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La Costituzione Italiana prevede che tutti i cittadini devono contribuire al benessere generale pagando dei contributi proporzionalmente ai loro redditi (Art. 53. :  Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.)


Ora il fatto è che questa progressività non è  rispettata.


Infatti : l' imposta sulle successioni era stata soppressa una prima volta (fino a 350 milioni di lire per erede; credo) da un governo dell'ULIVO  per poi essere soppressa nel 2001 da un governo Berlusconi, e essere di nuovo introdotta con un franchigia di 1 milione di euro dal secondo governo Prodi.


Il fatto è che oltre i 413 euro di cui parla Silvana qui sopra, nessun governo ha mai abolito l'insieme delle imposte che gravitano intorno alla successione e che, di memoria, sono (se non erro) :

- tassa ipotecaria

- imposta catastale

- tributi speciali

- imposta di bollo

- imposta ipotecaria


cosicché, ancora una volta, sono la massa di Italiani con poco o medio  reddito che pagano di più -contrariamente al principio della capacità contributiva dei singoli contribuenti.


E questa realtà la ritroviamo nelle statistiche pubblicate recentemente le quali ci dicono che negli ultimi 10 anni il reddito minimo/medio degli Italiani è diminuito di ben 5 700 euro mentre in altri paesi europei (nei quali le tasse sono più equamente ripartite e, soprattutto, pagate) lo stesso reddito è generalmente aumentato (di poco certo, ma aumentato).


Quindi il vero problema non è tanto quello di abbassare le tasse indistintamente siano esse di successione o meno, ma di ridistribuirle più equamente  in modo che non siano sempre gli stessi a mettersi le mani in tasca per far vivere uno Stato spendaccione  che ignora la parola "controllo".

E la riduzione della spesa pubblica è la sola via da seguire per sopprimere tasse e balzelli vari che gravano da sempre, ed ancor più oggi,  sulle nostre tasche


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