Sembra inoltre che la materia sia interpretata diversamente dai Comuni e dai diversi uffici Agenzia delle Entrate.
Tanto per cambiare...in Italia non c'è mai niente di univoco, soprattutto negli uffici tecnici....
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Sembra inoltre che la materia sia interpretata diversamente dai Comuni e dai diversi uffici Agenzia delle Entrate.
Per griz: scusa se ritorno sull'argomento, ma ne discutevo oggi con un tecnico comunale. Vorrei sapere se nel caso di cui ti stai occupando la richiesta di variazione è pervenuta direttamente dall'Agenzia delle Entrate, e quale legge hanno citato. Grazie.l'ufficio del Territorio ha fatto un accertamento, hanno appurato la situazione e hanno segnalato che non poteva essere che lo studio avesse sewde in un A/2,
Certo, nel TUO caso ciò è regolare in quanto utilizzi l'immobile in modo promiscuo, PRINCIPALMENTE come abitazione e SECONDARIAMENTE come ufficio. Se invece l'immobile è utilizzato ESCLUSIVAMENTE per scopo lavorativo e non residenziale, come nel caso che è stato esposto nel presente quesito, ciò costituisce un mutamento della destinazione d'uso urbanistica che necessita la conseguente regolarizzazione catastale.Al comune risulta che tot. mq sono destinati ad abitazione e tot. altri ad ufficio, in funzione delle quali pago le tasse comunali. L'immobile è accatastato come abitazione. Tutto regolare.
non conosco tutti i dettagli, io ho semplicemente ricevuto l'incarico di aggiornare il catasto, l'avvocato, proprietario dello studio e occupante, mi ha raccontato quanto ho scritto, nel caso l'avvocato risiede altrove e l'appartamento è sede dello studio legale, anch'io ho lo studio presso l'abitazione e non commetto alcuna infrazionePer griz: scusa se ritorno sull'argomento, ma ne discutevo oggi con un tecnico comunale. Vorrei sapere se nel caso di cui ti stai occupando la richiesta di variazione è pervenuta direttamente dall'Agenzia delle Entrate, e quale legge hanno citato. Grazie.
L'OP aveva scritto: "Se stipulo un contratto di locazione con A/10..."Ma chi affitta potrebbe affittare l'appartamento ed il conduttore potrebbe utilizzarlo come ufficio, mantenendo la cucina che differenzia una destinazione dall'altra
secondo me si registra un'incompatibilità tra la destinazione catastale e l'uso reale, credo che il presupposto sia che l'appartamento affittato come ufficio avrebbe un canone più elevato quindi dovrebbe anche avere una fiscalità diversa, da qui il propblema di incompatibilità, se poi la realtà sia diversa....Ma chi affitta potrebbe affittare l'appartamento ed il conduttore potrebbe utilizzarlo come ufficio, mantenendo la cucina che differenzia una destinazione dall'altra. Poi sta ai contrenti concordare quale sia la soluzione migliore, ovvero più economica.
il presupposto per la richiesta di variazione catastale da parte del comune, ai sensi dell'art.1 comma 336 della legge 311/2004, è l'accertamento di una destinazione d'uso non coerente con la classificazione catastale dell'immobile. Quindi, se il proprietario impiega l'appartamento come ufficio senza risiedervi (come nel caso citato da griz), oppure se nell'immobile si stipula un contratto di locazione di tipo commerciale (il caso riportato da faber 65 che ha avviato la discussione) il comune può richiedere che il proprietario regolarizzi la classificazione portandolo in A10, con eventuale pretesa anche di tributi pregressi. Differente è la situazione che continua a presentare Gianco, quella in cui si stipula un contratto di locazione abitativo e poi il conduttore utilizza parzialmente l'appartamento come ufficio. E' chiaro che in questo caso l'appartamento continua ad essere censito come abitazione (A2/A3).Ma chi affitta potrebbe affittare l'appartamento ed il conduttore potrebbe utilizzarlo come ufficio,
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