Sono proprietario di un appartamento arredato in Verona ma risiedo a Brescia.
Nel dicembre 2010 ho lasciato le chiavi del mio appartamento ad un amico che ha un negozio sotto casa, mi chiese di poter utilizzare il mio appartamento per il periodo natalizio. Gli dissi, con testimoni, che poteva utilizzare la casa per appoggiarsi durante le pause di lavoro e appoggiarsi le sue cose. Gli ricordai che avrebbe potuto utilizzare l’appartamento per un mese e che l'avrei utilizzato anche io quando, occasionalmente, mi sarei recato a Verona.
Il mese successivo gli chiesi se voleva regolarizzare un contratto di affitto, visto che continuava ad usare l’appartamento, compilammo un prestampato di contratto in un’unica copia, l’amico mi firmò lo stesso, gli dissi che sarei tornato con due copie “in bella” per la firma e la successiva regolarizzazione.
Nel mese successivo l’amico mi disse che non poteva cambiare residenza e che non avrebbe potuto firmare il contratto per via dei problemi che aveva con la sua ex moglie e l’affido del figlio, mi chiese di mantenere gli accordi presi e che mi avrebbe fatto dei pagamenti a titolo di rimborso per l’uso dell’appartamento con ricarica su una carta poste pay.
Ad ottobre del 2011, mi recai a Verona senza comunicare il mio arrivo all’amico, e mi resi conto che l’”amico” viveva stabilmente nel mio appartamento. A questo punto gli chiesi di regolarizzare il contratto che avevamo a suo tempo stipulato “in brutta copia”, mi disse che non poteva e che per la fine dell’anno sarebbe andato via.
A dicembre del 2011 l’”amico” fa denuncia all’Agenzia delle Entrate ai sensi del D.Lgs 23/2011. A gennaio mi arriva la raccomandata dell’Agenzia delle Entrate, a questo punto scopro di essere stato fregato, inutili sono i tentativi di chiamare l’”amico”. Vado all’Agenzia delle Entrate e mi faccio fare una copia della denuncia e del modello 69.
Nella denuncia l’”amico” dichiara che mi ha versato 400€/mese adducendo come prova, pagamenti in nero, pagamenti su poste pay, un pagamento fatto dalla posta il giorno della denuncia alla agenzia delle entrate verso il mio poste pay di 400€, pagamenti bollette energia elettrica e gas e alcune riparazioni fatte nell’appartamento. Dichiara che ha in suo possesso le bollette gas, elettricità e tariffa rifiuti. Nel modello 69 indica una sola delle 2 particelle costituenti l’appartamento.
Ora paga circa 40€/mese, anche dopo le mie rimostranze circa la non veridicità della denuncia, infatti: non ho mai percepito nessun pagamento in contante, le bollette di spese gas – elettricità - nettezza urbana sono in mio possesso, ho restituito personalmente all’”amico” le spese per le riparazioni che fece (conservo una copia della fattura), versa un canone di 40€ che corrisponde a solo una porzione dell’intero immobile che attualmente occupa.
Da questo mese, dopo che ho annullato il mio poste pay, non mi paga neanche più i 40€. Infine è subentrato a tutte le mie utenze. Gli ho scritto per chiedergli di regolarizzare con un contratto ma il suo avvocato che conduce “regolarmente” l’immobile. Da poco ho saputo che ha anche chiesto la residenza.
Cosa pensate sia meglio fare? Denunciarlo per truffa, appropriazione indebita e per libero arbitrio? Provare con la procedura di conciliazione? Andare all’Agenzia delle Entrate e fare la risoluzione della registrazione in quanto errato?
Nel dicembre 2010 ho lasciato le chiavi del mio appartamento ad un amico che ha un negozio sotto casa, mi chiese di poter utilizzare il mio appartamento per il periodo natalizio. Gli dissi, con testimoni, che poteva utilizzare la casa per appoggiarsi durante le pause di lavoro e appoggiarsi le sue cose. Gli ricordai che avrebbe potuto utilizzare l’appartamento per un mese e che l'avrei utilizzato anche io quando, occasionalmente, mi sarei recato a Verona.
Il mese successivo gli chiesi se voleva regolarizzare un contratto di affitto, visto che continuava ad usare l’appartamento, compilammo un prestampato di contratto in un’unica copia, l’amico mi firmò lo stesso, gli dissi che sarei tornato con due copie “in bella” per la firma e la successiva regolarizzazione.
Nel mese successivo l’amico mi disse che non poteva cambiare residenza e che non avrebbe potuto firmare il contratto per via dei problemi che aveva con la sua ex moglie e l’affido del figlio, mi chiese di mantenere gli accordi presi e che mi avrebbe fatto dei pagamenti a titolo di rimborso per l’uso dell’appartamento con ricarica su una carta poste pay.
Ad ottobre del 2011, mi recai a Verona senza comunicare il mio arrivo all’amico, e mi resi conto che l’”amico” viveva stabilmente nel mio appartamento. A questo punto gli chiesi di regolarizzare il contratto che avevamo a suo tempo stipulato “in brutta copia”, mi disse che non poteva e che per la fine dell’anno sarebbe andato via.
A dicembre del 2011 l’”amico” fa denuncia all’Agenzia delle Entrate ai sensi del D.Lgs 23/2011. A gennaio mi arriva la raccomandata dell’Agenzia delle Entrate, a questo punto scopro di essere stato fregato, inutili sono i tentativi di chiamare l’”amico”. Vado all’Agenzia delle Entrate e mi faccio fare una copia della denuncia e del modello 69.
Nella denuncia l’”amico” dichiara che mi ha versato 400€/mese adducendo come prova, pagamenti in nero, pagamenti su poste pay, un pagamento fatto dalla posta il giorno della denuncia alla agenzia delle entrate verso il mio poste pay di 400€, pagamenti bollette energia elettrica e gas e alcune riparazioni fatte nell’appartamento. Dichiara che ha in suo possesso le bollette gas, elettricità e tariffa rifiuti. Nel modello 69 indica una sola delle 2 particelle costituenti l’appartamento.
Ora paga circa 40€/mese, anche dopo le mie rimostranze circa la non veridicità della denuncia, infatti: non ho mai percepito nessun pagamento in contante, le bollette di spese gas – elettricità - nettezza urbana sono in mio possesso, ho restituito personalmente all’”amico” le spese per le riparazioni che fece (conservo una copia della fattura), versa un canone di 40€ che corrisponde a solo una porzione dell’intero immobile che attualmente occupa.
Da questo mese, dopo che ho annullato il mio poste pay, non mi paga neanche più i 40€. Infine è subentrato a tutte le mie utenze. Gli ho scritto per chiedergli di regolarizzare con un contratto ma il suo avvocato che conduce “regolarmente” l’immobile. Da poco ho saputo che ha anche chiesto la residenza.
Cosa pensate sia meglio fare? Denunciarlo per truffa, appropriazione indebita e per libero arbitrio? Provare con la procedura di conciliazione? Andare all’Agenzia delle Entrate e fare la risoluzione della registrazione in quanto errato?