Giuliante G.Anna

Nuovo Iscritto
Buongiorno Signori,
non so se potete aiutarmi, ma prima di farmi demolire un pezzo di casa senza buttare inutilmente soldi, chiedo aiuto anche a Voi. Dunque il problema è che esiste un sottoscala di circa 2mq in cui nel 1987 il mio ex marito recuperò un bagnetto, però non chiese mai condono.. poi si separò e l'appartamento le cui scale esterne sono sorrette da questo bagnetto fu venduto a gente orribilmante cattiva. Fatto sta che dal 1991 sono ( il marito profess. di educazione fisica che ha tanto tempo!) è quasi ogni settimana presso l'uff, tecnico per sollecitare l'abbatimento del bagnetto.. nel frattempo io ho chiesto il condono edilizio e mi è stato rifiutato (considerate che la struttura esisteva prima che il prof. comprasse l'appartamento di sopra e che tutto il fabbricato sin dal 1977 era solo ed esclusivamente mio e del mio ex ) perchè il tizio di sopra ha addotto non so quali motivi per farmelo rifiutare. Il mio avvocato ha fatto ricorso al TAR , ha scritto al Presidente della Repubblica..(per questa lettera la parcella dell'avvocato è stata di € 1.300.,00 quasi)..nessuno ha mai dato risposte, sono milioni che vanno via ed ora il mio avvocato mi scrive che "il ricorso inviato al TAR sarà dichiarato perento se non sarà presentata dalle parti ricorrenti nuova domanda di fissazione di udienza, con la firma delle parti stesse autenticata da un difensore, entro sei mesi salla data di notifica del presente avviso" Ora io Vi chiedo cosa devo fare? vale la pena di andare avanti, come faccio a sapere se vale la pena? Vi prego ditemi qualcosa! Grazie. Anna
 

Leometra

Nuovo Iscritto
Ciao, Anna.
Sono un novellino del sito, ma per "anzianità" ti posso dire: benvenuta!

Il problema che presenti non può essere trattato con sicurezza senza prendere visione della situazione e dei documenti, e non può neppure essere affrontato definitivamente senza ausilio di un Libero Professionista tecnico e di un Avvocato; perciò devi dare fiducia ai Professionisti che ti hanno seguita fino ad ora.
Se questa fiducia, per qualche motivo, è venuta meno, hai comunque la possibilità di sostituirne uno o entrambi nel rispetto della correttezza dei rapporti.

Le risposte generiche che si possono dare sono di due tipi.

In primo luogo si deve valutare la possibilità di dimostrare la proprietà del volume in cui è il bagnetto: in origine, col fabbricato tutto di una sola proprietà, non c'erano dubbi; ma una volta venduto l'appartamento ai "cattivi" si possono essere determinate due situazioni diverse:
- l'acquisto su disegni "vecchi" in cui il bagnetto non esiste e c'è invece un sottoscala può permettere loro di sostenere la volontà comune dei contraenti di lasciare comune il vano;
- l'immancabile dicitura presente nel rogito, che dichiara che il bene viene viene venduto nello stato di fatto in cui si trova, noto alle parti, potrebbe prevalere sull'altra situazione; ma di solito si parla di "stato di fatto e di diritto" inibendo parzialmente il valore di questa dichiarazione nel senso da te auspicato.

In secondo luogo la regolarità edilizia non è garantita, in mancanza di una sanatoria (condono), ed il bagnetto potrebbe dover essere demolito se non si dimostrasse al Comune (in questo caso i vicini potrebbero non entrarci più) la possibilità di regolarizzare la modifica.
Regolarizzazione che ha comunque dei costi non indifferenti.

Come vedi non è un problema banale, pur se interessa uno spazio marginale.
La consulenza dei Professionisti ti è necessaria.

Spero che le indicazioni fornite ti possano servire per fare domande utili alla tua comprensione, sia in termini di costi, sia di possibilità di successo sui diversi argomenti: il Professionista non può mai decidere da solo, ma è il Committente che, correttamente informato, saprà tutelare i propri interessi.

In bocca al lupo

Leonardo
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
tento un' analisi possibile e una terapia:
Aspetto positivo: probabilmente in atto "l' unità imobiliare è stata venduta nello stato di fatto e di diritto ben noto etc...)
Aspetto negativo: la garanzia data in atto della perfetta regolarità edilizia
terapia:
Puntando sull'aspetto positivo tentare un conciliazione di buon senso presso la Camera di Commercio locale:
a. basta andare a ritirare dei semplici moduli per chiedere la conciliazione
b. procedura semplice e molto economica ( qualche decina di euro)
c. possibilità di interloquire affiancati dall' avvocato o geometra in via informale ( senza bisogno di perizie o simili)
d.Il conciliatore è tenuto al segreto ( per cui non può fare il delatore per uffici pubblici , se emergessero situazioni irregolari)
e. non pregiudica la possibiltà di proseguire nel giudizio
f. non è obbligatorio pervenire ad una transazione
g. costa poco e non pregiudica nulla: perchè non provare ?

