tittola55

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Sono nuova del Forum
Possiedo 4/5 di una casetta in montagna lasciata da mia madre , l'altro 1/5 è di mia sorella che non ha voluto vendere per disaccordi .
Per 4 anni ho goduto da sola il bene , sostenendo tutte le spese di migliorie , arredi e corredi, mia sorella non ha mai sborsato un euro.
Ora dopo 4 anni, si è fatta viva dicendo che vuole godere il suo 1/5 di proprieta , rifiuta di pagare la sua parte di spese perchè "non autorizzate".
Ho deciso di tentare la richiesta di scioglimento della comunione, chiedendo l'assegnazione della quota.
Ho letto che da poco tempo è stata istituita la figura del Giudice Conciliatore , il quale deve tentare una transazione.
Però non ho trovato niente sulla tempistica e sui costi di questa procedura.
Mi potete dare una risposta?
 

Luigi Criscuolo

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Ciascun coerede, qualsiasi sia la quota che gli spetta, può, in qualsiasi momento, rivolgersi al Tribunale per ottenere lo scioglimento della comunione e la divisione dei beni ereditari.
A partire dal 20 settembre 2013, però, prima di avviare una causa relativa ad una divisione è necessario dar corso a un procedimento di mediazione innanzi a un organismo riconosciuto dal Ministero della Giustizia, con l’assistenza di un avvocato. Se la mediazione non viene esperita e la causa viene avviata ugualmente, entro la prima udienza il Giudice può rilevare la “non procedibilità” della causa giudiziale. La “non procedibilità” può essere fatta valere anche dalla controparte (ossia dal c.d. “convenuto”), sia pure entro un preciso termine di decadenza.
Se la mediazione non riesce, la richiesta di divisione giudiziale può essere fatta in qualunque momento, anche a distanza di molti anni dall’apertura della successione, non essendo previsto alcun limite temporale, salvo che il defunto abbia imposto che la divisione non si effettui fino al compimento del diciannovesimo anno d’età del più giovane dei suoi eredi, oppure per un tempo massimo di cinque anni dalla propria morte.
Nel tuo caso le quote ereditarie sono ben definite tu vuoi mettere in vendita l'immobile per sciogliere la comunione. A questo, tua sorella non può opporsi. Quindi puoi rivolgerti ad uno dei tanti istituti per la mediazione che ci saranno nella tua città per un ultimo tentativo di convincere tua sorella a vendere la sua parte dopo di che, se la mediazione non sortisce alcun effetto, dovrai rivolgerti al tribunale della tua città per la messa in vendita dell'immobile.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Il problema principale per lo scioglimento della comunione è quello di concordare il prezzo di vendita. Potreste affidare l'incarico della stima ad un professionista di fiducia comune ed in tal caso la cessione della quota da parte di tua sorella sarebbe privo polemiche. In alternativa non ti resta che seguire la strada che ti ha prospettato Luigi.
 

Dimaraz

Membro Storico
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Presumo però che Tittola non intende vendere l' immobile...ma lo scioglimento di una comunione nel caso di un bene indivisibile non prevede alternative.

Suggerisco di far valutare l' edificio e proporre alla sorella l'acquisizione della sua quota ad un prezzo pari ad 1/5 maggiorato di un 20%.
 

oliveri tomaso

Membro Attivo
Proprietario Casa
Tu puoi mettere in vendita la tua quota ma tua sorella ha la prelazione , dovrai comunicargli con lettera raccomandata con l ricevuta di ritorno il prezzo di vendita e lei avrà 30 giorni per avvalersi della prelazione e se non risponde sarai libero di vendere la tua quota .
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Dimaraz, non capisco la maggiorazione del 20%. E' forse un incentivo per convincerla a vendere? Se è questa la motivazione, credo che sarebbe bene che le parti trovino un accordo con il buon senso.
Tomaso, credo che tittola voglia acquistare la quota della sorella, per cui non esiste l'obbligo di cui tu parli.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
Il 20& era un suggerimento...che ritengo sufficente come incentivo...ma non è scontato che la sorella accetti.
Posto 100.000 Euro il valore del bene, pagare il 20% su 1/5 significa dare un "bonus" di 4.000 Euro.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Mi inserisco ponendo una riflessione sul lato umano...affettivo....familiare...E chiedo come mai vi è una sì grande discrepanza di quota proprietaria??? Immagino che la madre (???) abbia donato (o venduto fittiziamente) la sua parte alla postante con il risultato di inasprire la comunione affettiva della famiglia...se non vi sia stata una compensazione successiva per la sorella "lesa"...questo può spiegare il comportamento ostativo della stessa...Chiudo con: la discriminazione fra gli eredi figli può avvenire solo a fronte di
comportamento indegno, evitando di usare il bilancino del farmacista fra chi sia stato più meritevole...come spesso succede.
Ammessa e non concessa una eventuale ripartizione non paritaria il criterio da seguire eventualmente è quello dello stato di necessità che a volte può variare di molto fra una sorella e l'altra.
Cosa ne pensate e cosa ne pensa la postante??? Quiproquo.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Condivido l'analisi di Qpq. Apprezzo le considerazioni ed insisto nell'usare il buon senso per non finire di rovinare un rapporto familiare.
 

tittola55

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Grazie a tutti per l'attenzione,
voglio rispondere a quiproquo;
la casa ereditata da mia madre è stata equamente divisa fra 5 sorelle, io ho acquistato 4/5 e non l'intero, solo ed unicamente perchè la sorella più "esosa" voleva trarre un beneficio maggiore opponendosi, risultato: mia sorella è rimasta proprietaria di 1/5 svalutato del 35%.
Io non intendo sottostare al "ricatto" economico per principio.
Sapete darmi informazioni sui costi dello scioglimento ?
L'immobile intero oggi vale circa 50.000 euro (nel 2011 l'ho pagato 80.000).
Grazie . Tittola
 

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