Joe

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Proprietario Casa
Possiedo appartamento in provincia di Milano composto da:

1 camera da letto

1 ampio soggiorno (m. 5,60 x 4,10)

divisi da disimpegno notte

ampia cucina m. 5,10 x 2,50

Ho proposto in affitto detto appartamento come trilocale, ma il probabile futuro inquilino nel visitarlo mi ha fatto notare che si trattava di bi e non di trilocale, per il fatto che la cucina non viene conteggiata come locale.

Navigando in rete ho trovato dei pareri discordi, per cui mi rimetto alla vostra competenza (naturalmente senza impegno) segnalando un sito autorevole per definire la questione. Ringrazio per la consueta collaborazione.
 

Franci63

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Proprietario Casa
Ha ragione il tuo "forse inquilino":si tratta senza dubbio alcuno di un bilocale.
Nel tuo caso la descrizione appropriata è bilocale con cucina abitabile.
Si considerano "locali" le camere da letto e i soggiorni.
Che la cucina sia abitabile o a vista nel soggiorno non cambia il numero di locali,ovviamente la cucina abitabile è un plus e va valorizzata.
Ma chi cerca un trilocale si aspetta due camere da letto.
Parere frutto di 15 anni di professione come agente immobiliare indipendente a Milano.
 

Dimaraz

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Proprietario Casa
I termini ufficiali risalgono a prima della Ii guerra mondiale.
Le costruzioni e gli usi comuni dei termini sono variati e spesso con differenze locali.
 

griz

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di solito l'appartamento è composto da: camera da letto (1,2,3...) soggiorno, cucina, a volte la cucina e un angolo cottura nel soggiorno e bagni (1,2...)
Cucina e bagni si considrano servizi quindi il bilocale è soggiorno, camera e servizi (cucina, bagni, ecc), il trilocale ha una camera in più, il quadrilocale ha 3 camere.
Mi sa che questo è in tutta Italia
 

magia2002

Membro Attivo
Proprietario Casa
@ griz a Cagliari usiamo la stessa terminologia. Quello che preoccupa e' il monovano .Ci sono comuni che vogliono abbassare i mq minimi e cosi a breve in una stanza c'e' tutto cucina -bagno-soggiorno -camera da letto- sgabuzzino ed il posto auto che e' piu' grande dell' abitazione.
 

griz

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Professionista
non credo che i comuni possano abbasssare le superfici minime, sono infatti definite da un D.P.R. che è ovviamente norma superiore a quelle che il comune può stabilire.
A volte mi capita di vedere in internet della case piccolissime nelle quali la gente vive, da noi non si può fare, forse viste le possibilità tecnologiche attuali e la necessità di abitazioni a basso costo, si potrebbe anche riscrivere la norma, in effetti 25 mq sono una bella misura ma se togli il bagno e antibagno a norma per l'abbattimento delle barriere architettoniche, non rimane molto.
Facendo un esercizio si potrebbe anche ipotizzare alloggi minimi che pur essendo vivibili non rispettino alcune norme igienico/sanitarie e sulle barriere architettoniche, semplicemente destinate esclusivamente a soggetti normodotati. In fondo, credo che considerata l'incidenza numerica dei portatori di handicap sulla popolazione totale, si potrebbe anche decirdere che la norma applicata a tutti gli alloggi potrebbe anche essere superata. Ovvio che l'esenzione sarebbe complicata e da normare con attenzione
 

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