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Andrea Sini

Membro dello Staff
Professionista
Simpatica l'immagine.
No non mi sono dimenticato.
Ho sottoposto il quesito e sto aspettando la risposta.
Appena ne sono in possesso ti comunico quanto ho imparato.
 

Andrea Sini

Membro dello Staff
Professionista
Istantaneo.
Proprio ora ho ricevuto una risposta che ti giro, forse il tuo sollecito ha sbloccato il meccanismo.
Ecco il testo che ho ricevuto

Le strade sono solo 2:
accordo
tribunale

Per la prima ovviamente dipende solo dai soggetti interessati trovare un accordo.

Quanto alla seconda per distribuire ragionevolmente i costi, le azioni da intraprendere sono 2

1 - agire per ottenere solo la quota dei proventi (affitti) ed un compenso per la parte direttamente utilizzata dai coeredi.
L'azione è meno costosa della divisione e consente di mettere le mani sui quattrini un po' più velocemente. Infatti una volta accertato il diritto della quota dei proventi si può eventualmente pignorare il credito nelle mani degli inquinlini.

2 - la divisione è un diritto, quindi va richiesta.
Credo però che se la prima azione legale dovesse riguardare soltanto i proventi l'atteggiamento dei coeredi cambierebbe...
 

sarastro

Membro Attivo
Proprietario Casa
Nei tuoi post non dici se:
a) i tuoi fratelli ti comunicano regolarmente i rendiconti economici della comunione
b) si tengono regolarmente assemblee almeno annuali per deliberare l'uso del bene comune.
c) se i tuoi fratelli ti tengono informata, almeno verbalmente, di quyel che fanno con beni che sono
anche tuoi.
Mi pare di capire che nessuna di queste tre cose si verifica. Se è così, i tuoi fratelli violano la legge.,
ma finchè tu non ti rivolgi a un giudice, nessuno muoverà un dito.
A mio parere, visto che amichevolmente non si cava un ragno dal buco, l'azione legale è indispensabile.
La divisione giudiziale è sì lunga e costosa; tieni però presente che in qualsiasi momento del processo
è possibile accordarsi, e far cessare l'azione giudiziale.
In sintesi: per primissima cosa io suggerirei di far scrivere dal tuo avvocato una lettera di questo tenore:
"Cari fratelli, o entro x giorni regolamentiamo la comunione con un contratto che ne ripartisca equamente
pesi e vantaggi, o io adisco le vie legali e richiedo la divisione giudiziale". E nella lettera esigi che ti sia
presentato il rendiconto economico esatto e documentato della comunione dall'apertura della succesione a oggi.
Dopo di che, se il termine che poni non viene rispettato, e se insomma vedi che i tuoi fratelli la tirano per
le lunghe, suggerisco di andare in causa; nel contesto della causa di divisione giudiziale puoi anche
richiedere che ti sia restituito quanto ti devono i tuoi fratelli.
Fai sempre in tempo a rinunciare all'azione legale, se trovate un accordo; ma da quanto scrivi,
mi sembra che ci sia senz'altro bisogno di esercitare una forte pressione: in mancanza della quale
le cose resteranno come stanno.
In bocca al lupo.

P.S. Scordavo: da marzo 2011 in poi, per questo genere di controversie diventerà OBBLIGATORIA la mediazione, che ha tempi e costi molto più contenuti di una causa. Suggerisco di fare egualmente tutto quel che elencavo più sopra, e di prepararsi per richiedere la mediazione. Nel frattempo, è importante che tu ti documenti il più possibile, per esempio facendo periziare i beni comuni, e prendendo informazioni, attraverso un commericlaista o un avvocato sul posto, sulle attività economiche dei tuoi fratelli.
 

StLegaleDeValeriRoma

Membro Assiduo
Professionista
Continui a rivolgersi al suo avvocato del quale peraltro sembrerebbe non avere molta fiducia.
La strada da percorrere è la divisione giudiziale e comunque i coeredi sono tenuti in solido a rispondere dei tributi afferenti l'eredità salvo rinuncia.
Il commercialista dovrebbe interessarsi di ben altro ma questo intromettersi non è raro visto che esistono studi di ragioneri o dottori commercialisti che si autodefiniscono "studio legale-commerciale" pur non avendo alcun titolo per fornire ai clienti consulenze legali.
Ma questo fa parte dell'andazzo italiano dove tutti possono dare consulenze salvo poi rivolgersi all'avvocato dopo aver causato danni all'interessato.
Le risposte che leggo confermano questo "sport" tipicamente italiano.
Avv. Luigi De Valeri
 

