stemav
Membro Attivo
Una decina di anni fa, del tutto inesperto, ho acquistato un piccolo immobile che, sebbene sulla planimetria riporti l'esistenza di un antibagno, nella realtà dei fatti non c'è mai stato. All'epoca ero del tutto inesperto e ignorante. C'è da dire che creare un antibagno laddove dovrebbe essere rovinerebbe l'immobile riducendone gli spazi. Il bagno dà direttamente sulla cucina/soggiorno e uscendo dal bagno, subito a destra c'è la porta della camera da letto. A quanto so l'antibagno deve impedire il contatto diretto tra il bagno e le altre stanze. Siccome sia bagno che camera da letto hanno la loro porta, queste sono già separate, giusto? È solo la separazione tra bagno e cucina/soggiorno che va effettuata. Leggevo della possibilità di mettere una porta a soffietto che risolverebbe un po' il problema, forse.
Ora ho trovato un acquirente che vuole acquistarlo, gli piace ma non ha ancora visto la planimetria.
Non so cosa fare: gli parlo di questa mancanza e vediamo che dice? Leggendo altre discussioni, le soluzioni sono fondamentalmente due: costruire l'antibagno (ma spero che la porta a soffietto sia sufficiente, tenendo conto che il bagno ha la sua porta e ha l'aerazione forzata, quindi i cattivi odori non dovrebbero uscire se si chiude la porta) oppure accordarsi con l'acquirente e, se a lui sta bene la realtà dei fatti, a prescindere dagli obblighi, dichiarare davanti al notaio in fase di atto che l'immobile corrisponde alla realtà. Ma se si percorresse questa seconda strada, l'acquirente potrebbe un giorno contestarlo facendomi trovare nei guai?
Ora ho trovato un acquirente che vuole acquistarlo, gli piace ma non ha ancora visto la planimetria.
Non so cosa fare: gli parlo di questa mancanza e vediamo che dice? Leggendo altre discussioni, le soluzioni sono fondamentalmente due: costruire l'antibagno (ma spero che la porta a soffietto sia sufficiente, tenendo conto che il bagno ha la sua porta e ha l'aerazione forzata, quindi i cattivi odori non dovrebbero uscire se si chiude la porta) oppure accordarsi con l'acquirente e, se a lui sta bene la realtà dei fatti, a prescindere dagli obblighi, dichiarare davanti al notaio in fase di atto che l'immobile corrisponde alla realtà. Ma se si percorresse questa seconda strada, l'acquirente potrebbe un giorno contestarlo facendomi trovare nei guai?
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