andfan

Membro Attivo
Proprietario Casa
Questa richiesta segue un thread dove chiedevo lumi sulla ripartizione delle spese di vuotatura delle fosse biologiche attribuite anche a chi non ha un wc, un attacco all'acqua o agli scarichi in generale.

Il mio confinante, un signore sull'ottantina, ha sempre pagato una quota per questo servizio non goduto per un errore dell'amministratore che si è giustificato dicendogli che una volta approvato il bilancio voleva dire che il signore era d'accordo e che non si può tornare indietro.

Mi risulta, però, che se l'errore è stato commesso dall'amministratore che ha imputato, richiesto ed ottenuto delle spese non dovute a causa della sua errata ripartizione è possibile far dichiarare nulle le delibere dal giudice, se non si trova una mediazione.


E' vero?

L'eventuale rimborso di quanto pagato in più, chi lo corrisponde?
L'amministratore o il condominio?


Grazie!
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Art. 1137 c.c.:
Le deliberazioni prese dall'assemblea sono obbligatorie per tutti i condomini.
Contro le deliberazioni contrarie alla legge o al regolamento di condominio ogni condomino assente, dissenziente o astenuto può adire l'autorità giudiziaria chiedendone l'annullamento nel termine perentorio di trenta giorni, che decorre dalla data della deliberazione per i dissenzienti o astenuti e dalla data di comunicazione della deliberazione per gli assenti. [...].
 

andfan

Membro Attivo
Proprietario Casa
Giusto...
Se l’assemblea ratifica la ripartizione, sbagliata, predisposta dall’amministratore, senza alcun genere di valutazione in merito, la deliberazione dovrà considerarsi annullabile E NON NULLA
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
La delibera sarà annullabile...ma l'errore può comunque essere contestato con le "cautele" del caso:
1-non sia intervenuta prescrizione (5 anni- 10 anni).
2-l'errore non sia "palese/grossolano" visto che contestare un errore di attribuzione (criterio) non è come un errore di calcolo (matematico)...specie se mancassero le "pezze" di appoggio.

Un Giudice potrebbe considerare la "prassi" come "consuetudine" e quindi come se fosse "contrattualizzata".
 

andfan

Membro Attivo
Proprietario Casa
Un Giudice potrebbe considerare la "prassi" come "consuetudine" e quindi come se fosse "contrattualizzata".
Ok, ipotizziamo che ciò che è stato pagato ormai è irrecuperabile, si accetta.

Ma se da oggi, in un condominio senza regolamento alcuno, un proprietario chiede all'amministratore di essere escluso dal riparto perché è dimostrato che non fa uso del servizio e non lo può nemmeno fare, questo rischierebbe di averla vinta in tribunale perché si è instaurata una consuetudine?
E quanti anni devono trascorrere perché si possa parlare di consuetudine?
Se il proprietario vendesse il proprio magazzino trasmetterebbe questa consuetudine?
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
In mancanza di un RdC contrattuale o qulaora non sia citato negli atti (rogito) gli eventuali criteri di riparto della spesa difformi da quanto stabilito dalla Legge sono nulli.

Sulla prevedere con quale probabilità un Giudice avvalori la "consuetudine"...è più facile darti i numeri per un terno secco su ruota fissa.
 

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