basty

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Proprietario Casa
Gradirei un vostro commento in merito al tema i oggetto.

E' noto che l'erede che non disponga della detenzione materiale e diretta del bene, perde il diritto a detrarre le rate residue. Con l'interpello in oggetto, si precisa che la detenzione materiale e diretta deve
sussistere per l'intera durata del periodo d'imposta ,
ma anche per ciascun anno per il quale si voglia usufruire delle residue rate di detrazione.


In base a tale principio, una interpretazione stringente delle conseguenze, porta a concludere, che tale criterio impatti in modo diretto anche nel caso il de-cuius abbia a suo tempo ceduto il credito o goduto dello sconto i fattura.

Contrariamente a quanto sostenuto in passato, è opinione degli "esperti" che la strada dello sconto in fattura o cessione del credito, non bypassi la problematica della maturazione e godimento del credito e della relativa detrazione: in sostanza, nel caso l'erede non mantenga la detenzione materiale e diretta dell'immobile che abbia goduto a suo tempo di bonus e sconto in fattura, verrebbe a decadere il diritto ad una quota di detrazioni, quindi anche al diritto di scontare tali quote sotto forma di sconto in fattura ecc.

L'impatto sarebbe retroattivo, con conseguenze immaginabili, nella dichiarazione di successione, nella fiscalità e nei bilanci delle ditte e società che hanno acquisito il credito (non maturato in toto), con contestazioni e ricorsi che potrebbero protrarsi negli anni.

Qui il link sulla problematica che ho grossolanamente sintetizzato.


A parte la considerazione sulla casualità dei controlli, ritenete tale analisi un eccesso di zelo o viene sollevato un problema concreto?
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Non sono esperta, ma mi sembra che non regga. L'esperto parla di una inaccettabile disparità di trattamento che verrebbe ad esserci tra l'erede del nonno che detrae in denuncia dei redditi e l'erede di quello che ha ceduto il suo credito.
Non mi sembra che si possa fare il confronto. Ci sono disparità sin dalla legge istitutiva: per esempio lo sconto in fattura o la cessione del credito erano consentiti anche a chi non aveva capienza IRPEF, purchè di IRPEF pagasse un qualcosa, senza indicazione di un minimo, mentre la detrazione in denuncia dei redditi la può fare solo chi ha capienza. C'è proprio un peccato originale nella legge: già questa era una disparità ma nessuno si è stracciato le vesti.
Ti dirò una cosa invece: a me sembra che siano proprio questi espertoni che mettono in testa strane idee all'Agenzia delle Entrate, come se non ne avesse abbastanza per conto suo.
Ti immagini? Uno cui muore il nonno, anno per anno affitta o non affitta e risolve semplicemente non mettendo o mettendo la rata in detrazione. Ma col credito ceduto come si fa? Anche perchè, non solo col superbonus già da tempo non si tratta più del 110% ma si deve aggiungere una bella cifra di tasca propria. E anche con gli altri bonus, se uno mette dentro tutte le spese connesse alla cessione del credito o allo sconto, il valore nominale del bonus quasi si dimezza. Tutto questo come verrebbe calcolato o addirittura ricalcolato anno per anno in base all'affittare o no l'appartamento?
 

Dimaraz

Membro Storico
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Non sono esperta, ma mi sembra che non regga. L'esperto parla di una inaccettabile disparità di trattamento che verrebbe ad esserci...

