Daniele 78

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.... l'ultima , se non erro, e' quella che impone il conta calorie sulla caldaia dell'impianto centralizzato per verificare le "calorie" all'uscita dell'impianto e permettere il calcolo della dissipazione prima che si arrivi all'erogazione presso i caloriferi dell'utente .
Senza contacalorie sulla caldaia, non hai il controllo in uscita delle calorie prodotte totali e tutto il discorso cade. Questo era così già da tempo.

L'impianto lavora per differenza: totale prodotte (sulla caldaia) totale consumate per ogni calorifero di tutto il condominio.
Sai quanto produce sai quanto consumi, le differenze sono le normali perdite di carico di un'impianto; più è vecchio e più è sbilanciato e mal dimensionato, più è nuovo più dimensionato correttamente.

Ho imparato tutto ciò da:
-mia esperienza in cantiere
- corsi (anche da certificatore)
-convegni professionali come tema sia il rinnovabile che il risparmio energetico
- Incontri e chiaccherate sia con installatori che tecnici specializzati (termo-tecnici o ingegneri impiantisti).

Sono un po' di anni che mi interesso della tematica, anche perchè sul nuovo (sono almeno 6 anni) che viene richiesta la contabilizzazione di calore per gli edifici.
Sono almeno 6 che c'è l'obbligo di montaggio di pannelli e sono 10 che c'è l'obbligo della coibentazione.

Ovviamente per nuovi edifici dopo il 2006 sia nuovi che ristrutturati: Questo è il Dlgs/192/2005 coordinato con tutte le normative successive per il risparmio energetico: D.lgs. n. 192/2005
 

basty

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Senza contacalorie sulla caldaia, non hai il controllo in uscita delle calorie prodotte totali e tutto il discorso cade.
Io non sarei così drastico: tant'è che in passato non pare ci fosse l'obbligo del contacalorie sulla mandata generale (almeno non ci è stata imposta).

Convengo che l'unico modo serio per misurare le dispersioni involontarie è misurarle, quindi misurare anche le calorie prodotte all'origine. Ma bisognerebbe misurare anche i consumi volontari con strumenti di misura, non strumenti di semplice ripartizione proporzionale.

Secondo me (da non addetto ai lavori) il tuo ragionamento fa acqua quando affermi:
L'impianto lavora per differenza: totale prodotte (sulla caldaia) totale consumate per ogni calorifero di tutto il condominio.
Sai quanto produce sai quanto consumi,

E' vero che col contacalorie a monte sai quanto produci: ma non puoi dire con buona approssimazione "quanto consumi": i ripartitori non sono dei contatori. La loro lettura permette solo di fare una proporzione tra i consumi dei vari radiatori possibilmente omogenei. Teoricamente è possibile dai rilievi dei ripartitori stimare calcolandole le calorie, ma non è una misura.

La differenza è quindi paragonabile, se non come accuratezza, almeno come grandezza ad un calcolo termotecnico tradizionale: con questo calcolo finora erano stimate le percentuali di consumo involontario, che purtroppo non sono solo relative alle dispersioni sulla rete, ma anche attraverso le pareti.

per questo ho riserve sulla imposizione che vieterebbe di stabilire a tavolino una percentuale fissa di addebito per millesimi di proprietà. Sara imprecisa, ma pur sempre concordata tra i condomini per mediare agli scompensi esistenti
 

Dimaraz

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Proprietario Casa
Senza contacalorie sulla caldaia, non hai il controllo in uscita delle calorie prodotte totali e tutto il discorso cade. Questo era così già da tempo.

Daniele permettimi...ma è la pubblicità o il leggere "normative tecniche private" che, per usare parole loro:
utilizzi la norma tecnica di settore, ovvero la UNI 10200, anche perché chi la applica ha la cosiddetta presunzione di esecuzione e regola d’arte.
vi ottenebra la mente al punto da non accorgervi delle cose più semplici?

A che c.xxo serve un contacalorie sulla caldaia?

Il "rifornimento" di combustibile lo paghi sulla base delle calorie prodotte...o sui q.li/mc./lt. di combustibile scaricato?

