confusa

Membro Attivo
Proprietario Casa
Mia figlia, che ho a carico (spese sanitarie, università) abita in un immobile di sua proprietà nella mia stessa città. Abbiamo residenze diverse.
Nel suo condominio hanno deciso di rifare le facciate dello stabile e la riparazione del tetto. Mia figlia non lavora, non ha reddito e quindi rientra nella no-tax area per incapienza contributiva.
Come posso fare per avere la detrazione del 50% sull'IRPEF, dato che sosterrò io le spese di manutenzione straordinaria?
 

Biz Consulting

Membro Attivo
Professionista
Buongiorno @confusa , non avendo tu alcun titolo sull'immobile e non abitando con tua figlia, purtroppo non hai diritto ad usufruire della detrazione, anche se sostieni tutte le spese.
Il fatto che tua figlia sia incapiente non ha alcuna rilevanza i questa situazione, dato che tali soggetti possono cedere il credito derivante dalla detrazione solo nel caso di interventi incentivati dall'Ecobonus (Risparmio energetico) e non da quelli di semplice recupero edilizio, come quelli che hai indicato tu.
Inoltre, anche se si realizzasse questa situazione, la cessione sarebbe possible solo nei confronti dei fornitori, degli intrmediari finanziari (banche, ecc.) o verso terzi soggetti diversi dai fornitori, che devono comunque essere collegati al rapporto che ha dato origine alla detrazione (quindi non i famigliari).
 

Biz Consulting

Membro Attivo
Professionista
E se facessi un contratto di comodato?
I comodatari sono fra i beneficari previsti per il Bonus Recupero Edilizio, ma nel suo caso specifico non credo che la soluzione del comodato sia realizzabile o, quanto meno, credibile.
Di fatto, il comodato è così definito dall'art. 1803 del Codice Civile: "Il comodato è il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta."
A mio parere, per quanto la riguarda, mancherebbebbero i presupposti fondamentali della consegna e dell'uso dato che, nella realtà, l'immobile è la residenza effettiva della proprietaria (è quindi da lei utilizzato).
Ribadisco, la prenda come una mia interpretazione soggettiva.
In veste di consulente consiglierei di consultare con un avvocato per avere qualche certezza in più.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Come posso fare per avere la detrazione del 50% sull'IRPEF, dato che sosterrò io le spese di manutenzione straordinaria?
La detrazione spetta al familiare per i costi sostenuti per gli interventi effettuati su una qualsiasi delle abitazioni in cui si esplica la convivenza.
Non è richiesto che l’immobile oggetto dell’intervento sia adibito ad abitazione principale del proprietario o del familiare convivente.
Quindi, nel tuo caso, avresti diritto alla detrazione se potessi dimostrare che, pur avendo residenze (dimore abituali) diverse, convivi con tua figlia nell'immobile oggetto degli interventi.
 

Biz Consulting

Membro Attivo
Professionista
La detrazione spetta al familiare per i costi sostenuti per gli interventi effettuati su una qualsiasi delle abitazioni in cui si esplica la convivenza.
Non è richiesto che l’immobile oggetto dell’intervento sia adibito ad abitazione principale del proprietario o del familiare convivente.
Quindi, nel tuo caso, avresti diritto alla detrazione se potessi dimostrare che, pur avendo residenze (dimore abituali) diverse, convivi con tua figlia nell'immobile oggetto degli interventi.
Potrebbe in effetti essere una "scappatoia", ma si va su un terreno minato...
Infatti, in ambito di Bonus Casa, il legislatore non ha purtroppo fornito una precisa definizione di convivenza, indicando soltanto che sia necessario che essa sussista già al momento dell’inizio dei lavori.
Per espressa indicazione dell'Agenzia delle Entrate in alcune circolari, lo status di familiare convivente può essere attestato semplicemente attraverso una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Il problema è che ciò che si riporta in documento del genere deve essere vero e verificabile oggettivamente, poichè una falsa dichiarazione ha risvolti penali.
Proprio per la delicatezza della questione, in più di un telefisco l'Agenzia delle Entrate ha precisato che, in sede di eventuale controllo della dichiarazione sostitutiva, la convivenza tra proprietario e familiare debba essere certificata dalle risultanze dell’anagrafe comunale.
Resta il fatto che le interconnessioni tra i concetti di famiglia e convivenza sono decisamente complessi e hanno interpretazioni e risvolti differenti a seconda dell'ambito di applicazione (diritto civile, tributario, ecc.).
Tanto per rendere l'idea, porto questo post ad esempio, che tratta in modo sintetico l'argomento.
Resto del parere che, vista la particolarità della stituazione di @confusa e la complessità del tema, il parere di un tributarista potrebbe essere risolutivo, oltre che indispensabile.
 

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