Allego un articolo su una recente sentenza di Cassazione, relativa ad un tema frequentemente sollevato qui sul forum: mi piacerebbe leggere vostri commenti, e soprattutto spiegazioni scon esempi.
Cassazione Civile – il godimento esclusivo da parte del coerede non ingenera un automatico diritto ai frutti in capo agli altri
1) Il primo particolare che mi ha incuriosito è la seguente affermazione:
La distinzione fondamentale, per la corte sta nella differenza tra l’utile diretto, che consiste nella resa che ha l’immobile comune mediante il suo utilizzo quale bene economicamente produttivo, dall’utile indiretto, ossia l’utile derivante dall’utilizzo per il godimento in esclusiva, secondo la sua destinazione, da parte di uno dei comunisti del bene.
Cui segue:
Solo nel primo caso infatti esistono materialmente i frutti rappresentati dalla somma di denaro incassato dal terzo conduttore dell’immobile comune ed automaticamente il comunista ha diritto a percepire la quota della somma incassata mentre nel secondo non ci sono utili effettivamente prodotti in natura per cui il comunista può chiedere rendiconto e corrispettivo.
Intanto avrei dei problemi di interpretazione, visto l'indicativo "può chiedere" della frase finale e l'intercalare "per cui".
" Per cui " starebbe al posto di "per i quali (sottintesi utili ... in natura) , o deve essere tradotto con un "sicchè"?
ed anche il può chiedere è correttamente scritto o si voleva dire "potrebbe chiedere".
In sostanza la frase è piuttosto equivocabile e potrebbe portare a conclusioni opposte.
Un conto è dire: non ci sono utili.... per i quali può (più correttamente possa ) chiedere rendiconto e corrispettivo
Altra è dire: non ci sono utili, sicché il comunista può chiedere rendiconto e corrispettivo (il che non mi pare avrebbe senso)
2) Quanto al merito provo a immaginare una banalissima e frequente situazione:
Il coerede A esercita il godimento esclusivo (utilizzandolo come abitazione) di un appartamento coereditato con altri
Il coerede B non è interessato ad usarne (e quindi coabitare) con A, e vorrebbe invece mettere l'immobile in locazione come bene produttivo.
Adesso come si applica tale sentenza al caso da me presentato? B che diritti ha?
Cassazione Civile – il godimento esclusivo da parte del coerede non ingenera un automatico diritto ai frutti in capo agli altri
1) Il primo particolare che mi ha incuriosito è la seguente affermazione:
La distinzione fondamentale, per la corte sta nella differenza tra l’utile diretto, che consiste nella resa che ha l’immobile comune mediante il suo utilizzo quale bene economicamente produttivo, dall’utile indiretto, ossia l’utile derivante dall’utilizzo per il godimento in esclusiva, secondo la sua destinazione, da parte di uno dei comunisti del bene.
Cui segue:
Solo nel primo caso infatti esistono materialmente i frutti rappresentati dalla somma di denaro incassato dal terzo conduttore dell’immobile comune ed automaticamente il comunista ha diritto a percepire la quota della somma incassata mentre nel secondo non ci sono utili effettivamente prodotti in natura per cui il comunista può chiedere rendiconto e corrispettivo.
Intanto avrei dei problemi di interpretazione, visto l'indicativo "può chiedere" della frase finale e l'intercalare "per cui".
" Per cui " starebbe al posto di "per i quali (sottintesi utili ... in natura) , o deve essere tradotto con un "sicchè"?
ed anche il può chiedere è correttamente scritto o si voleva dire "potrebbe chiedere".
In sostanza la frase è piuttosto equivocabile e potrebbe portare a conclusioni opposte.
Un conto è dire: non ci sono utili.... per i quali può (più correttamente possa ) chiedere rendiconto e corrispettivo
Altra è dire: non ci sono utili, sicché il comunista può chiedere rendiconto e corrispettivo (il che non mi pare avrebbe senso)
2) Quanto al merito provo a immaginare una banalissima e frequente situazione:
Il coerede A esercita il godimento esclusivo (utilizzandolo come abitazione) di un appartamento coereditato con altri
Il coerede B non è interessato ad usarne (e quindi coabitare) con A, e vorrebbe invece mettere l'immobile in locazione come bene produttivo.
Adesso come si applica tale sentenza al caso da me presentato? B che diritti ha?