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Cominciamo da qui:


Vediamo:


Non esattamente: mi rendo conto che è come disquisire se sia nato prima l'uovo o la gallina, ma la ripartizione del costo del riscaldamento avveniva in base ai metri cubi riscaldati.

 Semmai era il progettista dell'impianto che dimensionava (o avrebbe dovuto dimensionare,) la potenza termica da installare in base alla volumetria  da riscaldare (e non solo...)


cioè ritenevano di equilibrare l'impianto non agendo sugli isolamenti e le potenziali dispersioni, ma agendo appunto sulla potenza installata (Impara [USER=46111]@Dimaraz[/USER])


Già: nonostante le pretese capacità tecniche l'equilibrio termico ottenuto era molto approssimativo. Non mi risulta avessi sostenuto il contrario.


Confermo: e indipendentemente dagli orientamenti politici di ciascuno, che non centrano una beata fava, la legge attuale ha introdotto la contabilizzazione senza tener conto della realtà che la aveva preceduta (leggi quanto abbiamo detto qui sopra), senza prevedere un preventivo intervento di equilibratura/isolamento, scaricando sui singoli e sulle dinamiche condominiali tutte le grane potenziali che ne sono o possono esserne seguite, innescate da certi caproni con la testa quadra come il nostro padovano.


Qui caro amico, al di la della pseudo-precisione suggerita dalle virgole, stai mescolando pani e pesci:

primo perchè la temperatura ambiente dipende dalla potenza installata, e non solo dalla temperatura del calorifero,

e soprattutto il costo finale dipende dal prezzo del combustibile, e non solo dal rendimento energetico dell'impianto.

Questo tipo di approccio mi ricorda certe considerazioni espresse in assemblea condominiale, .... in stile fantozziano.


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