Conosci il combustibile conosci la resa della caldaia hai quante calorie sono state prodotte ma tantè parametrare sul valore "potenziale" (ante caldaia)...tanto sulla "veridicità" (o meglio aleatorietà) dei dati dichiarati si deve sempre e comunque stendere un velo pietoso (idem quanto determinato dai contacalorie/ripartitori).
 
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Daniele 78

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@Dimaraz il conta calorie della caldaia serve a misurare quanta potenza utillizi mediamente.
Non è detto che di una caldaia da 180.000 Kcal usi tutta la potenzialità:
- Vuoi perché trovi chi chiude il suo impianto o lo parzializza
- Vuoi perché l'alloggio è sfitto
- Vuoi perché la caldaia è sovradimensionata per la tipologia di condominio
- vuoi per dei distacchi nel passato che hanno sbilanciato l'impianto

Ecco perché ha senso il contabilizzatore su caldaia, hai un controllo sulla potenzialità utilizzata. Per tutti gli intervenuti: sopra ho inserito un video sulla contabilizzazione di calore. Credo che nel proseguo della discussione non sia stato visionato!
 

Dimaraz

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Proprietario Casa
serve a misurare quanta potenza utillizi mediamente.

E cosa se ne fa il Condominio o l'amministratore (o chi redige i calcoli) di quanto consumi mediamente?

La "normativa" prevede che si paghi precisando quanto in parte "fissa" (inefficenza sistema, parti comuni) e quanto in parte "variabile" (determinata volontariamente dalle "abitudini/necessità" del singolo utente).

Poichè devi ripartire il costo di acquisto di una cosa tangibile (facciamo l'esempio del Metano)...dalle fatture d'acqisto ottieni direttamente quanti mc. sono stati consegnati.
E se sai quanto "rendono" XXX mc. sai anche quante calorie sono state "pagate".

Fatto X il totale di calorie "presumibilmente" prodotte/pagate/consumate detrai il totale Y delle calorie "presumibilmente" misurate per consumi "volontari" e ottieni quanto si sarà "sprecato in :
-inefficenza della caldaia,
-dispersione nel trasferimento del calore
-uso per le parti comuni (eventuali).
Questi (tutti) sarebbero sempre e comunque da ripartire su base millesimale.
 
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basty

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Conosci il combustibile conosci la resa della caldaia hai quante calorie sono state prodotte ma tantè parametrare sul valore "potenziale" (ante caldaia)...tanto sulla "veridicità" (o meglio aleatorietà) dei dati dichiarati si deve sempre e comunque stendere un velo pietoso (idem quanto determinato dai contacalorie/ripartitori).

Credo di condividere ciò che sostanzialmente presumo pensi, ma questo mi pare un discorso alquanto generico e superficiale, oltre che impreciso in alcune affermazioni.
Oltre a quanto ti ha risposto Daniele, direi che:
-
conosci la resa della caldaia
conosci la resa nominale all'origine , ma non quella attuale effettiva. lo dici pure tu che i dati di targa sono da prendeer con le molle...
- i ripartitori non misurano calorie: si può solo approssimativamente risalire a queste.

Ecco perchè ritengo esagerata la prescrizione: approssimazione per approssimazione non vedo perchè l'assemblea non possa stimare semplicemente una percentuale fissa, come del resto arrivi a concludere con la seguente
Fatto X il totale di calorie "presumibilmente" prodotte/pagate/consumate detrai il totale Y delle calorie "presumibilmente" misurate per consumi "volontari" e ottieni quanto si sarà "sprecato in :
-inefficenza della caldaia,
-dispersione nel trasferimento del calore
-uso per le parti comuni (eventuali).
Questi (tutti) sarebbero sempre e comunque da ripartire su base millesimale.
 

chiacchia

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Proprietario Casa
Mamma mia quante parolacce, dove vi è possibile, diventate autonomi almeno ognuno avrà la sua piccola problematica e datevi....non all'ippica ma al pellet e dove non è possibile una bella bottiglia di grappa e risolvete il problema :)
 

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