Dopo la "catarsi liberatoria " ( molta frustrazione -che è il vero motore dei conflitti- si accumula perchè nessuno ascolta le ragioni della parte arrabbiata che crede di essere nel suo diritto ) le parti si sentono più propense a mediare e chiudere; dipende molto dall'intelligenza del conciliatore. Buona fortuna
Ennio Alessandro Rossi, commercialsia in Brescia ( nb fra 18 mesi la C.diverrà comunque obbligatoria)
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
"l'acquisto su disegni "vecchi" in cui il bagnetto non esiste e c'è invece un sottoscala può permettere loro di sostenere la volontà comune dei contraenti di lasciare comune il vano"

Il problema non dovrebbe sussistere; in mancanza di contestazioni decorso un ventennio dall'appropriazione il bene è di proprietà perchè usucapito; pertanto il problema che rimane è di natura urbanistica, risolvibile se c'è buona voltontà del compratore
 

ralf

Nuovo Iscritto
Nel fare i migliori auguri ed un "in bocca al lupo" a Giuliante G.Anna ,sperando che Propit ti sia stato utile, Propit ringrazia anche Leometra e realessandro per le risposte fornite :applauso:
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
A Giuliante Anna.
Ho letto tutte le risposte che hai ricevute e che sono tutte condivisibili, io mi sono fatto un'idea che la scala serve l'immobile del vicino "cattivo" il sottoscala è una entità alla quale accedi solo dal tuo appartamento. Ora esiste della giurisprudenza, consolidata, per cui di un vano anche non accatastato si risale alla sua pertinenza, analizzando l'accesso. Mi spiego, se per accedere al sottoscala, ante atto di cessione, si accedeva da parti comuni, allora è bene comune, se si accedeva direttamente dal tuo immobile è di tua pertinenza. Poi si dovrà discutere sulla sua regolarizzazione in bagno, sgabuzzino. Uno sgabuzzino tuo, all'interno delle tue mura, puoi dargli l'uso che credi, purchè non escano odori, rumori ecc..
Auguri
Adriano Giacomelli
 

Giuliante G.Anna

Nuovo Iscritto
Vi sono grata per quanto avete fatto per me ed a motivo vostro voglio spiegarmi meglio!

Il sottoscala poggia su resede di mia esclusiva proprietà a cui nessuno può accedere se non passando nella mia proprietà.

Il sottoscala è quindi limitato dalla parete del mio appartamento (da cui c'è porta per accedervi), dalla parete che regge la scala che permette al vicino di salire al suo appartamento e sul retro dalla parete di un altro bagnetto sottoscala che fu condonato, di altri proprietari,la costruzione è una palazzina trifamiliare.

Quindi per realizzare il bagnetto sottoscala si chiuse solo la paretina ovest e si fece l'apertura interna per accedervi.

La planimetria catastale riporta da sempre la scalinata esterna ,con relativi sottoscala, perché essa sarebbe stato l'unico mezzo per accedere all'appartamento di sopra, in cui saremmo dovuti andare ad abitare...

Ciò che vorrei capire è questo: come é possibile che il TAR si fà risentire dopo 5 anni e che valore ha l'aver scritto al Presidente della Repubblica dopo aver fatto ricorso al TAR ? Che senso hanno tutti questi ricorsi in cui gli avvocati non fanno altro che chiedere soldi se poi lo scrivere all'uno ed all'altro non porta nessun beneficio per le vittime di certi individui? E' questo che mi fà ancora più paura...che è tutta una lotta contro i mulini a vento ed alla fine , dopo aver pagato tutti, mi toccherà anche demolire il bagnetto di servizio. A. Giuliante
 

Giuliante G.Anna

Nuovo Iscritto
realessandro ha scritto:
tento un' analisi possibile e una terapia:
Aspetto positivo: probabilmente in atto "l' unità imobiliare è stata venduta nello stato di fatto e di diritto ben noto etc...)
Aspetto negativo: la garanzia data in atto della perfetta regolarità edilizia
terapia:
Puntando sull'aspetto positivo tentare un conciliazione di buon senso presso la Camera di Commercio locale:
a. basta andare a ritirare dei semplici moduli per chiedere la conciliazione
b. procedura semplice e molto economica ( qualche decina di euro)
c. possibilità di interloquire affiancati dall' avvocato o geometra in via informale ( senza bisogno di perizie o simili)
d.Il conciliatore è tenuto al segreto ( per cui non può fare il delatore per uffici pubblici , se emergessero situazioni irregolari)
e. non pregiudica la possibiltà di proseguire nel giudizio
f. non è obbligatorio pervenire ad una transazione
g. costa poco e non pregiudica nulla: perchè non provare ?

Dopo la "catarsi liberatoria " ( molta frustrazione -che è il vero motore dei conflitti- si accumula perchè nessuno ascolta le ragioni della parte arrabbiata che crede di essere nel suo diritto ) le parti si sentono più propense a mediare e chiudere; dipende molto dall'intelligenza del conciliatore. Buona fortuna
Ennio Alessandro Rossi, commercialsia in Brescia ( nb fra 18 mesi la C.diverrà comunque obbligatoria)


Scusa potresti spiegarmi cosa diverrà obbligatoria fra 18 mesi?. Grazie
 

Ennio Alessandro Rossi

Membro dello Staff
Professionista
Per le nuove cause giudiziarie non si potrà andare in giudizio se prima non è stata esperita la " C. =conciliazione" (per questioni di natura condominiale , immobiliare e successoria )
 

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