Questo è il problema principale da valutare (possiede solo quell'immobile e, magari, è già ipotecato), ma lo potrà fare direttamente l'Amministratore (e riferire propedeuticamente in assemblea) o l'avvocato incaricato dell'ingiunzione. Però bisogna ricordare che l'atto ingiuntivo varrà anche per eventuali modifiche future della situazione di solvibilità.
Buonasera, concordo con il suggerimento.
Quando si procede al recupero crediti si fanno usualmente delle verifiche patrimoniali se ci sono dubbi sulla solvibilità dei soggetti.
Chiaramente nel Condominio, trattandosi quasi sempre del recupero di crediti di importo non elevatissimo, si privilegiano strumenti come il pignoramento presso terzi o pignoramento mobili registrati.
Il pignoramento immobiliare resta l'ultima opzione sia perché le tempistiche sono piuttosto lunghe su quasi tutti i Tribunali sia per i notevoli costi che devono essere anticipati dal creditore (ovvero, in tal caso, dai condòmini virtuosi).
Il ricorso per ottenere il decreto ingiuntivo, oltre ad avere in sé costi abbastanza contenuti, presenta il vantaggio di avere sempre pronto un titolo esecutivo da azionare quando torna utile (es. si viene a conoscenza dell'acquisto di un bene o di una eredità del condòmino moroso, o, ancora, di un nuovo contratto di lavoro).
Detto questo, di norma, gli amministratori che fanno bene il loro lavoro cercano prima di capire se c'è possibilità di un piano di rientro.
Il problema diventa invece molto preoccupante se è l'amministratore che rimane completamente inerte.....