Salve sono nuova del forum,ho un dubbio da risolvere e spero che possiate aiutarmi. Ho acquistato 7 anni fa un grande appartamento,dopo varie peripezie e la difficoltà a venderlo o fittato ho deciso di frazionarlo e ho affidato la pratica all'unico tecnico che mi ha detto che la pratica si poteva eseguire in tutta legalità (l'appartamento si trova nella zona rossa del Vesuvio e secondo tutti il frazionamento non era possibile xche nella zona rossa è vietato aumentare le unità abitative). Secondo il tecnico cui mi sono rivolta, invece ci sono determinate circostanze che lo permettono,è il nostro caso rientrava in tali casistiche. Allora ha chiesto la cila al comune di competenza in data 9/03/17 rifacendosi a " interpretazione autentica delle disposizioni di cui alla legge regionale 10 dicembre 2003,n.21, art 2,comma 1 e art 5,comma 1( R.G. n. 296)" in cui il consiglio regionale della Campania delibera all'art. 2, comma1,della legge regionale 10 dicembre 2003,n.21, per "incremento dell'educazione a scopo residenziale" si intende la realizzazione,a seguito dell'entrata in vigore della stessa legge regionale,di nuovi volumi edilizi ad uso abitativo" (cit. Consiglio regionale della Campania, O.d.g. 17 marzo 2004). Dopo la cila il tecnico ha dichiarata la fine dei lavori,poi si è proceduto con l'accatastamento e la messa in mappa. Ho ottenuto i due sub. Ora ho intenzione di vendere una delle due unità abitative,ma l'agenzia immobiliare cui.mi sono rivolta non vuole prendersi l'incarico in quanto non crede sia stato fatto il frazionamento urbanistico poiché non.abbiamo.ottenuto dal comune il consenso a procedere con.i lavori. Secondo il tecnico invece vale il silenzio assenso. A chi devo credere? Come faccio a verificare che la pratica è stata effettuata sia al catasto che all' urbanistica? Quale documento lo attesta? Grazie mille.