Scusatemi, ma sarei stato io ad offendere o voi ad offendere me, visto che mi avete tacciato di diplomato grazie a CEPU o di pressapochista?
Io ho conosciuto questo forum per cercare delle risposte a dei problemi concreti del mio lavoro, quindi sono il primo che si documenta e se ho questioni tecniche mi rivolgo a consulenze di avvocati.
Ma se trovo persone come Piero Pino o Elalla che hanno dei problemi causati dal comportamento poco corretto di miei colleghi, mi sento di dover loro e agli altri utenti dei consigli su come tutelarsi quando si trovano in situazioni simili affinché sia tutto più trasparente. Noi dobbiamo fare bene il nostro lavoro e chi si affida ai nostri servizi deve essere contento, non preoccupato come se avesse fatto un patto con il diavolo.
La differenza tra incarico e mandato, e quindi la possibilità o meno di ricorrere a penali è l'abc di quello che deve sapere un agente immobiliare, quindi è ovvio che l'avvocato De Valeri la conosca, e infatti cercavo di spiegarla ai non addetti ai lavori. Mi spiace se qualcuno abbia trovato la frase di dubbia interpretazione ma di certo non infelice perchè i clienti non sono tenuti a conoscere le leggi. Questo non perchè volessi aver ragione, ma per mettere in guardia gli utenti su cosa sono indotti a firmare e dare uno strumento credo utile per sapere su cosa andare a controllare nella lettera d'incarico.
I vostri commenti, inutilmente offensivi e affatto costruttivi, mi sono sembrati fuori luogo: e se anche avessi preso il diploma grazie a CEPU non avrei diritto di parola? E se magari fossi anche io un avvocato allora quello che ho scritto avrebbe avuto più valore? Io non sto qui a sbandierare il mio curriculum (che magari la sorprenderebbe pure...), ero solo intervenuto per cercare di dare una mano a Elalla, quindi sono io che attendo delle scuse.
Torno a rivolgermi ad Elalla: avendo sottoscritto (con ogni probabilità) una lettera d'incarico, e non essendo l'incarico un contratto, in caso di recesso avrebbe dovuto pagare le sole spese sostenute dall'agenzia fino a quel momento salvo patti contrari (che nella lettera non possono essere denominati "penali"). Aggiungo qui che ho riscontrato che molto furbescamente alcune agenzie nella lettera di incarico parlano genericamente di "compenso" dovuto in caso di recesso: esso non è la provvigione (e non potrebbe esserlo visto che è dovuta solamente ad affare concluso), non sono penali (visto che lo ripeto non è un contratto), quindi potrebbe essere interpretato da un giudice come rimborso spese (spese vive e lavoro svolto). Se lei ha sottoscritto un accordo del genere, purtroppo deve lasciare scadere l'incarico (per questo state attenti a leggere bene quello che firmate!), altrimenti rischia di trovarsi nella spiacevole situazione di Piero Pino.
Mi permetto di aggiungere una considerazione: se io agente mi prendo un determinato periodo per portare a termine il compito assegnato (trovare un acquirente a date condizioni), investendo del denaro e mettendoci la mia professionalità, e mi vedessi interrompere il lavoro prima della scadenza che mi sono preso, chiederei a pieno titolo un rimborso, e mi pare giusto perchè nessuno lavora gratis. Se al termine del periodo non sono stato in grado di soddisfare l'impegno preso, è giusto che io venga penalizzato non venendo pagato (che per me equivale ad una remissione). Questo per dire che a mio avviso il rimborso spese non è una truffa ai danni di chi affida un incarico ad un agente, mentre il pagamento di un importo pari alla provvigione in caso di recesso, magari con qualche cavillo, è sostanzialmente una pratica scorretta che lede il buon nome degli agenti immobiliari che si comportano in maniera esemplare.
Sia in caso di incarico verbale (che è previsto) che scritto, ove non specificato, il recesso si "paga" con il rimborso spese e la provvigione è quella comunemente utilizzata nella provincia. Se volete evitare sorprese, esplicitate entrambi i punti: è un accordo con l'agenzia, quindi è negoziabile, quindi possono essere anche pari a zero, ma solo se lo esplicitate e lo sottoscrivete. Quindi se usata bene la lettera di incarico è soprattutto una tutela per il venditore, e consiglio di preferirla ad un incarico verbale dove, non essendoci niente di scritto, si rischia, per sentirsi più liberi, di dover pagare la piena provvigione quando magari sareste stati in grado di contrattare sul prezzo.
Spero di essere stato utile, Elalla.