I "sedicenti esperti" che imperversano sul "tubo" dovrebbero inchinarsi davanti al ragionare di persone che usano la testa piuttosto che la pancia (per non dire altro). Eco docet.
Chapeau.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Grazie Elisabetta per il tuo intervento.
per esempio lo sconto in fattura o la cessione del credito erano consentiti anche a chi non aveva capienza IRPEF, purchè di IRPEF pagasse un qualcosa, senza indicazione di un minimo, mentre la detrazione in denuncia dei redditi la può fare solo chi ha capienza. C'è proprio un peccato originale nella legge:
Questa tua considerazione mi sembra appunto pertinente: e credevo pure di ricordare che tra gli altri fattori considerati positivi riguardo alla cessione del credito, ci fosse proprio anche la "elusione" (in senso positivo e previsto) del vincolo attribuito all'erede non detentore diretto dell'immobile.
a me sembra che siano proprio questi espertoni che mettono in testa strane idee all'Agenzia delle Entrate, come se non ne avesse abbastanza per conto suo.
Anche questo coincide con la sensazione provata riguardo a questo ed un altro tema che citerò dopo. Il fatto però è che tale personaggio si qualifica come Giurista, esperto contabile, Direttore scientifico di un istituto di consulenza e mediazione attivo da una 15-ina d'anni. Ed a parte la supposta disparità di trattamento (che per me sussiste già nei confronti dell'erede escluso, quando è ammessa la cessione all'acquirente, si conserva in capo all'inquilino che se ne ne va, ecc), purtroppo non è peregrino disquisire sul fatto che se il credito/detrazione ad un certo punto legalmente non maturerebbe più, la conseguenza potrebbe ricadere su chi tale credito lo ha acquisito per intero, ecc. Se passasse tale orientamento giuridico, verrebbe fuori un grande ingolfamento dei tribunali.
Tutto questo come verrebbe calcolato o addirittura ricalcolato anno per anno in base all'affittare o no l'appartamento?
Qui penso sei andata fuori tema: le spese rimaste a carico, tali restano. Il problema sono le quote potenzialmente detraibili, che verrebbero a perdersi in capo agli eredi che locassero tali immobili.
I "sedicenti esperti" che imperversano
Io non so se sia sedicente o veramente esperto: avrei preferito un commento sull'oggetto su cui si discute. Solo dopo potremmo prenderne le misure.
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Il secondo argomento del medesimo soggetto, riguardava il problema dei condòmini morosi, per i quali si sostiene non matura il credito: che se viene ciononostante ceduto o utilizzato per lo sconto in fattura, trattasi di illecito utilizzo di credito inesistente. Con conseguenze riconducibili al caso sopra citato.
Eccesso di zelo? Terrorismo mediatico fiscale e giuridico?


Sicuramente oggi va di moda: in tutti i servizi TV odierni ad esempio passa il messaggio della abolizione del superbonus, quando in realtà ad essere bloccata è la cessione del credito. CHe possa dispiacere a molti è fuori discussione: che oltre a questo ci siano crediti incagliati e non liquidati dai cessionari è anche vero e vergognoso (i patti devono essere rispettati): ma i bonus funzionavano anche senza la cessione , che ha fatto lievitare prezzi e generato truffe.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
@basty, io non so più cosa dire: cosa nata male, gestita peggio, che si è prestata a truffe, sempre più caotica a danno delle persone oneste. I giuristi e soci, a mio parere, ormai cercano di vedere tutti i possibili inghippi anche per coprirsi le spalle. E come dare loro torto?

Oggi, ne consiglio la lettura, è solo di 539 pagine, mi sono letta (non tutta tutta, ma un bel po') la CIRCOLARE N.7/E Direzione Centrale Coordinamento Normativo, 25 giugno 2021. C'è tutto quello che riguarda detrazioni e deduzioni. Non mi sono imbattuta in nessun punto che escluda il superbonus per i condomini morosi. O c'è qualcosa di successivo o è una balla... Il giurista fa un riferimento a interpelli o circolari precisi?

Dalla lettura di oggi ho invece appreso di aver detto una cosa sbagliata nella mia risposta precedente. Ho detto che un qualcosa di IRPEF lo si doveva pagare per aver accesso al Superbonus. Invece no. Pag. 444: "Più precisamente, possono accedere al Superbonus tutti i soggetti passivi che “astrattamente” possono essere titolari della predetta detrazione, indipendentemente dalle peculiari modalità di tassazione del reddito, come nel caso del titolare di solo reddito fondiario, derivante dal possesso dell'immobile adibito ad abitazione principale, escluso da tassazione per effetto della deduzione di cui all’art. 10 del TUIR di importo pari alla rendita catastale. Tale soggetto può tuttavia esercitare l’opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito (corrispondente alla detrazione spettante), in quanto possiede un reddito che concorre alla formazione del reddito complessivo, ma che non è soggetto ad imposta in virtù del particolare meccanismo di tassazione che prevede una deduzione di pari importo."
Quindi anche chi pagava zero euro di IRPEF ma aveva la prima casa aveva diritto allo sconto in fattura o alla cessione del credito!