jane

Nuovo Iscritto
Gentile AVVOCATO,le ricordo bonariamente che questo è un forum, e non necessariamente è indispensabile essere dottori in giurisprudenza per interpretare il codice civile e tutti i Comma abrogati e non con i D.Lgs. di coda. A volte esporre le proprie esperienze può essere di grande aiuto in situazioni complesse, prima di ricorrere all'intervento legale. Il mio avv non ha dato risposte alle mie domande ed è stato molto freddo quando sono dovuta entrare un minimo nel personale per spiegarle i motivi che mi spingevano a pretendere questo scioglimento, scambiando i miei sfoghi per pettegolezzi.E quando ha scoperto che il legale di mia sorella era il suo amico di merende ha ribaltato tutto quello che prima poteva essere a mio favore, arrivando a propormi di svendere la mia quota e mandare mio fratello per strada, sino a confondermi e non capire più se stava dalla mia parte o dalla perte di mia sorella. Ora non voglio alimentare polemiche ma questo sport tipicamente italiano di cui lei parla può aiutare ignoranti come me a capire se ci sono strade alternative alla divisione giudiziale.Provi lei a rispondere alla mia domanda iniziale e gliene sarò grata. "vorrei sapere se esiste qualche sentenza che mi tuteli dalle responsabilità sugli immobili che occupano loro e sui terreni di cui loro ritirano gli affitti e se posso denunciare mia sorella per appropriazione indebita della mia quota, o se posso chiedere l'affitto, non pagare l'ICI e se così fosse quale mezzo posso usare per avanzare le mie richieste senza ricorrere alle vie legali???
Infinite grazie

Aggiunto dopo 22 minuti :

Nei tuoi post non dici se:
a) i tuoi fratelli ti comunicano regolarmente i rendiconti economici della comunione
b) si tengono regolarmente assemblee almeno annuali per deliberare l'uso del bene comune.
c) se i tuoi fratelli ti tengono informata, almeno verbalmente, di quyel che fanno con beni che sono
anche tuoi.
Mi pare di capire che nessuna di queste tre cose si verifica. Se è così, i tuoi fratelli violano la legge.,
ma finchè tu non ti rivolgi a un giudice, nessuno muoverà un dito.
A mio parere, visto che amichevolmente non si cava un ragno dal buco, l'azione legale è indispensabile.
La divisione giudiziale è sì lunga e costosa; tieni però presente che in qualsiasi momento del processo
è possibile accordarsi, e far cessare l'azione giudiziale.
In sintesi: per primissima cosa io suggerirei di far scrivere dal tuo avvocato una lettera di questo tenore:
"Cari fratelli, o entro x giorni regolamentiamo la comunione con un contratto che ne ripartisca equamente
pesi e vantaggi, o io adisco le vie legali e richiedo la divisione giudiziale". E nella lettera esigi che ti sia
presentato il rendiconto economico esatto e documentato della comunione dall'apertura della succesione a oggi.
Dopo di che, se il termine che poni non viene rispettato, e se insomma vedi che i tuoi fratelli la tirano per
le lunghe, suggerisco di andare in causa; nel contesto della causa di divisione giudiziale puoi anche
richiedere che ti sia restituito quanto ti devono i tuoi fratelli.
Fai sempre in tempo a rinunciare all'azione legale, se trovate un accordo; ma da quanto scrivi,
mi sembra che ci sia senz'altro bisogno di esercitare una forte pressione: in mancanza della quale
le cose resteranno come stanno.
In bocca al lupo.

P.S. Scordavo: da marzo 2011 in poi, per questo genere di controversie diventerà OBBLIGATORIA la mediazione, che ha tempi e costi molto più contenuti di una causa. Suggerisco di fare egualmente tutto quel che elencavo più sopra, e di prepararsi per richiedere la mediazione. Nel frattempo, è importante che tu ti documenti il più possibile, per esempio facendo periziare i beni comuni, e prendendo informazioni, attraverso un commericlaista o un avvocato sul posto, sulle attività economiche dei tuoi fratelli.

Sì sono documentata sulla mediazione, anzi il legale a cui ci si rivolgerà sarà obbligato ad informare il cliente.Francamente speravo di chiarire tutte queste problematiche con il mio avv ma ho solo perso tempo e denaro. Il mediatore c'è stato, quallo che dici l'ho voluto fare anche se il mio avv non era d'accordo.Ho scelto un tecnico del paese non di parte e ho fatto convocare i miei frat entro una data scadenza, co n la minaccia che in difetto sarei ricorsa al giudice.
Loro si sono presentati ma hanno minacciato il povero tecnico di speculazione??? e poi sono ricorsi anche loro a un legale.
La risposta garantiva la loro volontà di divisione ma solo dopo che i beni siano liberati dall'ipoteca che riguarda la quota di mio fratello.Il che sarebbe come aspettare di vedere gli asini che volano visto che il poverello è poverello e tanto.
 

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