giolucianipinsi

Membro Ordinario
Presumo che gli immobili si trovino nella Repubblica Italiana, ma tale indicazione non basta, dato che le norme edilizie variano localmente, oltre al fatto che in alcune località sono rigorosamente rispettate e controllate, in altre sono invece bellamente ignorate anche dopo denunce circostanziate, in altre ancora sono "interpretate" al seconda del mammamsantissima, o poveraccio, che manifesti interessi.
Nel Paese del diritto (la Penisola), l'unica certezza è che non v'è certezza del diritto.
Per un caso analogo, in Trentino, non era possibile edificare oltre i limiti dei fabbricati registrati al catasto (in Trentino il Catasto è ereditato dal precisissimo Tavolare ex-asburgico), impossibile edificare mezzo metro in più, perché i tecnici del Comuen controllano settimanalmente tutti i cantieri autorizzati.
Inoltre bisognava evitare di rimuovere le fondamento, perchè rimuovendole si perdeva totalmente il diritto a riedificare.
Inoltre erano necessarie preventive perizie geologiche ed altre onerose scartoffie relativamente agli impatti ambientali, oltre a tutte le pratiche relative alla ristrutturazioni (segnalazioni ASL, piano della sicurezza, eccetera).
Il tentativo di acclarare con prove testimoniali l'esistenza di superfici più vaste di quelle accatastate, esistenti prima del 1967, aveva prodotto soltanto lungaggini negli iter di accertamento e autorizzazione, senza risultato.
Suggerisco di trovare un professionista in loco, ben collaudato nei rapporti con il Comune che rilascerà eventuali autorizzazioni, e far analizzare bene le varie ipotesi.
Sarebbero soldi ben spesi, dato che affrontare le parcelle di analisi e progetto, solo dopo aver comprato terreno e ruderi, rischia di raddoppiare il costo d'0acquisto, senza alcuna certezza di poter poi edificare.
 

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