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JERRY48

Ospite
il tabaccaio non dice mai quanti soldi sono stati persi (per inciso, per colpa sua che offre il gioco).
Addossare colpe al tabaccaio? E per quale motivo? L'avventore, cliente e sopratutto frequentatore del lotto è consapevole dei rischi che ha giocando i suoi soldi. Ognuno ha facoltà di utilizzarli come meglio crede opportuno, anche sperperarli ed è solo sua la colpa se rovinerà se' stesso e pure la sua famiglia.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Vedete alla fine di gennaio era dal tabaccaio per pagare il canone TV a fianco a me una signora sui sessanta (forse anche più visto l' uso di tingersi i capelli e usare le creme antirughe), ben vestita, che si trovava a fianco a me ha speso ben 106 euro (me lo ricordo ancora) al gioco del Lotto. Siccome è stata servita prima di me e si era allontanata dal banco, feci un commento al tabaccaio sulla somma spesa, il quale con tranquillità mi ha risposto che quella somma la giocava tutte le settimane, e che aveva altri clienti sullo stesso calibro.
Allora qui il problema è un' altro: ci sono persone che si divertono tentando la fortuna e non gli importa se non vincono mai. Il divertimento è essere il baciato dalla fortuna, essere per almeno una volta l'eccezione che conferma la regola.
Quando la regola diventa una compulsione, non è più divertimento e ci si rovina l'esistenza.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Non è un invito per nessuno: è un obbligo. Per favore si usino i termini corretti. Un invito si può declinare, un obbligo no.
Letto, riletto e piaciuto...Tuttavia...nel nostro discorrere vi è il concetto di analogia...per cui non è solo un vezzo usare parole, verbi e concetti vicini, proprio per la componente di tale sostantivo.
Ora improntare alla massima precisione non è negativo, anzi, e non sarò certo io a farlo; però nessun biasimo per chi anche involontariamente (forse soprattutto) si abbandonasse a termini
imperfetti ma molto vicini per analogia a quelli perfetti. Ora un invito non è un obbligo...ma se invito FradJACOno alla moderazione dei termini o ad usare lo sciacquone con parsimonia
vi è comunque una latente obbligatorietà a cambiare atteggiamento e comportamento...se ne deduce che pur nella diversità formale, nella sostanza, vi sia una buona parte in comune, variabile anche dal tono e dal modo. Poi, e te ne chiedo
venia, tu, nè io, nè altri abbiamo titolo per simile pretesa. Tu sarai libero di improntare i tuoi interventi alla massima precisione...
FradJACOno ed altri come me liberi di non farlo, sempre salvaguardando la sostanza o il valore della COSA.
Spero di non essere frainteso. quiproquo.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Allora non ci si diverte...
ma quando ti bacia....... scherzi a parte di racconto questo episodio della mia vita che mi ha alquanto condizionato.
Avrò avuto un 14 anni, era già tempo di vacanze estive, mi trovavo a casa del mio vicino di casa con altri due coetanei: giocavamo a poker (si fa per dire.. un poker giocato con le 40 carte milanesi tolti i 2,i 3, i 4 ed i 5). Eravamo in periodo dell'età in cui non si leggevano più i giornaletti (Intrepido, Monello, Tex Willer, Capitan Miki ecc... ecc...) che dopo essere stati letti veniva usati come fiches per giocare a carte. Pertanto si giocava con i soldi della paghetta; puntate da 5;10; 20 lire. Mentre eravamo attorno al tavolo da pranzo, trasformato in tavolo da gioco, rientra dal lavoro il padre del mio amico vicino di casa, il quale, dopo aver salutato, si assenta per mettersi degli abiti più consoni allo stare in casa in una giornata calda ed afosa. Quando si ripresenta e vede quello che stiamo facendo mi mette una mano sulla spalla, ma rivolgendo a tutti dice:" Vardì bagai, mi me spachi el cu tuch i dì per purtà a cà i daneè per mangià, a mi me pias nò vedé la gent che la giuga cunt i daneé sul taul, se propri vulì un premi metet su vuna butilia de gasusa" .
Traduco: Gradate ragazzi, io mi spacco il c..o tutti i giorni per portare a casa i soldi per mangiare, non mi piace vedere la gente che gioca con i soldi sul tavolo, se proprio volete mettere in palio qualcosa giocatevi una bottiglia di gazzosa.
Ovviamente sopendemmo immediatamente tutto.
Ci credi che io da allora forse ho giocato a poker con i soldi solo una volta (una trentacinquina di anni fa) perché costretto dai colleghi di lavoro perché mancava il quarto?
Dirò di più dai 22 fino ai 29 anni sono stato fidanzato con una ragazza i cui genitori avevano una casa sulla parte italiana del lago di Lugano (che noi chiamiamo Lago di Porlezza) in un paesino nel quale ha soggiornato Fogazzaro (quello che ha scritto Piccolo mondo antico). Durante le festività pasquali, nei ponti estivi, ed nei fine settimana si andava in questo posto: la strada più corta e veloce era l'autostrada fino a Lugano ed uscire dalla Svizzera per rientrare in Italia da un posto di valico sfigato usato dai luganesi per andare a sciare a Saint Moritz.
Alla sera per fare qualcosa si andava a Lugano e si finiva, con mia somma tristezza al casinò, dove la mia fidanzata perdeva 20.000 lire mentre la mia mancata suocera ne vinceva anche 5.000, io giunto a 3.000 lire di perdita mi assentavo per girovagare nelle sale e vedere l' accanimeto di certe persone per il gioco ed il non rassegnarsi alla perdita. Poi la storia è finita per altre ragioni.
 

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