Buongiorno a tutti,
ringrazio coloro che mi potranno dare un consiglio in quanto ho una serie di domande:
Può l'Ufficio Tecnico rendersi conto a distanza di anni di aver erroneamente permesso l'esecuzione di una DIA e pretenderne l'annullamento a seguito di una piccola variazione in CILA a vendita avvenuta?
C'è un limite di tempo di tre anni oltre il quale l'Ufficio Tecnico non può più contestare una DIA?
Può l'Ufficio Tecnico dichiarare difforme un immobile, revocare tale difformità ed ancora ritornare a dichiararlo difforme?
E' possibile che il nuovo proprietario debba pagare per colpe del venditore e magari accollarsi una multa per difformità con conseguente ripristino, aggravio di spesa e deprezzamento dell'immobile?
Chi ne risponde di questi errori, venditore, notaio, geometra, agenzia o acquirente?
In pratica acquistato un appartamento a Roma 6 mesi fa ed un mese prima dell'atto il geometra della parte venditrice ha redatto una CILA per l'aggiornamento delle planimetrie riguardante il corretto posizionamento di due porte.
Passati 30 gg e chiusa la CILA si fa l'atto ma dopo qualche giorno sia il geometra che la venditrice ricevono una lettera da parte dell'Ufficio Tecnico nella quale si inibisce questa CILA per difformità urbanistiche dipendenti da una DIA presentata nel 2007 (realizzazione di un volume tecnico verandato sul terrazzo per il supporto di pannelli solari con relativi impianti per la prod. di acqua calda e l'alloggiamento della caldaia e del lavabo; realizzazione di un bagno posto in un ripostiglio finestrato esterno all'appartamento ma sullo stesso pianerottolo).
Alla lettera il geometra risponde che sono scaduti i 30 giorni per verificare la legittimità della CILA; che l'ante operam fa riferimento alla DIA approvata dallo stesso Ufficio Tecnico nel 2007 e che sono passati 3 anni; che l'immobile ha cambiato proprietario e quindi dovranno essere riconosciuti dei danni al venditore ed all'acquirente.
L'Ufficio Tecnico revoca l'inibizione e dichiara che la CILA è conforme.
Sembra tutto risolto ma i Geometri dell'Ufficio Tecnico effettuano un nuovo sopralluogo nel mio appartamento e rilevano nuovamente le stesse incongruenze urbanistiche contestate con la prima lettera. Fra qualche giorno riceverò una nuova lettera dell'Ufficio Tecnico con l'esito del sopralluogo, nella quale mi verrà comunicato se è tutto a posto o se devo "rimuovere" le incongruenze, sperando di non dover ripristinare il tutto addirittura allo stato precedente alla DIA del 2007!
Non mi sembra giusto che si possano vendere immobili apparentemente in regola e scoprire dopo che l'ufficio tecnico si è sbagliato!
ringrazio coloro che mi potranno dare un consiglio in quanto ho una serie di domande:
Può l'Ufficio Tecnico rendersi conto a distanza di anni di aver erroneamente permesso l'esecuzione di una DIA e pretenderne l'annullamento a seguito di una piccola variazione in CILA a vendita avvenuta?
C'è un limite di tempo di tre anni oltre il quale l'Ufficio Tecnico non può più contestare una DIA?
Può l'Ufficio Tecnico dichiarare difforme un immobile, revocare tale difformità ed ancora ritornare a dichiararlo difforme?
E' possibile che il nuovo proprietario debba pagare per colpe del venditore e magari accollarsi una multa per difformità con conseguente ripristino, aggravio di spesa e deprezzamento dell'immobile?
Chi ne risponde di questi errori, venditore, notaio, geometra, agenzia o acquirente?
In pratica acquistato un appartamento a Roma 6 mesi fa ed un mese prima dell'atto il geometra della parte venditrice ha redatto una CILA per l'aggiornamento delle planimetrie riguardante il corretto posizionamento di due porte.
Passati 30 gg e chiusa la CILA si fa l'atto ma dopo qualche giorno sia il geometra che la venditrice ricevono una lettera da parte dell'Ufficio Tecnico nella quale si inibisce questa CILA per difformità urbanistiche dipendenti da una DIA presentata nel 2007 (realizzazione di un volume tecnico verandato sul terrazzo per il supporto di pannelli solari con relativi impianti per la prod. di acqua calda e l'alloggiamento della caldaia e del lavabo; realizzazione di un bagno posto in un ripostiglio finestrato esterno all'appartamento ma sullo stesso pianerottolo).
Alla lettera il geometra risponde che sono scaduti i 30 giorni per verificare la legittimità della CILA; che l'ante operam fa riferimento alla DIA approvata dallo stesso Ufficio Tecnico nel 2007 e che sono passati 3 anni; che l'immobile ha cambiato proprietario e quindi dovranno essere riconosciuti dei danni al venditore ed all'acquirente.
L'Ufficio Tecnico revoca l'inibizione e dichiara che la CILA è conforme.
Sembra tutto risolto ma i Geometri dell'Ufficio Tecnico effettuano un nuovo sopralluogo nel mio appartamento e rilevano nuovamente le stesse incongruenze urbanistiche contestate con la prima lettera. Fra qualche giorno riceverò una nuova lettera dell'Ufficio Tecnico con l'esito del sopralluogo, nella quale mi verrà comunicato se è tutto a posto o se devo "rimuovere" le incongruenze, sperando di non dover ripristinare il tutto addirittura allo stato precedente alla DIA del 2007!
Non mi sembra giusto che si possano vendere immobili apparentemente in regola e scoprire dopo che l'ufficio tecnico si è sbagliato!