (i turisti non sanno l’italiano), niente tergiversamenti automatici che liberano l’orizzonte quando piovono problemi (forse il contratto non è obbligatorio). Avverto un umore vagamente barcollante, una crepa nella volontà. Non più parole. Azione. Chiama subito il muratore per fare un’iniezione di fiducia e cemento per consolidare la situazione nascosta da un’ingombrante illusione ottica: sono i turisti che devono adeguarsi alle leggi italiane, non il contrario.
I contratti vanno firmati sempre anche per locazioni di brevissima durata. Non è la temporalità del soggiorno a determinare la forma contrattuale. Stesso discorso per il deposito cauzionale: non è la durata del soggiorno a determinarne l’importo, ma l’entità del danno stesso (un oggetto si può rompere anche in caso di soggiorno di una sola notte!).
L’obbligo della forma scritta del contratto, quale primo elemento e fattore dell’esistenza stessa (o di nullità) del contratto, anche al fine di potere provare che stai concludendo una locazione turistica (ancor più se cedolarizzata, e non un’attività ricettiva di tipo imprenditoriale) e in ogni caso le reali conclusioni pattuite (ad es. che non vengono forniti servizi aggiuntivi che potrebbero configurare forme imprenditoriali), a fronte di una dazione di denaro da parte di quello che Airbnb chiama guest, ma che a tutti gli effetti è un vero e proprio inquilino, o se preferisci, conduttore, non la trovi nei TERMINI DI SERVIZIO di Airbnb né tantomeno nel REGOLAMENTO interno di Airbnb, ma nelle leggi nazionali italiane (l’art.1, co.4 della legge 431 del 1998 prevede la forma scritta per la stipula i validi contrati di locazione e l’art.1418 cod. civ. sanziona con la nullità uno dei requisiti di cui all’art.1325 cod. civ. ivi compresa la forma del contratto ove prevista dalla legge a pena di nullità), per cui, come i turisti italiani all’estero devono adeguarsi alle leggi del paese che li ospita, così chi viene in Italia deve adeguarsi alle nostre leggi.
Perciò, prima di imbarcarti in questa impresa, prendi una decisione molto diretta che Airbnb si guarda bene dal suggerire perché porta a delle conseguenze: metti subito le cose in chiaro (i turisti spesso confondono gestori e strutture). Nel tuo annuncio chiarisci subito chi sei perché il turista sappia i tragitti del suo viaggio in Italia, se cerca un approdo da te. Fischia con energia: il turista deve sentirti forte e chiaro.
Sei un albergatore? No. Sei un gestore di una casa per vacanze? Neppure. Chi sei allora tu? Tu sei un privato che dà in locazione un appartamento a Bologna. Adesso traducilo in inglese o nella lingua che preferisci in modo che il tuo turista non pensi di finire in un campeggio o in un Bed & Breakfast, ma sappia che sta prendendo in locazione un’abitazione priva di servizi alla persona (puoi solo fornire biancheria in dotazione all’appartamento) e soggetta in Italia alla stipula di un contratto di locazione scritto in lingua italiana (ma nulla ti vieta di fornire una traduzione anche in altre lingue).
Incombenze diverse hanno i gestori di strutture alberghiere o extralberghiere o le strutture ricettive all’aria aperta: il gestore di una pensione o di un villaggio turistico – che non sono in alcun modo equiparabili alle locazioni o agli affitti - non faranno mai firmare ad turista un contratto di locazione. La locazione turistica, invece, si basa su contratti scritti di locazione: la legge impone come elemento essenziale la firma sul contratto, e, dopo la firma, se la locazione ha una durata superiore a 30 giorni, la registrazione.
E adesso alza la curva dell’umore in modo da disegnare un sorriso.
Grazie, Cle, per i consigli e l'incoraggiamento!