Torniamo agli eredi. Nella circolare riepilogativa di cui sopra non ho trovato nulla che riguardasse gli eredi di chi ha fatto cessione o sconto. Si parla sempre e solo di chi sta detraendo a rate nella sua denuncia.
D'altra parte: i beneficiari della detrazione possono .... optare – in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione – per un contributo, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto..., anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta...che poi può cedere a sua volta... (e analogo per la cessione del credito). Se mi viene fatto uno sconto su quanto devo pagare, poi la cosa non mi riguarda più. Almeno, io la vedo così. Ma penso anche l'Agenzia delle Entrate altrimenti da qualche parte lo direbbe, tipo "hai optato per lo sconto ma poi muori, il tuo erede dovrà fare questo e quello..." esattamente come fa, con molta pignoleria, per chi sta detraendo in proprio. Poi ci sta che mi sbaglio, per carità, ma non ho tovato alcun cenno che faccia pensare diversamente.
Qui penso sei andata fuori tema: le spese rimaste a carico, tali restano. Il problema sono le quote potenzialmente detraibili, che verrebbero a perdersi in capo agli eredi che locassero tali immobili.
Non so se riuscirò a spiegarmi. Provo con un esempio: nonno ha avuto lo sconto del 90%, il fornitore F deve pagare i dipendenti, chiede i soldi a una banca che però lo ricarica di un tot di spese. F trasferisce le spese sul nonno (e ci vuole in più il 22% di IVA. Capitato a noi, stiamo ancora dando battaglia). Nonno tira le cuoia, l'erede E trova l'appartamento affittato. Secondo il giurista, E non ha più diritto al beneficio, che era uno sconto concesso da F. Ma allora cosa succede? E deve tirare fuori i soldi equivalenti allo sconto (in tutto o in parte a seconda dell'annualità) per darli a F? Il quale li restituisce alla banca diminuendo il debito? Ma allora le spese calcolate su un certo prestito diminuiscono. La differenza viene ridata all'erede? e l'IVA che nonno ci ha pagato su? (Temo che spese e IVA vengano date per perse)
Se il nonno non fosse già morto per cause naturali, morirebbe per gli accidenti che gli tira l'erede.

Sicuramente c'è un errore o anche di più in questo esempio, ma a quest'ora non lo trovo... Buonanotte
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Sicuramente c'è un errore o anche di più in questo esempio, ma a quest'ora non lo trovo
SE il nonno ha ootato e concordato per lo "sconto in fattura" ...allora la ditta si è impegnata secondo quanto stabilito dalla Legge e nulla potrà chiedere al committente che non fosse contrattualizzato.
Se la stessa ha trattato per cedere il credito ad un terzo (banca) inizialmente per un controvalore e poi ne ottiey uno inferiore...si arrangia.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
SE il nonno ha optato e concordato per lo "sconto in fattura" ...allora la ditta si è impegnata secondo quanto stabilito dalla Legge e nulla potrà chiedere al committente che non fosse contrattualizzato.
E' il motivo per cui siamo già per avvocato con questa ditta (che fa il muro di gomma e nemmeno risponde alle diffide dell'avvocato), ma questo è un problema nostro.

Torno rapidamente sul discorso "disparità di trattamento degli eredi" sollevato del Giurista.
Numeri reali del nostro condominio, solo per il 90% (poi c'è un equivalente per il 60%)
Importo lavori 21565,50 €

Nonno A paga tutto alla ditta. In 10 anni recupererà 19.408,95 €.
Il lavoro gli sarà costato 2.156,55 €

Scusate, partito troppo presto
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Nonno B, disgraziato, chiede lo sconto in fattura.
Paga
alla ditta per i lavori 2156,55 €
asseverazione 789,28 €
conformità 973,13 €
commissioni per pratiche sconto 861,50 €
IVA 22% su commissioni 189,50 €

totale pagato dal nonno B 4969,96 €

Potrà recuperare in 10 anni il 60% di asseverazione e conformità (fatture emesse quando non c'era più il 90%): 1.057,45 €

Ora se nonno A muore, ha già pagato 19.408,95 € che sta recuperando a rate e l'erede potrà o no recuperarli al posto suo. Se la casa è affittata, li perde

Se nonno B muore i 19.408.95 € scontati dalla ditta e che quindi non ha pagato come verrebbero imputati all'erede che si trovi la casa affittata, secondo il giurista? Di certo perderebbe già i 1057,45 € delle detrazioni su conformità e asseverazioni.
Le due situazioni sono molto "dispari".

Ci farà su una seconda puntata...
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
come verrebbero imputati all'erede che si trovi la casa affittata,
Per "trovarsi" la casa affittata...bisogna che la locazione sia stata stipulata dal nonno.

Se invece è l'erede che post-mortem da in locazione il bene significa che ha deciso di perdere la detraibilità delle rate residue. E tale perdita permane fintanto che non è in possesso "diretto" del bene.

Questione diversa per la parte che la ditta ha "scontato" direttamente.
Se non vi erano impedimenti a che la ditta acquisisse il bonus...nessuna variabile successiva nel possesso dell'immobile determina la perdita del beneficio.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Scusate, solo per correttezza anche se sono fatti miei. Nei conti di prima, qualcosa non mi tornava, in effetti le commissioni per pratiche sconto sono state 5861,50 € . Avevo solo perso il primo 5!
L'IVA al 22% sulle commissioni diventa 1289,53 €
Quindi il totale pagato dal nonno B è stato di 11069,99 € di cui solo i circa 1000€ delle asseverazioni detraibili al 60%.
E questo, senza aver pagato i 19408,95 € scontati

Mi continuava a frullare in testa che la cifra era bassa, infatti mancavano 5000 euro.
 
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