Scusate vi informo di come sono andate a finire le cose...
Lui ha fatto un accordo in cui diceva chiaramente che si accontentava della somma che ci siamo detti per telefono, ma poi ha scritto anche questa frase che vi vado a copiaincollare:
"Parimenti il signor xxx rinuncia a qualsiasi censura circa l’attività del legale, ivi compresi esposti all’ordine, segnalazioni alla Procura o ad altra autorità quale
Guardia di Finanza o organi inquirenti, sia direttamente che a tramite di terzi soggetti. Il mancato rispetto di tale previsione comporterà la debenza dell’intero importo di yyyy (che a tal fine si intende riconosciuto) dedotto quanto oggi corrisposto"
Dove al posto di yyyy c'è la cifra che il mio avvocato, ormai ex, mi aveva chiesto prima (maggiore).
Secondo voi una clausola del genere è legale? Io sono molto perplesso. Sarebbe come dire che se io lo denuncio per attività sospette allora poi ne pago le conseguenze. Non è un reato una cosa del genere?
E nel caso questa clausola non avesse valenza legale, la sua presenza nell'accordo rende di fatto per intero l'accordo nullo? (Quindi anche la frase in cui lui rinuncia chiaramente a chiedermi soldi in futuro non sarebbe più valida?)
ps: non mi ha fatto nè fattura nè dato una ricevuta firmata. Che devo fare secondo voi?
Procediamo con ordine, rispondi sì o no...
-Il primo documento era già una fattura con tanto di numero e data e completo
di IVA?
- Il secondo documento che hai appena postato è
firmato magare anche su carta "titolata"???
- Che cosa è accaduto fra il primo invio e il secondo??? Da giustificare tale
immonda richiesta???
Ti avevo consigliato di inviargli una raccomandata riepilogante l'accordo
intervenuto. L'hai fatto o no???
Comunque siano andate le cose tu non devi più affidarti al telefono...
Se possibile anche via Email...resta sempre una traccia.
Gli risponderai che non vi è nessun bisogno di sottoscrivere un accordo
di tal fatta (evitiamo gli aggettivi...)...Che seguisse (lui) le regole contabili-fiscali
annullando la prima fattura ( qualunque voce è buona) ed emettendone
una seconda, completa di tutti i dati,IVA compresa. Al ricevimento la
pagherai come convenuto e come indicato in fattura ( totale o frazionata).
Solo su questa nuova fattura potrà esercitare un'azione legale in caso di
insolvenza che tu, a quanto pare, desideri evitare.
A chiusura dico che se la lettera ricatto è stata firmata ed è ben tracciabile
avrai tu un formidabile strumento di "difesa" nel caso che lui insistesse
nell'immonda richiesta. Resto in attesa...qpq.
PS. Per i difensori accaniti della categoria...Vi è un sottile disegno perverso
nell'impostazione che stiamo vivendo...che "viaggia" da bocca a bocca nella
"nobile" (si fa per dire) categoria. Qual è? E' questa.
Siccome il privato non può detrarre il nostro costo e anche noi abbiamo necessità
di fare del nero...perchè...perchè...Noi aumentiamo a dismisura la "richiesta"
per poi magnanimamente la riduciamo per poi avere facile gioco a dire al
malcapitato assistito: " Sì purchè nell'esposizione in fattura dovrò ridurre
ancora di più il totale...per cui quanto esposto in fattura me lo pagherai con
assegno o altro...Mentre la parte fuori fattura con contante. In gergo
fiscalista, si chiama sottofatturazione. Chiaramente questo può avvenire in
tutte le prestazioni anche di altre categorie professionali o artigianali che siano.
Per questo motivo il "fruitore" dovrebbe sempre chiedere un preventivo
con obbligo di non superare un ben definito massimale. Ma quanti lo fanno???
Specie con gli avvocati??? Chi non è d'accordo è pregato di esporre la sua
contrarietà senza affibiarmi dei titoli dispregiativi...Di cui il vero astuto protagonista di "Ars Pugnandi" ne sa fare a meno...Cappitto mi avete???