Salve a tutti e grazie dell'accoglienza.
Mi trovo in una situazione complessa e spero che qualcuno possa darmi un buon suggerimento per una possibile soluzione.
Qualche mese fa, ho acquistato una proprietà in aperta campagna.
Durante la compravendita era già emerso un problema significativo di accesso, nonostante vi fosse una strada comunale che passi proprio di fronte all’ingresso di casa.
Premetto che i fatti che vado a riportare sono accaduti in un lasso temporale di più di un ventennio.
La proprietà ai tempi era servita da due accessi uno tramite regolare servitù per destinazione di padre di famiglia e una, diametralmente opposta, da strada comunale pubblica.
Nel tempo il tratto della servitù fu interessato da una frana, i vecchi proprietari non se ne preoccuparono e venendoci molto di rado, gli anni passarono e la servitù decadde.
Un bel giorno vennero a sapere che anche l’ingresso rimasto (quello comunale ) fu incredibilmente frazionato e venduto dal comune a privati, senza alcuna notifica, cosi facendo interruppero come un ponte crollato “ per usare una metafora” la continuità e l’utilità della via pubblica .
Questa decisione ha lasciato più di 1 km di strada comunale morta nel bosco, tagliando l’accesso della proprietà al resto del mondo.
Quando i vecchi proprietari chiesero spiegazioni al comune, una volta scoperto il fatto, gli è stato fatto capire che non c’era modo di tornare indietro, e l’alternativa proposta era un vecchio percorso, classificato come strada carrareccia vicinale, ma impraticabile da una strettoia tra due case, che ne impedisce il transito carrabile, tranne che da un piccolo carretto, (quindi non percorribile da macchine e mezzi di soccorso) non preoccupandosi più di tanto, del disagio arrecatogli, i vecchi proprietari arrivavano a casa passando di li a piedi.
La mia preoccupazione principale riguarda la legittimità di queste azioni.
Può il comune frazionare e vendere un pezzo di strada comunale e isolare una proprietà, anche se obiettivamente la casa non era abitata in modo continuativo? ( casa vacanze ).
Recentemente, durante un incontro in comune, riportando alla luce gli eventi del passato, abbiamo evidenziato l’urgenza di avere un’accesso alla pubblica via.
Da nostri sopralluoghi Abbiamo individuato tragitti alternativi ( gia’ percorribili) che naturalmente si interconnettono alla strada comunale morta.
Unico svantaggio , che questi tratti sono privati.
Le mie domande sono:
Si può auspicare al riconoscimento di una servitù necessaria/coattiva, ( laddove i privati non volessero concedere il passaggio) nel voler passare da uno di questi brevi tratti privati per poter riconnettersi alla pubblica via?
È possibile chiedere il ripristino del vecchio tratto di strada al comune ? O che perlomeno garantisca una valida alternativa?
Spero di non essere costretto anche io ad arrivare a piedi alla mia proprietà dalla Vicinale Carrareccia.
Accetto con gratitudine qualsiasi consiglio o informazione su come procedere.
Grazie in anticipo.
Mi trovo in una situazione complessa e spero che qualcuno possa darmi un buon suggerimento per una possibile soluzione.
Qualche mese fa, ho acquistato una proprietà in aperta campagna.
Durante la compravendita era già emerso un problema significativo di accesso, nonostante vi fosse una strada comunale che passi proprio di fronte all’ingresso di casa.
Premetto che i fatti che vado a riportare sono accaduti in un lasso temporale di più di un ventennio.
La proprietà ai tempi era servita da due accessi uno tramite regolare servitù per destinazione di padre di famiglia e una, diametralmente opposta, da strada comunale pubblica.
Nel tempo il tratto della servitù fu interessato da una frana, i vecchi proprietari non se ne preoccuparono e venendoci molto di rado, gli anni passarono e la servitù decadde.
Un bel giorno vennero a sapere che anche l’ingresso rimasto (quello comunale ) fu incredibilmente frazionato e venduto dal comune a privati, senza alcuna notifica, cosi facendo interruppero come un ponte crollato “ per usare una metafora” la continuità e l’utilità della via pubblica .
Questa decisione ha lasciato più di 1 km di strada comunale morta nel bosco, tagliando l’accesso della proprietà al resto del mondo.
Quando i vecchi proprietari chiesero spiegazioni al comune, una volta scoperto il fatto, gli è stato fatto capire che non c’era modo di tornare indietro, e l’alternativa proposta era un vecchio percorso, classificato come strada carrareccia vicinale, ma impraticabile da una strettoia tra due case, che ne impedisce il transito carrabile, tranne che da un piccolo carretto, (quindi non percorribile da macchine e mezzi di soccorso) non preoccupandosi più di tanto, del disagio arrecatogli, i vecchi proprietari arrivavano a casa passando di li a piedi.
La mia preoccupazione principale riguarda la legittimità di queste azioni.
Può il comune frazionare e vendere un pezzo di strada comunale e isolare una proprietà, anche se obiettivamente la casa non era abitata in modo continuativo? ( casa vacanze ).
Recentemente, durante un incontro in comune, riportando alla luce gli eventi del passato, abbiamo evidenziato l’urgenza di avere un’accesso alla pubblica via.
Da nostri sopralluoghi Abbiamo individuato tragitti alternativi ( gia’ percorribili) che naturalmente si interconnettono alla strada comunale morta.
Unico svantaggio , che questi tratti sono privati.
Le mie domande sono:
Si può auspicare al riconoscimento di una servitù necessaria/coattiva, ( laddove i privati non volessero concedere il passaggio) nel voler passare da uno di questi brevi tratti privati per poter riconnettersi alla pubblica via?
È possibile chiedere il ripristino del vecchio tratto di strada al comune ? O che perlomeno garantisca una valida alternativa?
Spero di non essere costretto anche io ad arrivare a piedi alla mia proprietà dalla Vicinale Carrareccia.
Accetto con gratitudine qualsiasi consiglio o informazione su come procedere.
Grazie in anticipo.